Attivisti di Ultima Generazione a processo: rinviati a giudizio per aver verniciato il Dito di Cattelan
Sebbene lo stesso artista avesse minimizzato il gesto, il gup di Milano Giulio Fanales ha stabilito sia necessario un processo per stabilire le responsabilità del blitz ecologista in piazza Affari del gennaio 2023. Parte civile il Comune di Milano. E intanto il ddl eco-vandali diventa legge
Maurizio Cattelan non si è sentito “offeso, né danneggiato”. È questo il passaggio più significativo della breve nota inviata dall’artista padovano in risposta all’avvocato Gilberto Pagani, difensore di Fioretta Maldipassi, Leonardo Lovati e Sandro Mora nel procedimento che li vede sotto i riflettori per il blitz ecologista compiuto lo scorso 15 gennaio 2023, ai danni del Dito medio che fronteggia Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, in piazza Affari a Milano.
L’azione di Ultima Generazione contro il Dito di Cattelan
In una domenica mattina come tante altre, i tre attivisti di Ultima Generazione, impegnati a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti del cambiamento climatico attraverso azioni non violente, avevano imbrattato con vernice lavabile il basamento della scultura di Cattelan (L.O.V.E., 2010), peraltro concepita dallo stesso artista come un’azione provocatoria al cospetto di uno dei luoghi per eccellenza dell’establishment economico e politico (L.O.V.E. è acronimo di libertà, odio, vendetta, eternità). L’opera, già presa di mira nel 2021 dall’artista Ivan Tresoldi, non era stata danneggiata in alcun modo, e la vernice utilizzata – a differenza di altri blitz contro monumenti e opere d’arte visti nell’ultimo anno in Italia e nel mondo – si è confermata lavabile, dunque removibile senza problemi, fatta eccezione per la spesa sostenuta dall’amministrazione cittadina.
Maurizio Cattelan in difesa degli attivisti
Attenuanti evidenziate dal pm Paola Biondillo nel chiedere il proscioglimento dei tre attivisti per “particolare tenuità del fatto”, sulla stessa linea d’onda di Cattelan: l’azione, conferma l’artista nella sua nota, “non risulta aver rovinato o deturpato l’opera. Il successivo intervento di ripristino l’ha restituita al suo stato e al suo aspetto originario”. Cattelan si dice inoltre certo che gli attivisti non avessero “intenti aggressivi nei confronti miei o dell’opera”.
Il gup di Milano Giulio Fanales, però, è di altro avviso, e nell’udienza del 17 gennaio 2024, a un anno dal fatto incriminato, ha stabilito il rinvio a giudizio degli imputati con l’accusa di imbrattamento di beni culturali. Il processo inizierà il prossimo 18 marzo davanti alla terza penale; parte civile si costituirà il Comune di Milano, cui Cattelan donò l’opera nel 2012.
Il processo e le sanzioni che rischiano gli attivisti. Il ddl eco-vandali è legge
L’obiettivo è quello di “ottenere il risarcimento del danno patrimoniale e non, patito dall’amministrazione comunale” e del resto la riforma Cartabia stabilisce che, in caso di rinvio a giudizio, si tenda a “una ragionevole previsione di condanna”.
La vicenda accende nuovamente il dibattito sul trattamento legislativo e giudiziario delle azioni di protesta degli ambientalisti contro monumenti e beni culturali. Nel marzo 2023, alcune istituzioni museali incontravano gli attivisti di Ultima Generazione e Fridays for Future a Milano, per cercare un punto di incontro. Mentre ad aprile dello stesso anno risale il disegno di legge presentato da FdI per disincentivare le azioni contro il patrimonio italiano attraverso severe pene pecuniarie (da 300 a 1.000 euro), reclusione da uno a sei mesi e Daspo urbano. Ma il testo che orienterà d’ora in avanti la disciplina è il cosiddetto ddl eco-vandali, approvato dal CdM nell’aprile 2023, poi in Senato lo scorso luglio, e proprio nelle ultime ore, nella sessione parlamentare del 18 gennaio 2024, alla Camera dei Deputati. “D’ora in poi, chi arrecherà dei danni al patrimonio culturale e paesaggistico sarà costretto a pagare di tasca propria il costo delle spese per il ripristino integrale delle opere“, spiega il Ministro Gennaro Sangiulano, tra i più strenui sostenitori dell’iniziativa. Nella pratica, lo stesso prefetto del luogo dove il fatto è stato commesso potrà erogare sanzioni amministrative (dai 10mila al 40mila euro) ai responsabili, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali.
Livia Montagnoli
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