A Milano il bando per riutilizzare gli alberi abbattuti dal nubifragio: saranno opere d’arte pubblica
Artisti, designer, architetti, falegnamerie e scuole sono chiamati a presentare i propri progetti per la realizzazione di manufatti lignei da collocare nei parchi della città
All’indomani del nubifragio che nel cuore della scorsa estate (era la notte tra il 24 e il 25 luglio) colpiva violentemente Milano, ferendo e sradicando molti alberi della città, si apriva il dibattito – ripreso anche sulle pagine di Artribune – sulla necessità di riutilizzare la legna, i rami, i tronchi, compromessi dall’accaduto (oltre 5mila sono state le piante abbattute). Cosa fare di tutto quel materiale di scarto, nella città che si professa promotrice di innovazione e creatività, impegnata a valorizzare il design e l’arte pubblica?
Il bando per riutilizzare gli alberi abbattuti dal nubifragio
A distanza di un paio di mesi, il Comune risponde con un avviso pubblico per “l’acquisizione di manifestazioni di interesse per la realizzazione a titolo gratuito di manufatti lignei da posizionare in aree verdi pubbliche”. Il bando, come si legge nella specifica in oggetto, punta al riutilizzo del “materiale legnoso disponibile a seguito del nubifragio dei giorni 24 e 25 luglio 2023”, secondo un modello di economia circolare che la Giunta intende perseguire a seguito della deliberazione ratificata il 3 agosto scorso, con il benestare della Direzione Verde e Ambiente, che ha approvato “la cessione a titolo gratuito del legno degli alberi appartenenti al patrimonio verde pubblico schiantati al suolo”. E Palazzo Marino fa sapere di aver già ricevuto diverse richieste di artisti e studi di architettura finalizzate alla realizzazione di installazioni e opere da posizionarsi nei parchi e nelle aree verdi cittadine, secondo una dislocazione che ora il bando provvede a dettagliare. Saranno interessati dal progetto – in quanto aree di provenienza del materiale da riutilizzare, ma pure come destinazione finale delle opere – i Giardini Pubblici Indro Montanelli, il Giardino Belgioioso, Parco Sempione, il Parco della Martesana, il Parco Lambro, il Parco Forlanini, il Parco della Vettabbia, il Parco Cascina Bianca, il Parco di Trenno, il Monte Stella, il Parco delle Favole.
Temi e criteri di selezione del bando
Stabilito anche un tema comune per le produzioni, che dovranno richiamare il rapporto uomo natura e la relativa armonia/disarmonia, “a testimonianza e monito dei cambiamenti climatici in atto”; i manufatti lignei non dovranno superare il metro e mezzo di altezza, e le proposte dovranno essere appropriate alla loro collocazione. Possono partecipare alla manifestazione di interesse artisti, istituti scolastici di ogni ordine e grado, studi professionali di architettura, artigiani e/o laboratori artigianali, falegnamerie e altre associazioni senza scopo di lucro operanti nel settore artistico. Per partecipare sarà sufficiente compilare apposita domanda di adesione indicando modalità e tempi di realizzazione e installazione e spese eventuali (a carico, comunque, dei partecipanti), e allegando il progetto in forma di elaborato grafico-bozzetto a colori, con simulazione della collocazione dell’opera nel contesto verde individuato. Entro il 31 ottobre 2023, una Commissione selezionerà un assegnatario per ogni singola area, seguendo alcuni criteri prestabiliti (fino al raggiungimento di 100 punti complessivi): la qualità della proposta; le caratteristiche del manufatto in relazione alla sicurezza e alla durevolezza in funzione degli agenti atmosferici; la coerenza con il tema assegnato.
L’arte come memoria e stimolo per il cambiamento
A spiegare il senso dell’operazione, le parole dell’assessora al Verde Elena Grandi: “Il giorno dopo il nubifragio, nelle ore immediatamente successive alla constatazione di quello che la città aveva subìto, abbiamo ragionato su come evitare di disperdere tutto quel legno. Abbiamo chiamato a raccolta enti, imprese, artigiani affinché gli alberi abbattuti dalla tempesta fossero trattati come una risorsa, non come un rifiuto da smaltire. Con questo bando vogliamo lasciare alla città, proprio nei parchi, un promemoria di quella notte e dare a tutti e tutte un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro, sull’impatto del cambiamento climatico per la nostra città. L’idea che dai nostri alberi abbattuti dal vento possa nascere un’opera d’arte, un oggetto di design, un oggetto di arredo urbano, è non solo consolatoria ma rappresenta uno stimolo a coltivare la memoria“. E tra le iniziative si segnala già l’idea promossa dall’associazione Crea Productions, conosciuta a Milano per l’organizzazione degli eventi del botellon in piazza Leonardo da Vinci: costruire un palco mobile con il legno degli alberi abbattuti da inaugurare durante un grande festival culturale. La proposta è piaciuta a Palazzo Marino, che ha fornito all’associazione 15 metri cubi di materiale ligneo per procedere con l’operazione. Il palco non sarà pronto prima di un anno, ma l’intervento di recupero della legna è già iniziato, con l’essiccazione dei tronchi in una cascina fuori città. Serviranno però 30mila euro per finanziare la realizzazione dell’opera: il crowdfunding è già attivo su Produzioni dal Basso.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati