Milano: Galleria ripulita dai graffiti in 24 ore, Basilica di San Lorenzo imbrattata da mesi
La Basilica di San Lorenzo Maggiore è una delle chiese più antiche, uniche e significative del mondo. Ciononostante viene lasciata in un inaccettabile stato di degrado. Perché in Galleria pronto intervento e qui lassismo?
Efficienza austroungarica. Piuttosto rara, ma quando c’è va sottolineata. Alcuni balordi imbrattano la Galleria Vittorio Emanuele realizzando un fregio a spray che secondo quasi tutti era uno sfregio e dopo manco 24 ore c’era la ditta, c’era il trabattello, c’era la piattaforma, c’era la scelta del colore e tutto è tornato come prima. Chapeau.
Cosa ha determinato questa velocità? Forse l’impatto mediatico? L’incredibile visibilità del graffito? I social? Il video virale? Sarebbe interessante capire quale è il requisito che determina una velocità di intervento così repentina rispetto ad un danneggiamento. Non tanto per risolvere il problema-scarabocchi che umilia tutta la città (in realtà tutte le città italiane, vittima di normative inadeguate che non tengono conto delle conseguenze del lasciare nella sciatteria lo spazio pubblico), quanto almeno per risolvere la situazione che assilla altri monumenti di Milano.
I graffiti alla Basilica di San Lorenzo Maggiore
“Eh ma la Galleria è un monumento troppo importante, ovvio che sono intervenuti al volo” potrebbe sostenere qualcuno. Già, la Galleria è molto importante. Ma è un centro commerciale ottocentesco. Bellissima, unica, straordinaria, magica. Ma uno shopping mall di 150 anni fa. Cosa dire invece di San Lorenzo Maggiore? San Lorenzo non è propriamente un centro commerciale, San Lorenzo è una delle chiese più importanti del mondo. Tra i più antichi luoghi di culto in Italia. Realizzata a partire dalla fine del 300 dopo cristo quando Milano era la capitale dell’Impero Romano e uno dei centri della cristianità a livello globale (l’Editto di Costantino proprio a Milano venne siglato). Edificio mastodontico, annesso al Palazzo Imperiale, ornato dalle colonne romane (che ancora sono lì davanti, le Colonne di San Lorenzo), con una pianta tutta sua, diversa da tutte le altre chiese concepite da Sant’Ambrogio che all’epoca era vescovo della città.
Milano: degrado a San Lorenzo e nei dintorni
Insomma parliamo di un bene culturale di rilevanza planetaria. Utilizzato però come lavagna per vandali annoiati che scrivono “ACAB”, “PORCO DIO” o “VIVA LA FICA”. Da anni. Da sempre. Qui, purtroppo, senza alcuna rilevanza mediatica, senza video virali, senza l’indignazione dei social. E quindi senza interventi né del Comune, né della Diocesi, né della Soprintendenza probabilmente troppo impegnata a sancire vincoli culturali sulle rampe di uno stadio. E così si tutelano gli impianti sportivi per farsi dispetti tra fazioni politiche; si tutelano gallerie commerciali per evitare figuracce digitali e si lascia letteralmente marcire una delle chiese più importanti d’Italia, d’Europa, del Mondo. E i dintorni non sono da meno visto che il parco circostante è tenuto in condizioni inaccettabili ormai da tempo e visto che anche l’area della facciata e persino la storica Porta Ticinese, unica testimonianza della cinta muraria medievale di Milano, è piena di scarabocchi osceni su entrambi i lati e anche all’interno. Speriamo prima o poi facciano notizia sui social, così forse si procederà alla manutenzione…
Massimiliano Tonelli
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