L’Aquila è la Capitale italiana della Cultura 2026
Il capoluogo abruzzese si aggiudica il titolo con un progetto incentrato sulla “città multiverso”. Succederà a Pesaro, attualmente in carica, e ad Agrigento, già designata per il 2025
Erano rimaste in dieci – Agnone, Alba, Gaeta, L’Aquila, Latina, Lucera, Maratea, Rimini, Treviso, la compagine della Valdichiana senese – a contendersi il titolo di Capitale italiana della Cultura 2026. E ad avere la meglio è L’Aquila, premiata dalla giuria presieduta da Davide Maria Desario, che ha scelto di scommettere sul dossier “L’Aquila. Città Multiverso”, fondato sui cinque cardini della multiculturalità, multidisciplinarità, multitemporalità, multiriproducibilità e multi-naturalità. La proclamazione arriva durante la cerimonia tenutasi nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura, alla presenza del ministro Gennaro Sangiuliano: “Per me è un momento difficile perché tutte queste città dovrebbero essere Capitali della Cultura. L’Italia ha una grande ricchezza, può mettere in campo almeno 80-90 città, ciascuna delle quali vale un viaggio. Io sono un crociano, penso che la storia sia sempre un fatto contemporaneo: le pietre ci parlano e ci raccontano una storia importante. La commissione ha fatto le sue valutazioni in autonomia, non si tratta di un giudizio sulla città, ma di una valutazione sul progetto”. Concorde nel sottolineare la qualità complessiva dei dossier è Desario: “Non pensavo potesse andare meglio dello scorso anno, e invece sono rimasto sorpreso. Il momento più emozionante di questa esperienza è stata la due giorni di audizioni in presenza: le dieci città hanno dimostrato visione e capacità manageriale, presentando programmi ricchi per cui il nostro Paese fa invidia al mondo. La qualità complessiva dei progetti è stata ottima, a riprova che l’iniziativa sta crescendo sempre di più. Ci sarà una sola capitale, ma le altre 9 devono essere orgogliose, consapevoli che il loro progetto è interessante e valido, e merita di andare avanti. Proponiamo di integrare il bando istituendo in futuro un riconoscimento anche alle altre finaliste”. Invito accolto dal ministro: “Studieremo qualche forma per premiare tutte le città finaliste: vedremo di trovare le risorse, affinché si possa far vivere questi progetti già messi a punto. Ricordo che dall’anno prossimo parte anche la Capitale dell’arte contemporanea, perché dobbiamo anche costruire il passato del futuro. Abbiamo una grande cultura alle spalle, ma non possiamo vivere solo del passato. Ci sarà, per questo, un bando molto articolato e ben finanziato: immagino una città medio-piccola, che diventerà Capitale dell’arte contemporanea, che potrà ospitare artisti da tutto il mondo invitati a lasciare qualcosa sul posto”.
L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026. La motivazione
Il capoluogo abruzzese si aggiudica il titolo con la seguente motivazione: “Il dossier propone un modello di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale e artistico e naturale, mira al recupero dell’identità, puntando sulla cultura, intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità. Il progetto coinvolge un numero rilevante di realtà, creando un forte collante con i territori circostanti. Il budget previsto è coerente con gli obiettivi. La strategia di spese indicata è destinata ad avere un importante effetto moltiplicatore. Il palinsesto degli eventi e delle iniziative si sviluppa per l’intero anno e copre tutto il panorama delle espressioni artistiche e culturali, cinema, teatro, musica e arti visive. Apprezzata l’attenzione ai giovani, che non saranno solo fruitori ma attori. Il progetto adempie agli indicatori del bando, con una buona integrazione tra pubblico e privato; molto apprezzata la centralità e il coinvolgimento del sistema museale e bibliotecario e universitario. Il giudizio è eccellente”.
Orgoglioso e commosso il sindaco della città, Pierluigi Biondi: “Grazie per questo onore che rendete non solo alla città de L’Aquila, ma a un territorio molto più ampio, quello delle aree interne, che nei secoli hanno subìto una grande perdita di centralità. La questione delle aree interne rappresenta, insieme alla questione meridionale, la sfida dell’Italia del domani. L’Aquila è una città che si avvia a celebrare i 15 anni dal terremoto. Il riconoscimento non può essere un risarcimento, ma rappresenta un elemento intorno a cui ricostruire il tessuto sociale delle nostre comunità. La cultura non è accessoria, è recupero dell’identità e voglia di rilancio nel futuro. Tutte le nove città finaliste con noi saranno nostre alleate e complici nel fare rete. Vi garantiamo che saremo all’altezza del compito che ci assegnate”.
Il titolo di Capitale italiana della Cultura
Il titolo è stato istituito nel 2014 dall’allora ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, a seguito della nomina di Matera a Capitale europea della Cultura 2019. Dal 2015 a oggi, si sono passate il testimone Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015), Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018), Parma (2020 e 2021), Procida (2022), Brescia e Bergamo (2023) e Pesaro (2024). Nel 2025 toccherà ad Agrigento. La città vincitrice riceve un milione di euro per la realizzazione del progetto.
Livia Montagnoli
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