Tutti i numeri della cultura: uscito il nuovo report del Ministero
Chi fruisce cultura, chi ci lavora, quanto si spende e in che cosa: torna il quadro sullo stato della cultura italiana per il triennio 2021-2023. Con un'Italia fanalino di coda d'Europa per dipendenti culturali e spesa pubblica
Un trend “estremamente positivo“: viene presentato con ottimismo il nuovo report Minicifre della cultura, la raccolta ragionata di dati statistici, indicatori e informazioni quantitative sullo stato della cultura in Italia curata dal Ministero della Cultura e dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali con la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. L’edizione 2024, che come quella del 2023 è affiancata dalla relativa pubblicazione, è dedicata all’analisi del triennio 2021-2023. Ma c’è davvero così tanto da essere ottimisti? Vediamolo nel dettaglio (e a questo link trovate la versione integrale).
Biblioteche e lettura nel report Minicifre 2024
Il primo dato a saltare all’occhio è l’aumento del 12% nei livelli di partecipazione culturale fuori casa della popolazione nel 2023 rispetto al 2022: il dato di per sé non è altissimo – sul 35% -, ma per la prima volta dopo 4 anni il valore torna ai livelli osservati nel periodo antecedente alla pandemia. Le famiglie spendono circa 32 euro al mese in cultura.
Sono tornati a crescere gli utenti delle biblioteche statali, dal 10% al 12,4%: il dato, ricorda la dirigente Alessandra Franzone, pur registrando una crescita nella fruizione non raggiunge i livelli del 2018-19 (15,3%): “È un avvio della ripresa“. Accanto a questo dato arriva quello sulla lettura “di piacere” (cioè non scolastica né lavorativa), che cresce, se pure molto lentamente: meno di 1 punto percentuale nel 2023 rispetto al 2022 (40,1%). Guardando però alla lettura complessiva di giornali e libri siamo sul 35, 5%: un crollo rispetto al 38,9 %del 2028.
La disparità Nord-Sud registrata lo scorso anno torna un po’ dappertutto. Un esempio? Su oltre 86mila dei libri pubblicati in Italia, il 45% è solo in Lombardia.
Cinema e spettacolo nel report Minicifre 2024
Per quanto riguarda il cinema, è cresciuta la produzione nazionale di film, che torna ai livelli pre-Covid; la spesa complessiva e media individuale, invece, cresce rispetto agli anni pandemici ma non arriva all’altezza del 2019 (-22%). Per gli spettacoli dal vivo si registra un +33% rispetto al 2019, ma ci sono andamenti molto differenziati per i settori: se in testa ci sono i film (quasi il 41% della popolazione), in coda arrivano i concerti di musica classica e opera. A superare i livelli pre-pandemici sono, secondo la SIAE, i concerti (+ 60% rispetto al 2019) e le rappresentazioni teatrali (+11%).
Musei e beni pubblici nel report Minicifre 2024
Andando a vedere la fruizione dei beni culturali, poi, Franzone ha sottolineato come i musei statali abbiano registrato nel 2023 una fruizione mai eguagliata in precedenza, con un proporzionale incremento di introiti (che si spera crescano ancora con il Giubileo). Dati alla mano, a visitare in generale i luoghi del patrimonio italiano sono però 107,9 milioni di persone, un bel po’ di meno rispetto ai 128,6 del 2018.
A visitare una mostra o un museo è una persona su tre, con la meta preferita che resta sempre il Colosseo, anche se quella più gettonata per l’arte contemporanea è la Triennale di Milano. Un bel dato sono i beni recuperati dal traffico illecito (105mila) e la crescita dei livelli di accessibilità (nel pubblico più alta del privato, anche se il livello è molto basso sul versante delle opzioni tattili, per esempio): la prospettiva, dicono dal MiC, è che su questo versante si cresca ancora con i fondi del PNRR.
Le politiche pubbliche nel report Minicifre 2024
Malissimo per la spesa pubblica, che nel 2022 si attesta sui 8,9 miliardi: parliamo dello 0,8% del totale della spesa pubblica. Nello stesso anno, la Germania ne ha spesi 26, la Francia 22. Nel triennio considerato, per quanto riguarda lo stanziamento generale di risorse, si è perso nel passaggio dal 2022 al 2023 quasi un miliardo di euro di fondi: da 4,33 miliardi a 3,57. Un valore, ci tengono a precisare dal MiC, che però è superiore al 2019.
Il rapporto sottolinea poi l’attenzione del MiC per la promozione delle arti contemporanee: per il triennio 2021-2023 sono stati distribuiti 6,6 milioni di euro a Italian Council; 6,7 milioni al PAC – Piano per l’Arte Contemporanea; 4,3 milioni a Creative Living Lab; 4,2 milioni a Strategia Fotografia.
I lavoratori della cultura nel report Minicifre 2024
Andando a vedere i lavoratori della cultura, salta subito all’attenzione il fatto che siano parecchio meno rispetto agli altri Paesi Europei: nel 2023, secondo Eurostat, sono stati 825.100 i lavoratori occupati nel settore culturale, cioè solo il 3,5% dei lavoratori del Paese. Su questo versante siamo al ventesimo posto nella classifica UE, su 27 membri: il Paese con più impiegati nel settore, i Paesi Bassi, si attesta al 5,3%.
Se dovessimo fare un identikit del lavoratore della cultura medio, infine, vedremmo un uomo di mezza età. La maggior parte di questi lavoratori sono infatti uomini (55%) e, in tre casi su quattro, di età compresa tra i 30 e i 59 anni, con gli under 30 che sono solo il 13% del totale (seppure in aumento dal 2021). Il grosso sono lavoratori dello spettacolo, a seguire abbiamo tecnici del restauro e restauratori e poi altri professionisti (in testa gli archeologi). E la retribuzione media? Viene riportata con un dato complessivo solo quella del settore privato, che si attesta su una media lorda di 19,75 euro all’ora, con uno scarto di due euro all’ora tra uomini e donne.
Giulia Giaume
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