Alessandro Giuli, vai e spacca tutto. Cosa aspettarci dal nuovo Ministro della Cultura
Accogliamo il cambio di poltrona con un grande in bocca al lupo. È presto per dire se Alessandro Giuli sarà un bravo Ministro, speriamo solo che sia rompiscatole al punto giusto
Ricominciamo la stagione con un nuovo Ministro della Cultura. Bene così. Per due motivi. Il primo è che il nuovo inquilino del Collegio Romano sembra un ragazzo in gamba che non ha sfigurato nel ruolo di presidente della Fondazione Maxxi, il secondo è che il vecchio Ministro magari aveva anche fatto qualche mossa interessante, ma in generale aveva amministrato in maniera deludente e aveva accumulato una serie di figuracce personali e continue gaffes non compatibili con il ruolo.
Alessandro Giuli al Ministero della Cultura
Ora però dopo le felicitazioni al neoministro Alessandro Giuli, ci sono le aspettative nei suoi confronti. Delle aspettative un po’ utopistiche, ammettiamolo. Astratte e visionarie. Però una speranza la custodiamo, la speranza di avere un Ministro della Cultura rompiscatole e interventista anche su settori che apparentemente non gli competono. Ma sottolineiamo “apparentemente”. Perché, specie in Italia, cos’è che non ha a che fare con la cultura? Quasi nulla a dire il vero.
E allora l’auspicio è di scoprire che questo nuovo ministro, sfruttando il suo profilo tecnico, la sua età più bassa rispetto alla media del Governo e la sua reputazione non compromessa, intervenga dovunque a campo libero, sorprendendoci con un attivismo puntuale e fastidiosetto. Lasciandosi alle spalle la narrazione di un Ministero della Cultura subalterno, marginale, di seconda o di terza fascia.
Tra le altre cose, chi se non il Ministro della Cultura italiano ha più titolo di intervenire, di mettere bocca, di immischiarsi nelle faccende del Paese? Quali? Ma grossomodo tutte. Dalla ricerca ai trasporti, dalla scuola allo sviluppo economico.
Cultura è anche urbanistica, paesaggio e turismo
Forse non riguardano anche la cultura le scelte forsennate del Ministero delle Infrastrutture che sta facendo approvare un nuovo Codice della Strada che impedirà la realizzazione di isole pedonali, Zone30, ZTL e altri sistemi di tutela delle città? Certo che sì, visto che diventerà impossibile, ad esempio, tutelare i centri storici d’Italia.
Forse non riguardano anche la cultura le scelte forsennate del Ministero dell’Agricoltura che sta impedendo in Italia la nascita di una filiera di studio, di impresa e di ricerca sulla carne coltivata condannando il Paese a decenni di subalternità rispetto all’estero? Certo che sì, visto che si tratta di ricerca scientifica e sviluppo umano.
Forse le scelte forsennate a difesa delle lobbies, come quella dei balneari, non hanno a che spartire con la cultura? Ma certo che sì, visto che non ci può essere tutela del paesaggio e sostegno al turismo di qualità se non si affrontano quelle questioni e non si dà finalmente spazio ad una sana concorrenza.
E a proposito di turismo forse le considerazioni forsennate della Ministra del Turismo sull’overtourism non sono considerazioni che potrebbero essere chiosate da un Ministro della Cultura? Ma certo che sì e speriamo di sì.
Alessandro Giuli: possiamo sperare in bene?
Certamente aspettarsi che il nuovo Ministro della Cultura si metta di traverso al Governo facendo il grillo parlante sulle scelte forsennate che ne costituiscono l’identità è un po’ ingenuo, ma la speranza è l’ultima a morire e prima di vedere Alessandro Giuli perfettamente integrato con la dannosissima mediocrità dell’amministrazione Meloni permetteteci di coltivare la speranza almeno per le primissime settimane. Altrimenti un inatteso cambio di Ministro a cosa serve?
Massimiliano Tonelli
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