Falsi pittori di strada a Roma. Denuncia da 20 milioni di visualizzazioni su YouTube ed ennesima figuraccia
Il mago lituano Rokas Bernatonis, in visita alla Capitale, smaschera la frode di fotocopie vendute come dipinti d’autore ai danni di malcapitati turisti. Una truffa radicata nelle principali città d’arte italiane, ormai da molti anni. Come reagiscono le amministrazioni?
Un mese fa, era stato il vlogger di viaggi inglese Sam Mayfair a rivelare la truffa messa in atto da alcuni falsi pittori di strada ai danni dei malcapitati turisti in visita al centro di Firenze. Su TikTok, Mayfair postava un video con l’inganno, semplice quanto efficace, perpetrato dai sedicenti artisti, venditori di quadri, in realtà più interessati “a farvi camminare sulle opere disposte per terra”, nella speranza di approfittare della distrazione – in una piazza sempre affollata come quella del Duomo – per poi “fare una scenata e pretendere soldi” per risarcire il danno. La storia, subito ripresa dal tabloid inglese Daily Mail, era rimbalzata sul web, con un chiaro avvertimento contro “l’Italian street art hustle”.
Ha scelto invece YouTube il mago lituano Rokas Bernatonis, seguito sui social da decine di migliaia di persone, che in visita a Roma si fa ora portavoce della (a suo dire) “più grande truffa d’Italia”, raggiungendo in poco più di un mese (il video è stato condiviso alla fine di novembre 2023) 20 milioni di visualizzazioni nel mondo.
La truffa dei falsi pittori a Roma. Il video su YouTube
Anche stavolta i truffatori sono falsi artisti di strada, pittori – o meglio sedicenti tali – che “infestano” i principali punti d’interesse della Capitale, da largo di Torre Argentina a Villa Borghese, spacciando per acquerelli fatti a mano stampe ritoccate malamente, che ritraggono gli scorci più caratteristici della città, come Fontana di Trevi, il Colosseo o Piazza Navona. Peccato che, come notato dall’arguto mago, le opere si presentino tutte uguali – troppo uguali! – l’una con l’altra: “Ho visto questi artisti in giro per Roma — spiega Rokas in video — il loro modo di dipingere, così simile, mi ha fatto insospettire. Propongono tutti le stesse cose, espongono le loro opere in strada, sistemano una tavolozza di acquerelli, tengono in mano un pennello e pitturano sui dipinti che sono già finiti. Così ho deciso di confrontarmi con uno di loro”. E infatti il filmato prosegue mostrando la discussione tra il mago e un falso pittore, che prima rivendica la bontà della sua opera, poi si stranisce davanti all’insistenza del suo interlocutore. Che, dal canto suo, sfodera l’arma vincente per certificare la truffa: un fazzoletto imbevuto d’acqua, strofinato sulla superficie del “dipinto”, lava via i ritocchi apportati grossolanamente, rivelando la fotocopia dell’immagine sottostante. La presidente dell’associazione degli abitanti del centro storico di Roma, raggiunta da Repubblica, parla di una pratica conclamata e sotto gli occhi di tutti, amministrazione compresa, diffusasi a seguito della pandemia, a opera di persone in arrivo dall’Est Europa, “una forma di abusivismo e guadagno assurda, che non rappresenta in alcun modo Roma”, e sottrae spazio e lavori ai veri artisti di strada, come ribadisce più di qualche commento sotto al video condiviso dal mago.
