Legge di Bilancio, la maggioranza cancella il bonus cultura da 500 euro per i diciottenni
È tra gli emendamenti apportati al testo della nuova Manovra: Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia firmano per la cancellazione di 18App, il bonus che permette ai diciottenni di acquistare libri e biglietti per cinema e musei. I fondi di 18App verrebbero comunque destinati in altri ambiti culturali
Fa discutere una modifica apportata dalla maggioranza alla Legge di Bilancio: si tratta di un emendamento che cancella la misura 18App, bonus pari a 500 euro che lo stato elargisce a tutti i neodiciottenni italiani. Bonus, questo, che i ragazzi possono utilizzare per acquistare libri, biglietti per cinema, teatri, musei e siti culturali, abbonamenti a quotidiani e periodici, uno strumento quindi che permette ai giovani di avvicinarsi alla cultura. Un’iniziativa che adesso, però, pare destinata a non avere ulteriori sviluppi: a firmare l’emendamento per la sua abrogazione sono stati i deputati Federico Mollicone (Fratelli d’Italia, neoeletto Presidente della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia), destinando così le risorse di 18App – ovvero 230 milioni di euro – ad altri comparti della cultura, tra cui il mondo dello spettacolo.
IL BONUS 18APP
Tra le misure culturali previste fino alla Legge di Bilancio dello scorso anno, 18App ha preso avvio, con la sua prima edizione, con i nati del 1998, per proseguire fino a oggi. Durante il primo esperimento, sono stati quasi 360mila i ragazzi che hanno aderito all’iniziativa su 574.593 aventi diritto. Tra diverse turbolenze, l’iniziativa è poi cresciuta nel corso degli anni, diventando addirittura un modello anche all’estero. I neodiciottenni per usufruire del bonus dovevano registrarsi sull’apposita piattaforma; la scadenza prevista per spendere il bonus di questa – a quanto pare – ultima edizione di 18App è fissata per il 28 febbraio 2023.
IL GOVERNO MELONI CANCELLA IL BONUS 18APP
L’abrogazione di 18App non comporterebbe, stando all’emendamento, a un depauperamento dei fondi destinati alla cultura, ma una diversa ricollocazione degli stessi: i 230 milioni di euro di 18App andrebbero così a potenziare il welfare per i lavoratori dello spettacolo; 15 milioni verrebbero destinati al Fondo per il libro, 30 milioni alle Biblioteche, 2 milioni annui al Fondo per le rievocazioni storiche (per la “Girandola” di Roma), 40 milioni (a partire dal 2023) al FUS – Fondo Unico per lo Spettacolo, che adesso diventa Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo. Gli altri fondi sarebbero poi indirizzati ai musei statali, ai carnevali storici e all’istituzione della “fondazione di diritto privato denominata ‘Fondazione Vittoriano’, con compiti di gestione e valorizzazione del Complesso del Vittoriano”, oltre alle iniziative per celebrare il 150esimo anniversario dalla nascita di Guglielmo Marconi. 18App non sparirebbe completamente, almeno nella sua natura di “bonus”: al suo posto infatti il governo sta pensando a una “Carta Cultura”, da utilizzare per l’acquisto di libri di testo, “una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura”, hanno sottolineato Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa. Ma sono tanti i ragazzi che fino a oggi hanno fatto largo uso di 18App per acquistare libri non scolastici e biglietti per cinema, teatri e musei, opportunità queste che con la sola “Carta Cultura” verrebbero a mancare per molte persone.
Un emendamento della maggioranza azzera la #app18. Una cosa assurda dopo che Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un #bonuscultura esplicitamente ispirato dal nostro. Il governo faccia marcia indietro e non tagli alla cultura.
