Mandato concluso per la direttrice Cecile Hollberg alla Galleria dell’Accademia di Firenze: i risultati
La oramai ex direttrice del museo che custodisce il David di Michelangelo tira le somme sui suoi otto anni di attività. Tra restauri, acquisizioni e incremento vertiginoso del numero dei visitatori e degli introiti
È stata una direzione che ha decisamente lasciato il segno quella di Cecile Hollberg, storica tedesca nel 2015 approdata alla guida della Galleria dell’Accademia di Firenze. Otto anni di mandato, contraddistinti da restauri, acquisizioni, incremento del numero di visitatori, valorizzazione delle collezioni e coinvolgimento di ampi target di pubblico, anche per mezzo delle tecnologie digitali. Una visione lungimirante, dal respiro internazionale e allo stesso tempo ben radicata sulla città, nonostante negli anni non siano mancate le difficoltà, come la perdita dell’autonomia del 2019 e gli attacchi da parte della politica per avere espresso considerazioni obiettive e critiche sull’overtourism a Firenze. Del percorso intrapreso e dei risultati ottenuti in questi anni si è parlato durante la presentazione del Report 2016-2024, contraddistinto dai concetti di “qualità” e “bellezza”. Un’occasione per ripercorrere la direzione di Hollberg, che proprio oggi ha ufficialmente terminato il suo mandato alla Galleria dell’Accademia, in attesa di conoscere il prossimo futuro dell’istituzione: il “Museo del David” infatti è stato accorpato ai Musei del Bargello (che comprendono quello delle Cappelle Medicee, Palazzo Davanzati, Orsanmichele e Casa Martelli), e il nuovo polo attende la pubblicazione del bando per selezionarne il nuovo direttore. Bando a cui parteciperà Cecile Hollberg, molto probabilmente Paola D’Agostino (la direttrice uscente dei Musei del Bargello) e, stando a diversi rumors, anche Eike Schmidt, qualora non dovesse andare in porto l’avventura politica come candidato a sindaco di Firenze.
Galleria dell’Accademia di Firenze. I numeri dal 2015 a oggi
Da dicembre 2015 (ovvero da quando è iniziato il mandato di Hollberg), la Galleria dell’Accademia ha registrato un incremento del 42% di pubblico e il record di oltre due milioni di visitatori, passando dai 1.415.397 del 2015 ai 2.013.582 del 2023 (con introiti cresciuti dai 9.240.281,69 euro del 2015 ai 19.686.440,44 del 2023, con un aumento del 113%). Altri numeri importanti sono quelli legati alle attività di restauro: dal 2016, i lavori hanno interessato 3000 metri quadrati del museo, con l’installazione, la sostituzione o la sanificazione di 750 metri di canali di areazione e di climatizzazione, in alcune sale mancanti o obsoleti, e la ristrutturazione di 130 metri di canalizzazioni.
Galleria dell’Accademia di Firenze. I lavori di restauro
I lavori di restauro e ristrutturazione hanno via via interessato diverse aree del museo: risale al maggio 2021 la riapertura della Galleria dopo mesi di stop, con un nuovo allestimento che è il risultato dei diversi cantieri che hanno visto protagonisti la Gipsoteca, la Sala del Colosso, le sale Bizantine e il primo piano. La Gipsoteca, che ricrea idealmente lo studio dello scultore Lorenzo Bartolini, ospitava circa 450 opere tra busti ritratto, bassorilievi e sculture; queste opere, adesso, sono collocate lungo il nuovo percorso, raggruppate per aree tematiche, accompagnando il visitatore fino al David di Michelangelo. È stato riaperto inoltre il Dipartimento degli Strumenti Musicali, in cui è ospitata la collezione del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze con circa 50 strumenti musicali provenienti dalle collezioni private dei granduchi di Toscana, i Medici e i Lorena, raccolti tra la seconda metà del secolo XVII e la prima metà del XIX. Nei mesi successivi sono state riaperte le Sale dal Duecento al Quattrocento, con le collezioni di dipinti a fondo oro e il nucleo di opere tardogotiche di Lorenzo Monaco (a questi si aggiungono capolavori del Maestro della Maddalena, Giotto, il Maestro della Santa Cecilia, Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi, Andrea Orcagna, Nardo di Cione, Giovanni da Milano, Agnolo Gaddi), e la Sala del Colosso, ambiente in cui è custodito il grande bozzetto in terra cruda del Ratto delle Sabine del Giambologna, oltre a ospitare opere pittoriche fiorentine del Quattro e del primo Cinquecento. Lo scorso anno è stata restaurata la facciata, toccando l’intera tratta di via Ricasoli, comprese le porzioni del Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” e dell’Accademia di Belle Arti di Firenze adiacenti, e aperte anche due porte, migliorando così i percorsi di accesso dei visitatori.
Galleria dell’Accademia di Firenze. Le attività digitali
Tra le iniziative promosse al coinvolgimento del pubblico – soprattutto quello più giovane – è il lancio di un contest sui social, Ricci ad Arte, che ha invitato appassionati e curiosi a ricreare le elaborate acconciature di alcune sculture custodite nella Galleria, naturalmente da fotografare e condividere su Instagram; e poi Chatta col David, progetto che, attraverso l’intelligenza artificiale e alcuni meccanismi di machine learning, permette di avviare una chiacchierata digitale – la cui finestra è cliccabile dalla homepage del sito del museo – con il capolavoro di Michelangelo. Il David è stato anche protagonista di un’importante campagna di digitalizzazione: i dati digitali e tridimensionali sono stati acquisiti, archiviati e conservati dalla Galleria, nell’ottica anche della tutela dell’immagine del David – al centro di un acceso dibattito circa il suo utilizzo.
Il mandato di Cecile Hollberg alla Galleria dell’Accademia di Firenze
“Abbiamo mantenuto l’inconfondibile identità dell’amato museo, trasformandolo nello stesso momento in un ambiente accogliente e inclusivo, un luogo vivo di incontro per godere di bellezze, arte, musica, ricerche, storia, discussione, istruzione, intelletto o diletto”, dichiara Cecilie Hollberg. “Si tratta di un grande lavoro di squadra nel quale ogni singolo ha dato il suo contributo con dedizione, professionalità e passione. Siamo grati per aiuti e consigli da parte di esperti e professionisti esterni e per averci accompagnato negli anni per ottenere infine un museo unico arrivato nel XXI secolo e riconosciuto come tale a livello internazionale. Ringrazio il personale del museo per avermi seguito in tutti questi anni, non sempre facili, per vari motivi, non per ultimo per la perdita dell’autonomia nel 2019 e dover ricominciare ancora una volta tutto da capo nel 2020”, sottolinea la direttrice. “Ringrazio il Ministero della Cultura, la Direzione Generale Musei, gli organi che ci hanno sostenuto, i colleghi, le tante istituzioni italiane e non, con le quali abbiamo firmato degli accordi e delle collaborazioni, i partner, gli sponsor e l’Associazione degli Amici della Galleria dell’Accademia di Firenze che ha riportato il museo nei cuori dei cittadini”.
Desirée Maida
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