Prestito di Capodimonte al Louvre. Intervista al presidente dell’Advisory Board Giovanni Lombardi

In vista dello scambio epocale di capolavori tra il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Musée du Louvre nel 2023, vengono organizzati i primi incontri istituzionali: ne abbiamo parlato con l'imprenditore

Uno scambio storico, quello che si terrà tra il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Musée du Louvre da giugno 2023: come annunciato alcuni mesi fa, in occasione di una campagna di restauri del museo napoletano, 70 capolavori dell’istituzione partenopea voleranno a Parigi per sei mesi, tra cui opere straordinarie come il Ritratto di giovane donna del Parmigianino, la Crocifissione di Masaccio, la Trasfigurazione di Giovanni Bellini, la Danae di Tiziano e la Flagellazione di Caravaggio. Questa alleanza tra le due collezioni, tra le più importanti al mondo per l’arte italiana e conservate parimenti in due dimore reali, sancisce anche una più ampia amicizia tra due città già molto vicine. Ne abbiamo parlato con il presidente dell’Advisory Board di Capodimonte, l’imprenditore Giovanni Lombardi, che sarà al centro di una conferenza stampa di anticipazione dello scambio il prossimo 10 novembre.

L'imprenditore Giovanni Lombardi, presidente dell’Advisory Board del Museo e Real Bosco di Capodimonte

L’imprenditore Giovanni Lombardi, presidente dell’Advisory Board del Museo e Real Bosco di Capodimonte

L’INTERVISTA A GIOVANNI LOMBARDI, PRESIDENTE DELL’ADVISORY BOARD DI CAPODIMONTE

Cosa significa essere capo dell’Advisory Board di un’istituzione come Capodimonte, e cosa fa un Advisory Board?
Nel 2014, con la Riforma Franceschini, è stato rivoluzionato il mondo museale: i musei principali d’Italia hanno avuto una loro dignità e un’indipendenza economica e gestionale. Il nuovo direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte (accorpati con la nuova riforma), aveva mutuato dalla sua esperienza americana l’organismo dell’Advisory Board, che non era previsto dalla riforma ma nondimeno da lui fortemente voluto: questo permette di avere a fianco del direttore un presidente che lo accompagna nelle decisioni strategiche riguardo a mecenatismo e investimenti, e sensibilizza il mondo industriale su questi interventi facendo da raccordo tra mondo produttivo e il museo. Sono orgoglioso di essere presidente, e lavorare insieme a Gianfranco D’Amato, Gennaro Matacena, Mariella Pandolfi, Fabrizio Pascucci, a cui si sono uniti poi Michele Pontecorvo Ricciardi, Roberto Barbieri e Amelia Grimaldi: parliamo di aziende molto strutturate, che supportano orgogliosamente il direttore e il museo.

Il 10 novembre è fissata una conferenza stampa, durante cui – in dialogo con il direttore Sylvain Bellenger – discuterete della cultura come ponte per le relazioni istituzionali: cosa ci aspetta l’anno prossimo?
Le faccio un esempio diretto. Il ruolo del Board è nato perché ho sostenuto il progetto Rivelazioni nato da Borsa Italiana, che ogni anno adotta un museo e sollecita gli industriali a fare lo stesso per le relative opere. Si è partiti con l’Accademia di Brera a Milano, poi Venezia, dunque per il terzo anno è stata la volta di Capodimonte. Un evento spettacolare, da cui proviene anche la decisione del direttore di nominarmi presidente. Questo mostra chiaramente come le opere possano essere valorizzate dalla comunità finanziaria ed essere apprezzate da tutta la comunità internazionale: la cultura è proprio una chiave, una ponte tra comunità, Stati, persone. L’anno prossimo ci aspettiamo questa sensazionale mostra su Napoli e Capodimonte al Louvre – è la prima volta che il Louvre apre le proprie sale con una mostra dedicata interamente a un altro museo –, per cui saranno portate a Parigi ben 70 opere dal museo partenopeo, che per tutte le scuole pittoriche che vanta, dal Duecento all’arte contemporanea, è uno dei più importanti del mondo. Parliamo di una vera e propria alleanza geopolitica, che ha una valenza unica. Sono previste una cena gala all’Eliseo, dato che la mostra ha l’alto patrocinio delle repubbliche francese e italiana, e una cena di gala con le comunità italiana e francese degli industriali mecenati, sotto la piramide del Louvre.

Cosa significa questo grande evento per Napoli e l’Italia?
Per Napoli significherà un balzo nel mondo internazionale insieme ai cugini d’oltralpe e non solo: siamo già in contatto con varie comunità imprenditoriali d’oltreoceano. Per la città è un’occasione di valorizzare sempre più i tesori che troppo spesso non guardiamo e curiamo con abbastanza attenzione. Napoli, dopotutto, è stata una grande capitale del Mediterraneo e terza città del mondo per popolazione, e nel Settecento ha avuto un periodo splendido con re Carlo di Borbone. Poi, Capodimonte ha 49mila opere: è impossibile fare una mostra qualunque nel mondo senza chiamarlo, anche perché le scuole pittoriche espresse qui comprendono non solo dipinti, sculture e arazzi ma anche le cosiddette arti minori, di cui è esempio la Cassetta Farnese, tra i massimi esemplari di oreficeria esistenti, paragonabile alla Saliera di Francesco I. Sarà un momento di rinascita per la nazione tutta.