— Dario Franceschini (@dariofrance) December 9, 2022
IL GOVERNO MELONI CANCELLA IL BONUS 18APP. LA RISPOSTA DELL’OPPOSIZIONE
Tra le voci dell’opposizione a sollevarsi contro l’abrogazione di 18App è quella dell’ex ministro della Cultura Dario Franceschini, che su Twitter scrive: “Un emendamento della maggioranza azzera la App 18. Una cosa assurda dopo che Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un bonus cultura esplicitamente ispirato dal nostro. Il governo faccia marcia indietro e non tagli alla cultura”. Italia Viva nel frattempo ha lanciato una petizione contro la cancellazione di 18App, in cui viene chiesto alla Premier Meloni di “intervenire per bloccare la distruzione del Bonus Cultura per i giovani. Sappiamo che alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia dicono che con la cultura non si mangia. Ma noi non siamo d’accordo: tagliare sulla cultura e sui giovani è il modo più sbagliato per costruire il futuro. Abbiamo lanciato questa idea sette anni fa e da allora molti paesi hanno copiato la nostra idea, cominciando da Francia e Germania. Distruggere il bonus cultura solo perché l’ha introdotto Renzi significa fare del male alle nuove generazioni. E all’industria della cultura”.
La maggioranza della Meloni vuole cancellare #18App. Follia! Perché hanno paura della cultura? Io sono pronto all’ostruzionismo parlamentare. Ma chiedo a tutti di darci una mano. Firmate la petizione su https://t.co/diZDqiVors, fatela girare. Dovranno fermarsi loro, non noi pic.twitter.com/hmbsUQ4R7Q
— Matteo Renzi (@matteorenzi) December 9, 2022
IL GOVERNO MELONI CANCELLA IL BONUS 18APP. LA RISPOSTA DI FEDERCULTURE
“La cancellazione del ‘Bonus cultura’ per i diciottenni, previsto nell’emendamento all’articolo 108 alla legge di bilancio firmato dal presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone (Fdi), e dagli onorevoli Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (FI), ci sembra un segnale sbagliato e contraddittorio rispetto all’intento dichiarato di voler investire a favore del consumo culturale”, ha sottolineato in una nota stampa Federculture. “Tra l’altro ricordiamo che con la legge di bilancio dello scorso anno la misura era stata correttamente resa strutturale. L’emendamento, che pure prevederebbe che i 230 milioni di euro del Bonus 18App siano ridistribuiti nel settore culturale, comporterà l’eliminazione di un incentivo importante che, anche se con sporadiche distorsioni, ha rappresentato per i più giovani uno stimolo a comprare più libri, ascoltare più musica, andare più frequentemente al cinema. Un investimento estremamente necessario visto il livello mediamente basso di consumi culturali nel nostro paese, sceso ancor di più negli ultimi due anni a causa della pandemia. Auspichiamo”, termina Federculture, “che ci siano margini per rivedere la decisione e che possa esserci un confronto con gli operatori del settore sulle misure da adottare. Chiediamo pertanto di poter essere auditi in Commissione Cultura in tempi utili per esporre il nostro punto di vista sulle decisioni che il Governo vorrà adottare”.
CANCELLAZIONE BONUS 18APP. LA PREOCCUPAZIONE DEGLI EDITORI ITALIANI
L’abrogazione del bonus 18App preoccupa anche il mondo dell’editoria. A lanciare l’allarme è Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori: “proprio nel momento in cui l’Europa ci sta copiando una misura che aiuta le famiglie e rilancia i consumi culturali facendo leva sulla domanda dei più giovani, non riusciamo a comprendere la logica e non possiamo condividere il contenuto di questo provvedimento. Confidiamo che ci possa essere un ripensamento”. Preoccupazione condivisa anche da Innocenzo Cipolletta, presidente di Confindustria Cultura Italia: “la 18App è uno strumento fondamentale per stimolare i consumi culturali di tutte le tipologie: grazie a questo incentivo i 18enni di ogni anno comprano libri, musica, cinema, audiovisivi, giornali, ingressi a musei e mostre. I risultati, innegabili, sono stati molto positivi, tant’è vero che anche altri Paesi hanno questo dispositivo, Francia, Spagna e adesso Germania ci hanno copiato mutuando questo approccio. Il rischio quindi è di penalizzare ancor prima delle nostre industrie i giovani consumatori, sempre più avvezzi a questo incentivo, che sono altresì chiamati a una autonoma gestione delle proprie scelte culturali, come in un rito di passaggio. Il nostro auspicio”, conclude Cipolletta, “è che ci possa essere un ripensamento perché la 18App rappresenta un serio ed efficace strumento di sostegno ai consumi culturali e un valido mezzo per stimolare le giovani generazioni ad avvicinarsi alla cultura del nostro Paese”.
Desirée Maida
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