Falsi pittori di strada: un truffa diffusa e radicata nelle città d’arte d’Italia
La truffa, in realtà, ha radici ben più datate: nel 2011, un’inchiesta a firma di Antonio Crispino, sul Corriere della Sera, denunciava “l’arte di imbrogliare” ai danni dei turisti, soprattutto americani e inglesi, a spasso per la Capitale: “Quelli che in piazza Navona a Roma (ma un po’ in tutta la capitale) vengono venduti come acquerelli fatti a mano da sedicenti artisti altro non sono che banali fotocopie. Il segreto è usare una particolare carta ruvida che assorbe l’inchiostro della stampante come se fosse il tocco di un pennello. Il resto lo fa il computer; fotografie che diventano dipinti grazie a Photoshop. Sulle bancarelle fioccano ovunque avvisi con su scritto ‘dipinti a mano’ oppure ‘original, no copy’. Poi basta confezionarli a dovere: un bel passepartout o una cornice colorata con tanto di firma e dedica. Così gli ignari forestieri sborsano dai 20 ai 50 euro per fotocopie che altrimenti pagherebbero 1 euro in una buona copisteria”, scrive il giornalista, che rivela anche la convenienza del business fraudolento (“per entrare nel giro occorre un investimento iniziale: 500 euro per acquistare il cd con le immagini da stampare”; ma ad agosto, con il pieno di turisti, il guadagno “arriva anche a 1.600 euro”: questa la situazione nel 2011). Situazione analoga, a Firenze, dove sempre nel 2011 uno dei 150 pittori di strada regolarmente autorizzati dal Comune lamentava il proliferare di falsi pittori, a fronte di regole stringenti (ma controlli, evidentemente, lacunosi): “Nel permesso rilasciato dal Comune c’è scritto che non è autorizzato l’uso di processi meccanizzati pena la revoca della licenza”. Datata a più di dieci anni fa è anche l’indagine della Polizia Municipale di Venezia, che nel 2013, concontrolli a tappeto e appostamenti fotografici smascherava la circolazione di fotocopie “d’artista” ritoccate in strada per simulare quadretti di vedute venduti come originali: l’inchiesta, allora, era scattata a seguito di ripetute segnalazioni di truffa, pervenute da diverse zone del centro storico. Un sistema fraudolento capillare, in grado di “simulare” il principale requisito necessario per ottenere la concessione comunale per l’occupazione del suolo pubblico rilasciata ai pittori di strada: dipingere in loco e vendere esclusivamente opere originali.
Il regolamento per le licenze ai pittori di strada a Roma
Ma cosa dice, oggi, il regolamento cui fa capo l’attività dei pittori di strada a Roma? Nel 2017, la giunta Raggi disciplinava l’attività di “ritrattisti, pittori e caricaturisti” con una legge alquanto ingenua, fondata su una prova d’esame per gli aspiranti artisti di strada, assegnando postazioni in tutti i Municipi, ma senza risolvere il problema dell’abusivismo, né potenziare i controlli contro le frodi (nel 2022, anche a Firenze, Palazzo Vecchio ha richiesto per la prima volta “una prova dal vivo” agli artisti candidati all’assegnazione di una postazione quadriennale in strada, sommando però il giudizio della commissione preposta a curriculum, anzianità e qualità della proposta artistica). Al 2020 risale l’ultimo bando di selezione che poggia sul regolamento in questione (Regolamento per lo svolgimento di attività nel campo delle arti figurative su area pubblica nel territorio di Roma Capitale), “volto a individuare i soggetti idonei a svolgere su area pubblica, le attività artistiche riconducibili al campo delle arti figurative e in particolare della pittura, della scultura e del disegno nelle loro declinazioni di genere (ritratto, caricatura, paesaggio, vedute, natura morta, ornato e altro), volte alla creazione di opere dell’ingegno”. Con durata quinquennale, le assegnazioni scadranno nel 2025. E l’Ufficio Attività connessa all’esercizio di arti figurative, di strada, circensi e di spettacolo viaggiante, interpellato da Artribune,non riporta modifiche o novità all’orizzonte. Negli ultimi mesi, intanto, la giunta Gualtieri sta lavorando, non senza polemiche, a un nuovo regolamento per gli artisti di strada (performer, musicisti, circensi: tutt’altro capitolo rispetto alle arti figurative), riforma attesa dal 2012. Che sia un buon viatico per approcciare una normativa davvero efficace contro la piaga dei falsi pittori di strada?
Livia Montagnoli
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