L’Italia si dà da fare in Ucraina per la ricostruzione di Odessa
Il governo ha coinvolto la Triennale di Milano e il Maxxi di Roma nel ripensamento della città ucraina. A cominciare dalla cattedrale sfigurata. E a fine ottobre sarà lanciato un ampio progetto di cooperazione
Dopo tante promesse, l’Italia scende davvero in campo per la ricostruzione della città ucraina di Odessa, e lo fa coinvolgendo alcune personalità prominenti della cultura italiana. Dopo i bombardamenti russi dello scorso 23 luglio – che hanno gravemente danneggiato uno degli edifici simbolo dell’Ucraina, la Cattedrale della Trasfigurazione – il governo ha infatti deciso di coinvolgere due grandi istituzioni, la Triennale di Milano e il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, i cui presidenti Stefano Boeri e Alessandro Giuli sono andati a Odessa il 6 e il 7 settembre 2023 per parlare con le autorità locali e per fare una ricognizione dei siti distrutti.
La delegazione italiana a Odessa
Come dichiarato dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, Odessa è una città che “ha una forte impronta culturale italiana e fa parte della nostra identità”, considerato anche che “il fondatore di questa città e l’architetto che ne ha disegnato l’impianto urbanistico erano italiani”. La presenza italiana nella città sul Mar Nero, ha aggiunto il vicepresidente in un’intervista a Radio1 è da una parte una questione “industriale ma vogliamo dare ad Odessa un segnale anche di tipo culturale, con l’idea è di ricostruire la cattedrale distrutta in parte dagli attacchi russi”.
L’idea dietro il viaggio di perlustrazione, come rimarcato da Boeri prima della partenza, è stata quella di “mettere a disposizione la nostra capacità per ricostruire diversi beni architettonici colpiti dalla guerra. Sarà una prima missione di ricognizione, cominceremo subito con un sopralluogo nella cattedrale, abbiamo attivato la Società Italiana del Restauro Architettonico. Ricostruire l’architettura di Odessa per iniziare a ricostruire la normalità in una nazione che merita la pace”. La visita – a cui hanno partecipato anche l’inviato speciale di Tajani per la ricostruzione, Davide La Cecilia; la direttrice dell’Unesco per l’Ucraina Chiara Dezzi Bardeschi, il segretario generale del MAXXI Francesco Spano, e l’ambasciatore Pier Francesco Zazo – si colloca nel contesto dell’iniziativa di Triennale e del MAXXI volta a realizzare un “Laboratorio sulla Ricostruzione dell’Ucraina“. “Tutti i soggetti culturali italiani si sono mossi sin dall’inizio della guerra in Ucraina convintamente ma in ordine sparso. Ora si tratta di centralizzare il lavoro, creare sinergie e realizzare un progetto di sistema, mettendo a fattor comune l’esperienza di ciascun ente culturale“, ha aggiunto Giuli. “Come Maxxi, attraverso la regia del ministero della Cultura, vogliamo metterci a disposizione di quella che tutti consideriamo la capitale del mondo libero, europeo e occidentale, questo rappresenta Odessa ai nostri occhi. Maxxi e Triennale sono un’avanguardia che prende le misure delle ferite inferte alla città dall’invasione russa e da questa operazione nascerà un laboratorio a più ampio raggio che coinvolgerà tutte le istituzioni italiane per un progetto comune che deve vedere nell’Italia il partner e il capofila per tutta questa zona“.
Il Laboratorio sulla Ricostruzione dell’Ucraina promosso da Triennale e MAXXI
Ma vediamo in cosa consiste questo laboratorio. Stando a una nota del 31 agosto 2023 del Ministro degli Esteri, che supporta l’iniziativa insieme al Ministero della Cultura, “il progetto mira a raccogliere istituzioni culturali italiane e internazionali, studi di architettura e ingegneristica, aziende e soggetti economici, sul tema della rigenerazione urbanistica e architettonica delle città e del patrimonio culturale dell’Ucraina, dando vita a un hub europeo per la ricostruzione, con particolare attenzione alle infrastrutture sociali come le scuole e le istituzioni culturali”. Di cosa di tratterà in pratica, lo sapremo dal prossimo ottobre, visto che l’istituzione milanese e romana stanno lavorando per organizzare il 31 ottobre un evento di lancio a Milano, con la partecipazione del governo ucraino e di diversi soggetti culturali ed economici di primo piano. L’iniziativa, dicono ancora dal Maeci, “potrebbe essere propedeutica all’assunzione da parte dell’Italia del patronato per la ricostruzione della Città di Odessa, il cui Centro storico è stato inserito di recente, col nostro decisivo appoggio, nella Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco”. Una scelta sostenuta anche dalla presenza locale di una forte comunità italiana; dai gemellaggi di Odessa con Genova e Venezia; dalla presenza di infrastrutture portuali che ne fanno un punto commerciale mondiale nevralgico (anche con un occhio alla sicurezza alimentare). Per non parlare del fatto che il sostegno alla ricostruzione dell’Ucraina andrebbe a supportare la candidatura di Roma a Expo 2030, costituendo allo stesso tempo uno degli impegni prioritari della presidenza italiana del G7 del 2024.
Giulia Giaume
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