Eike Schmidt si candida a sindaco di destra di Firenze. Chiesta l’aspettativa da direttore di Capodimonte
L’ex direttore degli Uffizi torna a Firenze per ambire alla poltrona di primo cittadino pur a digiuno di politica locale. Sostenuto dalla destra, Schmidt lascia così in stand by la direzione di un museo rilevante come Capodimonte per dedicarsi alla campagna elettorale
La notizia girava già da fin troppi mesi, diventando un argomento caldo della politica italiana, e ora ha assunto carattere ufficiale: Eike Schmidt si candida a sindaco di Firenze per il centrodestra. Lo storico dell’arte tedesco, dallo scorso gennaio “superdirettore” del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, anela così a un ritorno nella sua Firenze, dove dal 2015 al 2023 ha diretto le Gallerie degli Uffizi, contraddistinguendosi per carisma, peculiarità di visione e doti di comunicazione che lo hanno portato a diventare in poco tempo un personaggio molto noto non solo a Firenze e tra gli addetti ai lavori, ma a livello nazionale e mainstream. “Sciolgo ufficialmente la riserva e mi candido a sindaco di Firenze”, ha dichiarato Schmidt. “Oggi stesso chiederò ai partiti del centrodestra di sostenere questa campagna elettorale”.
Eike Schmidt si candida a sindaco di Firenze. Cosa ne pensa Gennaro Sangiuliano
Dal centrodestra, tra i primi a palesare entusiasmo per la candidatura di Schmidt è il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, secondo cui “la candidatura di Eike Schmidt a sindaco di Firenze è un atto che rafforza lo spirito unitario dell’Europa. Firenze è una straordinaria capitale culturale europea che, con la sua storia, esprime i valori più autentici del continente. Schmidt primo cittadino di Firenze costituirebbe una consacrazione della nozione di cittadino europeo. Chi in questi giorni”, sottolinea Sangiuliano, “ha criticato questa scelta, non solo si è mosso contro un diritto sancito dalla nostra Costituzione che garantisce l’elettorato attivo e passivo, ma ha dimostrato di essere un europeista à la carte, senza voler dare un contenuto concreto alla nozione politico-culturale di cittadino europeo”.
Eike Schmidt a Firenze. Non solo Uffizi, ma anche (tanta) politica
Durante gli anni di direzione agli Uffizi, Schmidt ha sempre partecipato attivamente ai dibattiti che vedevano al centro la città di Firenze, non solo dal punto di vista artistico-culturale ma anche politico; spesso anche assimilando i due piani, come nella polemica sollevata lo scorso anno in un’intervista al Corriere Fiorentino: in quella occasione, Schmidt accusava l’amministrazione di non fare abbastanza per valorizzare l’arte contemporanea in città, facendo riferimento, in particolare, all’attività svolta dal Museo Novecento e dal suo direttore Sergio Risaliti: “il Museo Novecento in genere porta nomi già affermati. E poi non ho capito con che criterio opera una selezione dei nomi, mi pare casuale. Poi lì c’è un altro scandalo: il direttore di uno dei musei meno visitati di Firenze prende 120mila euro e chi lavora con lui 5 euro l’ora”. Non si fece attendere, naturalmente, la risposta di Risaliti: “un ex direttore dovrebbe andar via lasciando dietro di sé una scia di gratitudine nei confronti di una città che gli ha dato gloria e visibilità”. La stessa città in cui, oggi, si candida a primo cittadino, e con le idee già molto chiare: “so che a Firenze ci sono grandi sfide, dalla sicurezza all’over tourism. Il degrado e la sicurezza sono i principali. Già come direttore degli Uffizi ho affrontato questi temi e continuerò a farlo insieme alle altre problematiche della città. Le Cascine sono un grande problema che va affrontato con forza. Non con una sola ricetta e ci sono tutta una serie di misure che annuncerò”.
Eike Schmidt si candida a sindaco di Firenze. E Capodimonte?
Il neodirettore di Capodimonte – che aveva affermato di avere, per il museo napoletano, “molte idee, oltre a continuare i progetti messi in campo da Sylvain Bellenger (il precedente direttore di Capodimonte, ndr)” – adesso dovrà chiaramente chiedere l’aspettativa dal suo ruolo per dedicarsi alla campagna elettorale, citando anche “illustri” casi precedenti: “lo faccio ben prima dei 45 giorni come previsto dai termini di legge. Ci saranno alcuni giorni, tempi tecnici, per averla concessa dal ministero a Roma e da metà mese sarò al 100% sul campo a Firenze. La legge è uguale per tutti. Come sapete c’è un professore universitario di Firenze, Giuseppe Conte, che ormai è in aspettativa da sei anni per attività politica. Quindi vale anche per i dirigenti”. E rivolge lo stesso invito anche alla candidata del centrosinistra, Sara Funaro (attuale assessore al Welfare della città nella giunta Nardella) e a Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per Stranieri di Siena di cui fino a qualche tempo fa si vociferava la candidatura: “mi auguro che anche altri, come Tomaso Montanari e Sara Funaro, che ora sono già in piena campagna elettorale, anche se nel caso del rettore non è chiaro se si candiderà o meno ma fa comunque attività politica, si mettano in aspettativa. Perché è giusto così”.
Desirée Maida
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