Cosa ha detto Giorgia Meloni sull’arte e la cultura nel suo discorso programmatico?
Durante il discorso di insediamento alla Camera del 25 ottobre 2022, la neopremier ha parlato (brevemente) anche del valore della cultura in Italia. Ecco in che termini
“L’Italia è la nazione che più di ogni altra al mondo racchiude l’idea di bellezza paesaggistica, artistica, narrativa, espressiva. Tutto il mondo lo sa, ci ama per questo, per questo vuole comprare italiano, conoscere la nostra storia, venire in vacanza da noi: è un orgoglio, certo, ma soprattutto è una risorsa economica di valore inestimabile che alimenta la nostra industria turistica e culturale“. Così, circa a metà del lungo discorso programmatico reso alla Camera dei Deputati il 25 ottobre, la nuova prima ministra Giorgia Meloni ha anticipato così la postura culturale del nuovo governo. Ottenuta la fiducia con 235 voti favorevoli, 154 voti contrari e 5 astenuti, Meloni ha inserito questa breve parentesi culturale in un discorso che non nasconde le difficoltà e le emergenze di quella “nave in tempesta” che ha definito essere l’Italia. In realtà Meloni ha fatto, un po’ dopo, anche un altro passaggio sull’arte e la cultura, connettendone la funzione alle attività giovanili con un discorso che suonava un po’ così: “ai giovani noi invece di dare la cannabis legale daremo opportunità nelle arti e nello sport”.
LA PROMOZIONE DELLA LINGUA ITALIANA E DEL RAPPORTO CON GLI ITALIANI ALL’ESTERO
In chiusura dell’inciso dedicato allo sviluppo della cultura del Paese – che a differenza di temi percepiti come più urgenti, dalle migrazioni al reddito di cittadinanza, non è stata oggetto di indicazioni più precise sul relativo metodo di attuazione – la premier ha aggiunto che bisogna “tornare a puntare sul valore strategico dell’italianità vuol dire anche promuovere la lingua italiana all’estero e valorizzare il legame con le comunità italiane presenti in ogni parte del mondo, che sono parte integrante della nostra“. Starà ora alla nuova guida del Ministero della Cultura, che si riconferma nel nome e nella presenza di portafoglio, Gennaro Sangiuliano applicare questa (ancorché piuttosto vaga, retorica, per certi versi supera) agenda, raccogliendo l’eredità del ministro uscente Dario Franceschini.
Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati