Impossibile riqualificare Via dei Fori Imperiali a Roma. “Non dovete toccare neppure i marciapiedi”
L’ennesima follia della tutela in Italia. Dopo il Circo Massimo vietato ai concerti perché “non è uno stadio”; dopo le rampe di cemento di uno stadio vincolate a Milano. Ora lo Stato si occupa di maciapiedi
In questa pazza pazza estate della malintesa tutela dei beni culturali all’italiana non bastavano i soprintendenti che vincolano le rampe in calcestruzzo di un’infrastruttura sportiva (!), non bastavano i direttori di museo che chiedono che i concerti all’aperto si facciano in aree storiche solo se non sono rock e il pubblico non salta (!!), ci volevano anche fior di ministri impegnati a tutelare i marciapiedi. Sì, i marciapiedi.
Il progetto CARME per la riqualificazione dei Fori Imperiali
Succede, manco a dirlo, a Roma. Nella Capitale il Comune cerca da qualche tempo di racimolare idee per la riqualificazione e rifunzionalizzazione di Via dei Fori Imperiali. La grande strada concepita dal Fascismo per connettere Colosseo a Piazza Venezia planando sopra una grandiosa area archeologica nel frattempo fatta emergere laddove c’era un normale rione cittadino di palazzi, piazzette, botteghe e casupole. La funzione di quella strada è cambiata negli anni: da infrastruttura viaibilistica (e trionfalistica) fondamentale per il centro città ad asse pedonale grazie all’intuizione del sindaco Ignazio Marino. Essendo diventata pedonale e potendolo divenire ancora di più quando verrà aperta in questa zona la Metro C, Via dei Fori Imperiali deve cambiare i suoi connotati e l’attuale sindaco Roberto Gualtieri ha creato per questo un gruppo di lavoro, capitanato da Walter Tocci, con l’obbiettivo di trasformare la strada in vista del Giubileo del 2025 e, casomai, di Expo2030.
Il progetto, che si chiama CARME, è stato presentato alla fine del 2022 e ci si appresta a portarne una parte già a cantiere visto che alcuni finanziamenti sono quelli del PNRR direzionati al prossimo Giubileo. CARME è una sorta di masterplan che indica le linee guida urbanistiche: creazione di una serie di piazze al posto dell’attuale strada, maggiore fruizione dell’area archeologica (oggi la strada è una vera ferita rispetto ai Fori che attraversa), connessioni coi quartieri limitrofi, anche presenza di arte contemporanea. Insomma quello che ci vuole per trasformare questa autostrada urbana fuori dal tempo in un pezzo di città frequentato in maniera sana da romani e turisti.
Lo stop del Ministero sulla riqualificazione dei Fori Imperiali
E invece? E invece è intervenuto il ministero a quanto pare. Gennaro Sangiuliano ha convocato il sindaco Gualtieri lo scorso 2 agosto 2023 e gli ha ordinato di non far nulla: niente modifiche della logica (superatissima) che sta dietro a questo stradone, niente arte contemporanea che potrà, parole del Ministro, “trovare posto negli altri ambiti della città ad essa destinati per vocazione” (peccato che mescolare archeologia e arte contemporanea sia l’unico atout davvero distintivo che Roma potrebbe sfoggiare a livello globale), perfino niente modifiche ai marciapiedi. Proprio così: secondo lo Stato Italiano questa strada ancorché pedonale dovrebbe continuare ad esser dotata di marciapiedi anche se non hanno più la loro funzione. Peccato che oggi questi marciapiedi generino un malinteso nei fruitori che se ne stanno assiepati ai lati della strada non frequentando la carreggiata nella sua interezza anche se ormai liberata dal traffico. Motivi di queste ingenerenze da parte del Governo? Sono facili da immaginare: la strada l’ha progettata Mussolini e va lasciata com’è per rispetto a Lui (con la maiuscola). Augiriamoci di sbagliarci, ma si tratta dell’unica spiegazione plausibile perché altre dotate di logica non ve ne sono. Cosa grave di per sé – come è sempre grave affrontare le trasformazioni urbanistiche in maniera ideologica -, ma ancor più grave perché il progetto CARME prevede un concorso internazionale d’architettura, ma a che serve un concorso se poi i progettisti che parteciperanno non potranno toccare nulla? Una scelta in difesa che, se possibile, mortifica la memoria del Duce che sulle faccende urbanistiche era piuttosto coraggioso, spregiudicato e inseguiva le novità; altro che tutelare i marciapiedi. Ciliegina sulla torta? Tutti gli interventi (quelli che Sangiuliano non vuole più fare!) sono stati approvati e finanziati coi fondi del PNRR come recita la delibera dello scorso giugno (qui, dall’intervento numero 20 in poi). Quindi che si fa, si cambia tutto?
“A questo punto” ha ragione a provocare Giovanni Caudo, presidente della commissione sul PNRR del Comune di Roma “siate coerenti e rimetteteci il traffico delle automobili!”.
Massimiliano Tonelli
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