Palazzina dei Principi ph Museo e Real Bosco di Capodimonte

Palazzina dei Principi ph Museo e Real Bosco di Capodimonte

Uno scambio di altissimo livello, questo, che porta Capodimonte nell’Olimpo delle regge europee dell’arte. Una posizione che Capodimonte rivendica, e che rivendicherà sempre di più?
Assolutamente. Sono orgoglioso di rappresentare gli industriali e raccogliere la forza italiana che partecipa alla mostra perché è il momento di far capire che Capodimonte non è solo un museo enorme ma anche una reggia. Abbiamo il parco urbano più grande d’Italia – almeno due volte e mezzo il Vaticano e tre volte il giardino di Boboli –, ma soprattutto noi stiamo facendo lo sforzo di trasformare la reggia in un campus multidisciplinare. È un esperimento unico: le 11 palazzine intorno al museo si stanno specializzando in funzioni che creano competenze e si aprono a quartiere difficili come Scampia o Sanità, collegandosi per esempio alla Apple Academy con lo sviluppo di app per beni culturali. Nella palazzina che sarà dedicata a Marcello e Lia Rumma, oggi Palazzina dei Principi, andrà la collezione di 74 opere che Lia Rumma ha donato al museo, una delle donazioni più importanti mai realizzate a livello italiano e mondiale, con cui il museo rafforzerà la collezione di arte contemporanea del terzo piano. In un altro edificio, l’Eremo, sarà posto un corso di Laurea Triennale per formare le figure dei giardinieri storici, che ad oggi non esiste in Italia e che ci costringe a cercare i talenti all’estero. In un altro edificio ci saranno anche delle foresterie per giovani artisti: insomma, Capodimonte diventerà sempre più un polo di competenze e attrazione, che già in parte è. Gli amici americani del museo ogni anno ci mandano giovani laureati in Storia dell’Arte (che il Board accoglie in una serie di case del centro storico) per formarsi insieme al direttore, e quando tornano negli Stati Uniti sono valutati come validissime figure. Dobbiamo essere coscienti di quello su cui siamo seduti, che già gli altri ci ammirano.

Come gli imprenditori napoletani possono contribuire a questo processo?
Noi siamo diventati un esempio a livello locale e nazionale, basti vedere l’acquisto della Coppa Flora di Vincenzo Gemito, che ho donato alla città di Napoli così che potesse riappropriarsi di parte del suo passato, o ancora il finanziamento da parte di tre imprese campane, guidate dalla Tecno srl di cui sono presidente e fondatore, del restauro del Farnese di Tiziano presentato all’Istituto Centrale del Restauro di Roma lo scorso marzo. Per il recupero del Tiziano e una serie di altri progetti sono stato premiato alla Bocconi da Banca Generali con il premio Areté Arte e Cultura. Non solo, il progetto Rivelazioni è stato anche portato a Bruxelles, dove ogni anno si tiene l’evento Mecenati del XXI Secolo: il progetto di Borsa Italiana ha vinto tra i 128 partecipanti, grazie alla sua circolarità. Per noi industriali è il momento di stare vicini alle ricchezze del territorio: dobbiamo essere coscienti che per lo Stato è impossibile valorizzare tutti i nostri tesori, quindi bisogna farne una questione di reputation e di opportunità per i brand. Oggi si parla tanto di sostenibilità: guardando l’indice ESG, la S indica proprio l’azione sociale, quindi anche mecenatismo e valorizzazione del patrimonio.

I quadri che andranno a Parigi, poi, saranno restaurati e dotati di cornici: questo perché negli anni Sessanta e Settanta il gusto estetico prevedeva che i quadri fossero nudi e spogliati delle cornici, mentre ora sarebbe improponibile. Il mecenatismo riguarderà quindi anche le cornici coeve alle opere. E poi ancora, per la mostra io ho voluto comprare su sollecitazione del direttore un ritratto di re Carlo di Borbone che si trovata a Madrid per donarlo alla città, sarà uno dei gioielli della corona: parliamo di un sovrano illuminato che ha dato il via a Capodimonte, a Palazzo Reale, e al Teatro San Carlo. Allora si era coscienti che per essere una delle famiglie regnanti più potenti del mondo bisognava avere non solo un esercito ma anche esser visionari e avere una adeguata collezione d’arte, cosa che permette a noi di godere di questi patrimoni.

Di contro, come potrà questo scambio essere volano per Napoli e la sua imprenditoria?
Prima di tutto, con il fortissimo avvicinamento dei due Paesi, e quindi con la possibilità di partecipare operativamente al progetto ma soprattutto alla campagna di divulgazione dello stesso, che avrà una risonanza mondiale. Anche se l’inaugurazione è prevista a giugno 2023, già adesso ci sono molte richieste di notizie.

Quali sono le tappe che ci separano dall’esposizione vera e propria?
Il 10 novembre faremo una conferenza stampa in cui tracceremo il bilancio già corposo realizzato dal Board e avvieremo la campagna di mecenatismo per la mostra. Dopo questo evento ci sarà un annuncio formale della partenza della campagna, che sarà molto ampia: gli importi di partecipazione sono anche esigui, e grazie all’Art Bonus (strumento fortissimo) si potrà usufruire di una riduzione del 60% del credito d’imposta, quindi uno sconto molto grande a fronte di una visibilità enorme sulla stampa e la comunicazione italiana, francese e non solo. Le tappe di avvicinamento e sensibilizzazione ulteriori sono in fase di organizzazione, ma sono già certi i quattro grandi eventi formali legati alla mostra: le preview, l’inaugurazione, la cena di gala all’Eliseo e quella alla Piramide, tra ottobre e novembre dell’anno prossimo. Sarà un evento straordinario.

Giulia Giaume

https://capodimonte.cultura.gov.it/

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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