Una legge del 110% per i cinema? Ecco come rinnovare le sale italiane
I cinema sono destinati ancora a ridursi di numero; occorre fare in modo che ne rimangano pochi ma buoni e che diventino presidi culturali a tutto tondo. Ecco come
E parliamo ancora di cinema. Lo facciamo perché l’estate 2023 si è caratterizzata proprio come un’estate del cinema come non se ne vedevano da tempo. Sia per l’uscita di nuovi importanti lungometraggi che si sono susseguiti durante la stagione; sia per le rumorose proteste delle maestranze dell’industria del cinema – specie in America – legittimamente preoccupate dall’avanzare delle intelligenze artificiali; sia per i risultati al botteghino in Italia.
I numeri del cinema nell’estate 2023
Il nostro Paese ha totalizzato dei numeri record circa lo sbigliettamento nei mesi di giugno, luglio e agosto 2023. Dati che non si vedevano da tempo, numeri eccellenti non solo in relazione ai magri risultati degli anni pandemici (2020 e 2021), ma anche se raffrontati ai normalissimi 2017, 2018 o 2019. Cosa è successo? Investimenti. Investimenti pubblici. Quelli che un annetto fa chiedevamo a gran voce in un nostro editoriale su Artribune
Preoccupato dalla grande crisi delle sale, sollecitato dagli esercenti e da tutta la filiera, impegnato a contrastare lo strapotere delle piattaforme che convincono milioni di potenziali spettatori a fruire il cinema comodamente da casa, il Governo italiano ha fatto investimenti. Decine di milioni di euro in campagne di comunicazione, sostegni alle sale e abbattimento del costo del biglietto che per mesi è venuto a costare soltanto 3,5 euro. L’impegno ha avuto esito positivo e la svolta c’è stata eccome.
Tutto bene allora? Non tutto in realtà. Proprio l’uscita in sala delle grandi produzioni ha portato al pettine alcuni nodi infrastrutturali di questo settore che riguardano le condizioni delle nostre sale.
Il caso del film Oppenheimer
Sale che sono l’infrastruttura, l’hardware di tutta questa industry. Il film Oppenheimer, ad esempio, è stato girato per essere goduto in formato IMAX70. Ebbene, nessuna sala in Italia supporta il formato IMAX70. Nessuna, zero. Una buona alternativa è il formato 70mm: sapete quante sale in Italia possono offrire questa tipologia di proiezione? Tre. Tre di numero: una nell’hinterland di Milano, una a Roma, una a Bologna. Fine. Guarda caso nelle sale dotate di 70mm vedere Oppenheimer ha significato sottoporsi a liste d’attesa e prenotazioni, altro che sale vuote, altro che crisi del cinema, altro che giovani disinteressati. Nonostante biglietti a 14 euro. Solo 3 sale tecnologicamente adeguate alle nuove megaproduzioni di Hollywood su oltre 3000 sale italiane. L’uno per mille!
Una proposta di legge 110% per i cinema italiani
Questo dato deve raccontarci qualcosa sugli scarsi investimenti che sono stati fatti nel settore in questi sfiancanti decenni di crisi. E allora eccolo un ambito in cui il Governo potrebbe intervenire: sostenere i profondi investimenti necessari per trasformare i cinematografi in luoghi autenticamente contemporanei, dove trovare librerie, auditorium, presentazioni di libri, eventi e festival, ristorazione di qualità, il tutto attorno a sale cinematografiche tecnologicamente avanzate. Coi dovuti distinguo e con le opportune correzioni rispetto alle storture viste per i condomini, ci vorrebbe una norma del 110% per i cinema che vogliono rinnovarsi e attrezzarsi al futuro.
I cinema – nonostante i successi di iniziative come quella della scorsa estate – sono comunque destinati ancora a ridursi di numero; occorre fare in modo che ne rimangano pochi ma buoni e che diventino presidi culturali a tutto tondo, luoghi dove vivere un’esperienza coinvolgente e concorrenziale con le piattaforme visualizzabili dal divano. Oggi come oggi, alcune sale cinematografiche hanno un livello di comfort inaccettabile e schermi meno performanti di quelli di un salotto. Poi non ci dobbiamo sorprendere che restino vuote. Ecco perché occorrono investimenti e, siccome gli imprenditori del settore non ce la faranno mai da soli, occorrono investimenti pubblici.
Massimiliano Tonelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati