L’incredibile intervista di Sangiuliano contro Sgarbi: “Non l’ho voluto io, fa solo guai e io devo rimediare”

Dopo le rivelazioni del Fatto Quotidiano sulle attività collaterali a pagamento di Sgarbi – che è pure indagato per evasione fiscale – il Ministro della Cultura rilascia una intervista che così dura non si era mai vista

Indignato“. Così si professa il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in merito all’ennesimo scandalo che accende i riflettori sul sottosegretario Vittorio Sgarbi, indagato a Roma per evasione fiscale, con mancati versamenti che raggiungono la cifra di 715mila euro. A rivelare la vicenda, le pagine del Fatto Quotidiano, che fa i conti in tasca allo storico dell’arte e politico ferrarese, dettagliando la condotta che più avrebbe infastidito il ministro, legata agli eventi e alle attività a pagamento di cui abitualmente beneficia Sgarbi: dall’inizio del 2023, il sottosegretario avrebbe incassato 300mila euro in consulenze, presentazioni e mostre; per l’Autorità Anticorruzione, si difende lui, queste “attività divulgative” non sarebbero però incompatibili con l’incarico che riveste al Ministero.

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

Sangiuliano contro Sgarbi sul Fatto Quotidiano

Ma il primo a non pensarla così è proprio Sangiuliano, che all’indomani di queste rivelazioni rilascia una durissima intervista a Thomas Mackinson, ancora sul Fatto: “Non sapevo nulla delle consulenze, ho già avvertito Meloni”, sottolinea il ministro. Il vero affondo, però, si concentra in una frase tanto sibillina quanto inequivocabile: “Del resto, Sgarbi non l’ho voluto io. Cerco di tenerlo a distanza e di rimediare ai suoi guai”. Basti, a tal proposito, citare solo l’ultima delle “incomprensioni” al vertice del MiC (senza contare gli innumerevoli scivoloni di dubbio gusto degli ultimi mesi, dalle dichiarazioni contro i direttori stranieri alle frasi sessiste, da cui lui si è puntualmente difeso, anche sulle pagine di Artribune): solo qualche settimana fa, Sgarbi sminuiva il concorso indetto per scegliere curatore e artista del prossimo Padiglione Italia della Biennale, pronunciandosi preventivamente contro la nomina di Massimo Bartolini da parte di Luca Cerizza, invece confermati entrambi nei rispettivi ruoli dal Ministero. Mentre è recentissima l’ennesima polemica, stavolta propiziata dallo Sgarbi presidente di Ferrara Arte, che ha portato all’annullamento della mostra su Robert Mapplethorpe in programma a Palazzo dei Diamanti per la primavera 2024: il titolo troppo esplicito (Fiori e ca**i) proposto dallo storico dell’arte non è piaciuto alla Mapplethorpe Foundation, che ora nega l’autorizzazione.

Le indagini dell’Antitrust

A proposito delle attività collaterali del suo sottosegretario – per dir la verità mai tenute nascoste dall’interessato, che vanta anche una nutrita sommatoria di incarichi più o meno istituzionali, non ultima la carica di sindaco di Arpino, nel Basso Lazio – Sangiuliano spiega che “lo vedevo in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose”. E ancora: “Io rispondo del mio comportamento, il compito di vigilanza non ce l’ho io ma la magistratura. E non posso certo sapere tutto quello che combina Sgarbi. Lo vedo una volta ogni tre mesi anche perché, dico la verità, lo tengo a distanza della mia persona, voglio averci a che fare il meno possibile”. Ma anche, circa la condotta del sottosegretario nell’esercizio delle sue funzioni: “Va in giro a promettere cose irrealizzabili. Annuncia acquisti di palazzi e cose da parte del ministero che ha solo 20 milioni in bilancio per acquistare beni. E io poi dopo devo andare a spiegare ai giornali che questa cosa non esiste, che non si può fare, che c’è una procedura, che bisogna rispettare le leggi, che tutto va fatto con l’Agenzia del demanio. Se faccio l’elenco delle cose che lui dice che bisogna comprare tocca spendere 1 miliardo che lo Stato non ha”. Dunque, proprio il ministro avrebbe coinvolto l’Antitrust, perché verifichi, “se quell’attività a pagamento è contraria alla legge. A me sembra di sì, e infatti appena venerdì ho appreso della questione, ho preso tutte le carte e le ho subito mandate”.
Il divario – a fronte di un rapporto di fiducia che sembra non esserci mai stato – appare quindi insanabile. Cosa aspettarsi dal prossimo capitolo della saga? Di certo non tarderà ad arrivare la risposta di Sgarbi. O, direttamente, quella di Meloni. 

Livia Montagnoli

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