I sottosegretari del Governo Meloni: Vittorio Sgarbi alla Cultura
Completata la nuova squadra di Governo: alla Cultura la scelta è ricaduta su tre sottosegretari: il critico e storico dell’arte ferrarese lavorerà, infatti, assieme alla leghista Lucia Borgonzoni e alla new entry Gianmarco Mazzi, manager legato al mondo della musica e dello spettacolo
A dieci giorni dalla nomina dei Ministri, che aveva visto Gennaro Sangiuliano assegnato alla Cultura, il Governo presieduto da Giorgia Meloni completa la sua squadra di Governo, con la nomina di 31 sottosegretari e otto viceministri che dovrebbero giurare il prossimo mercoledì. E tra sottosegretari, scelti “utilizzando criteri di esperienza parlamentare oltre che nel settore specifico”, stando alle ultime dichiarazioni, spuntano nomi vecchi e nuovi. Primo fra tutti quello di Vittorio Sgarbi, che diventa sottosegretario alla Cultura. Ma non sarà solo nel compito di affiancare l’azione del nuovo Ministero.
VITTORIO SGARBI SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA
Che al critico d’arte più amato e odiato di Italia interessasse accaparrarsi un posto nel nuovo Governo non è cosa nuova, come aveva affermato recentemente in un’intervista al Corriere della Sera parlando di una personale concezione del proprio Ministero della Cultura. Si può affermare che ci sia andato vicino, e senza dubbio il suo peso, sia come nota figura mediatica che come conoscitore del sistema culturale del Paese, nei prossimi anni potrebbe influire ben oltre la consueta figura di sottosegretario. Resta da chiedersi se, vista l’importanza del suo nuovo ruolo, Sgarbi deciderà di rinunciare almeno a qualcuno dei numerosi incarichi che affollano il suo curriculum, a cominciare dalla presidenza del Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e della Fondazione Ferrara Arte. Del resto, secondo quanto si legge nella normativa del Ministero per la Pubblica Amministrazione, è considerata incompatibilità e cumulo di incarichi nel caso in cui i dipendenti pubblici “svolgano attività che li impegnino eccessivamente facendo trascurare i doveri d’ufficio” e “svolgano attività che determinano un conflitto d’interesse con l’attività lavorativa, pregiudicando l’esercizio imparziale delle funzioni attribuite al dipendente“. Una condizione che precedentemente non aveva scoraggiato il critico d’arte dall’assumere numerose posizioni, basti pensare agli anni passati come Senatore. Mutatis mutandis, cambieranno le cose?
BORGONZONI E MAZZI, GLI ALTRI SOTTOSEGRETARI ALLA CULTURA
Il Governo Meloni ha scelto di nominare per il Ministero della Cultura ben tre sottosegretari: ad affiancare Vittorio Sgarbi, infatti, sarà Lucia Borgonzoni, senatrice leghista bolognese – classe 1976 – già scelta per questo ruolo all’interno del Governo Draghi, per cui era stata nominata a febbraio 2021. Una scelta di continuità dunque, che potrebbe essere emblematica della volontà di portare a termine il lavoro già intrapreso. Una novità assoluta, invece, è rappresentata da Gianmarco Mazzi, nato a Verona nel 1960, figura in parte legata al mondo dell’industria dello spettacolo e musicale. Dopo essersi laureato in giurisprudenza, è stato manager, dirigente d’azienda e autore televisivo. Ha collaborato ed è stato promotore di cantanti e icone della musica italiana, come Mogol, Gianni Morandi, Adriano Celentano e Caterina Caselli. Ha avviato negli anni Ottanta la Nazionale italiana Cantanti e ha rilanciato l’Arena di Verona con produzioni anche legate alla musica pop. Quella in campo politico è stata una scalata che si può definire fulminante: in quota Fratelli d’Italia, si è candidato per la prima volta come deputato al collegio plurinominale Veneto 2 come capolista venendo eletto, per poi vedersi tra le fila del Ministero pochi giorni dopo.
Giulia Ronchi
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