E adesso Eike Schmidt faccia il capo dell’opposizione a Palazzo Vecchio lasciando in pace Capodimonte
Lo storico dell’arte tedesco, ex direttore degli Uffizi, aveva pensato bene di farsi affidare il Museo di Capodimonte salvo poi mettersi subito in aspettativa per fare campagna elettorale. Lui ha perso male, intanto uno dei più importanti musei del Paese necessita di una guida stabile
“Ha lasciato il cappello sulla sedia a Capodimonte, non gli faremo trovare neanche la sedia”, punge Vincenzo De Luca con la sua consueta oratoria. Il Governatore della Campania non ha atteso neppure l’esito dei ballottaggi che nel weekend hanno coinvolto diverse città d’Italia per l’elezione del sindaco, per esprimere la sua opinione su una candidatura – quella di Eike Schmidt alle amministrative di Firenze, in quota Centrodestra – che ha suscitato polemiche trasversali sin dai primi rumors, diventati realtà all’inizio di aprile scorso.
Eike Schmidt: dagli Uffizi a Capodimonte, alla politica
L’ex direttore degli Uffizi, che durante il suo mandato non ha mai risparmiato critiche all’amministrazione Nardella, si è fatto conoscere a Firenze per la visione e l’efficiente strategia di comunicazione con cui ha gestito, dal 2015 al 2023, uno dei musei più prestigiosi d’Italia e del mondo (oggi alla guida c’è Simone Verde).
Da gennaio 2024 Schmidt è alla direzione del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, posizione che si aggiudicò lo scorso dicembre superando la direttrice uscente della Galleria dell’Accademia Cecile Hollberg e il direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria Marco Pierini nella graduatoria del bando indetto dal Ministero della Cultura per designare i cosiddetti “superdirettori”.
Ma conquistare uno dei ruoli più ambiti del panorama museale italiano non ha scoraggiato lo storico dell’arte tedesco dal tentare di accaparrarsi una poltrona di ben altro peso, calandosi nell’agone politico. Soprattutto, non gli ha precluso la possibilità di farlo, nonostante le rimostranze (numerose e bipartisan) di chi gli contestava l’eccessiva facilità di ottenere l’aspettativa dalla direzione del museo napoletano, oltre alla poca serietà nel chiederla a qualche mese appena dall’insediamento a Capodimonte, in una fase vitale per la definizione della strategia che dovrebbe orientare i prossimi anni del polo museale partenopeo.
La sconfitta di Eike Schmidt alle elezioni amministrative di Firenze
Dunque la campagna elettorale di Schmidt, con la benedizione del ministro Gennaro Sangiuliano (“La candidatura di Eike Schmidt a sindaco di Firenze è un atto che rafforza lo spirito unitario dell’Europa. Schmidt primo cittadino di Firenze costituirebbe una consacrazione della nozione di cittadino europeo”), si è svolta tra comizi di piazza, scaramucce a distanza con i candidati avversari e proclami sulla necessità di ripensare la sicurezza in città e immaginare un nuovo sistema di fruizione e valorizzazione dell’arte a Firenze. Argomenti che non hanno convinto i fiorentini: già staccato al primo turno di dieci punti rispetto alla candidata del Centrosinistra Sara Funaro, vicesindaco uscente, al ballottaggio del 23 e 24 giugno Schmidt ha visto concretizzarsi la sua debacle fermandosi al di sotto del 40% delle preferenze, contro l’oltre 60% di Funaro, nuova sindaca di Firenze.
Vincenzo De Luca sul ritorno di Schmidt a Capodimonte
Un risultato ben più che spiacevole, che rischia di minare l’autorevolezza di Schmidt anche nella funzione che gli è più propria, alla direzione del Museo di Capodimonte. E se il buongiorno si vede dal mattino, le parole di Vincenzo De Luca sembrerebbero dare fiato a un malumore serpeggiante e diffuso: “Ho considerato un po’ offensivo per Napoli che qualcuno si facesse nominare direttore di Capodimonte, poi se ne andasse a fare la campagna elettorale, mettendosi in aspettativa, e poi, se non venisse eletto, ritornasse a Capodimonte. Napoli è una grande capitale del mondo, non si può offendere la sua dignità in questo modo del ‘vado e vengo’”.
Quale futuro per Eike Schmidt? Tra politica e cultura
All’indomani dell’incarico, ma probabilmente già più che allettato dalle sirene della politica, il neodirettore di Capodimonte aveva fatto sapere di avere “molte idee” per il futuro del museo. Ora, però, anche alla luce della sconfitta politica, le carte in tavola potrebbero cambiare. Innanzitutto, perché il diretto interessato commenta il risultato in tutt’altra chiave: “Non siamo tristi, abbiamo avuto un ottimo risultato, sia al primo turno che al secondo. È il risultato migliore dal 1999 anche con la lista civica che ha il record assoluto. Quindi da oggi sarò il capo dell’opposizione. Vorrei ringraziare chi ha combattuto con me in questa campagna elettorale con grandi progetti per Firenze che vorremmo portare avanti nei prossimi cinque anni come opposizione“.
Oltre la politica, però, proprio il ministro Sangiuliano potrebbe fornire una exit strategy di lusso, offrendo a Schmidt la direzione di uno dei quattro nuovi maxi dipartimenti culturali che il Ministero si appresta a creare. Voci di corridoio, per il momento; ma ben accreditate. Ricordando che intanto, a Firenze, si è concluso il mandato di Cecile Hollberg alla guida della Galleria dell’Accademia: il nuovo direttore del museo nato per accogliere il David di Michelangelo sarà designato tramite bando ministeriale, di imminente pubblicazione. E se Schmidt decidesse di ritentare la strada dell’arte per tornare a Firenze?
Un quadro che si chiarirà nelle prossime settimane, ma che già prefigura un interrogativo che prescinde dalle sorti di Schmidt: che ne sarà della direzione di Capodimonte? Chi restituirà al museo tutti questi mesi perduti?
Livia Montagnoli
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