A Roma nascerà il Museo del Ricordo per non dimenticare l’orrore delle foibe. 8 milioni per realizzarlo
Nella mattinata del 31 gennaio 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato il ddl che istituisce il Museo del Ricordo. Sorgerà a Roma, all’interno di un immobile messo a disposizione dalla Regione Lazio. Soddisfazione dal ministro Sangiuliano
Se la ricorrenza della Giornata della Memoria appena celebrata, lo scorso 27 gennaio, per non dimenticare lo sterminio dell’Olocausto è stata occasione – per il Governo in carica – di intestarsi la legge che istituisce il Museo della Shoah (“uno dei provvedimenti di cui andiamo più orgogliosi”, sottolinea la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in riferimento all’approvazione del testo AC 1295 nell’ottobre 2023), ora l’attenzione si sposta sul già ribattezzato Museo del Ricordo.
Il Museo del Ricordo a Roma
In data 31 gennaio, infatti, il CdM ha approvato il disegno di legge che consentirà di istituire “un luogo-simbolo per far emergere dall’oblio tutti i ‘ricordi’ cancellati dalla storia”, prendendo in prestito le parole – non prive di un velato, quanto infantile spirito di rivendicazione, fondato sull’insensata abitudine di utilizzare la memoria come scudo per rivendicazioni di parte (e di partito) – del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. A fronte dell’iter infinito che ha portato solo di recente a definire il quadro legislativo e finanziario necessario alla realizzazione del Museo della Shoah a Roma, con colpevole ritardo di tutte le amministrazioni e i governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni, la strada del Museo del Ricordo – ugualmente destinato a vedere la luce nella Capitale – sembra spianata. Il ddl che dà il là al percorso di approvazione del progetto alle Camere nasce su proposta di Meloni e Sangiuliano, con lo scopo di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel Secondo Dopoguerra, di ricostruire e narrare la storia degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia e della più complessa vicenda del confine orientale italiano”. Per finanziare l’istituzione e l’allestimento del Museo del Ricordo – la cui gestione sarà demandata a una Fondazione istituita ad hoc, costituita dal Ministero della Cultura e dalla Regione Lazio, e aperta alla partecipazione di altri soggetti pubblici e privati – il Consiglio dei Ministri prevede lo stanziamento di 8 milioni di euro per il triennio 2024-2026. Si autorizza, inoltre, una spesa pari a 50mila euro annui (a decorrere dal 2026) per il funzionamento della nuova istituzione museale. Sia i fondi per l’istituzione del Museo che quelli per il suo funzionamento saranno reperiti tra i Fondi di riserva e speciali, utilizzando in parte anche l’accantonamento previsto per il MiC.
L’eccidio delle foibe sul confine orientale
Secondo il Ministro della Cultura, “la realizzazione del Museo è un dovere storico verso gli esuli istriani, fiumani e dalmata che hanno subito la dittatura comunista di Tito. Queste tragedie non devono essere dimenticate. Sono una parte importante della storia italiana e devono essere conosciute e comprese dalle nuove generazioni”. Sangiuliano fa poi riferimento all’immobile che la Regione Lazio metterà a disposizione per la realizzazione del museo, senza specificarne le coordinate (a Roma già esiste, in via di San Teodoro, una Casa del Ricordo, inaugurata nel 2015, gestita dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato Provinciale di Roma e dalla Società di Studi Fiumani; all’Eur, nel quartiere giuliano-dalmata, è invece l’Archivio-Museo Storico di Fiume, nato negli anni Settanta). L’orizzonte temporale – “presto” – che vedrà concretizzarsi il progetto è invece adombrato dal Presidente Rocca, che esprime orgoglio per il risultato raggiunto: “Roma, Capitale d’Italia, e il Lazio, divengono custodi e promotori di una doverosa memoria collettiva e nazionale. Gli orrori generati dai totalitarismi del XX secolo devono farsi testimoni concreti e attuali presso le nostre giovani generazioni e, soprattutto, presso quelle del futuro”.
La memoria corre, dunque, alle violenze comminate dalle forze comuniste che obbedivano a Tito sul confine orientale della Venezia Giulia, al crocevia tra Italia, Slovenia e Croazia, a partire dall’autunno del 1943: deportazioni e fucilazioni portarono all’eccidio di molti italiani, sloveni e croati, altri si salvarono emigrando (un approfondito focus sulla vicenda è al centro della nuova programmazione didattica del museo M9 di Mestre). Il ricordo dell’orrore delle foibe (dal nome delle cavità naturali tipiche del territorio carsico, in cui furono nascosti e sepolti tanti corpi martoriati) e dell’esodo giuliano-dalmata si celebra annualmente, dal 2004, nella giornata del 10 febbraio, Giorno del Ricordo, da cui mutua il nome il nascente Museo. Nel 2023, data la concomitanza tra la ricorrenza e il Festival di Sanremo, il ministro Sangiuliano sostenne la necessità di dedicare un momento di commemorazione all’interno dell’evento, “per non dimenticare tutti gli italiani e le italiane che persero la vita nelle Foibe o che furono costretti a fuggire dalle proprie case e dalla propria terra”. L’istituzione di un Museo del Ricordo è dunque, sin dall’insediamento del Governo in carica, una priorità dell’agenda politica e culturale.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati