“Con questo regime fiscale l’Italia diventa un deserto culturale”. La lettera degli artisti
I grandi nomi dell'arte contemporanea prendono posizione e presentano una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio e ai Ministri della Cultura, dell'Economia e delle Imprese, esprimendo forte preoccupazione sul mancato abbassamento dell'IVA nel mercato dell'arte

Il mondo dell’arte protesta contro il mancato taglio dell’IVA sulle opere d’arte in Italia, un provvedimento necessario per la sopravvivenza dell’industria che ha deluso le aspettative degli addetti ai lavori. Mercanti, delears, case d’asta e galleristi hanno espresso il loro disappunto con una lettera aperta lo scorso 8 febbraio, a pochi giorni dalla discussione alla Camera del Dl Cultura; a cui poi è seguita una protesta dei galleristi riuniti a Bologna in occasione di Arte Fiera domenica 9 febbraio.

Le (illusorie) rassicurazioni del Governo e l’allarme degli addetti ai lavori
A cercare di ristabilire l’ordine e a rassicurare sugli intenti dell’amministrazione sul taglio dell’IVA è stato Federico Mollicone, esponente di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Cultura a Montecitorio, in un’intervista rilasciata ad Artribune due settimana fa. Eppure, ad oggi, l’adeguamento fiscale in Italia non è stato ancora effettuato (nonostante le pressioni mosse anche dall’Europa), rendendo il Belpaese “poco competitivo rispetto ai mercati vicini”, sottolinea il direttore delle fiere d’arte di Art Basel, Vincenzo de Bellis, in un’intervista molto dura su Artribune.
Al coro di dissenso di galleristi e mercanti si uniscono anche gli artisti, prendendo posizione con una lettera indirizzata al Governo e firmata da: Maurizio Cattelan, Enzo Cucchi, Giorgio Griffa, Paolo Icaro, Emilio Isgrò, Nunzio, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Marco Tirelli.

Gli artisti prendono posizione contro la mancata riduzione dell’IVA: la lettera al Governo
“In un sistema globalizzato, l’IVA al 22% scoraggerà gli acquisti di opere d’arte in Italia e spingerà molte delle gallerie che ci sostengono a chiudere o trasferirsi all’estero, come sta già accadendo. In questa allarmante situazione verrà a mancare un supporto cruciale non solo per gli operatori culturali e le istituzioni, ma anche per un intero ecosistema di cui fanno parte artigiani, restauratori, trasportatori, organizzazioni fieristiche e altri professionisti legati a questo settore, che ne subiranno le più severe conseguenze. Chiediamo quindi che il Governo non perda questa opportunità, non per sostenere un mondo di oggetti esclusivi ma per salvaguardare il sistema culturale italiano”.
L’Italia si avvia a diventare un ‘deserto culturale’
“Mantenendo l’attuale fiscalità per le opere d’arte gravosa, non competitiva e penalizzante, l’Italia si avvia a perdere una gran parte delle sue imprese creative e a diventare un deserto culturale”, spiegano i firmatari della lettera. “Lo sguardo del nostro Paese non può essere rivolto solo al passat; l’arte di oggi saàr quella antica di domani e deve essere sostenuta riconoscendone il valore per la società in termini di benessere, educazione, giustizia sociale, comprensione della nostra storia e capacità di elaborare il proprio futuro.
L’Italia deve riconquistare il suo ruolo al centro del dibattito culturale internazionale, un obiettivo oggi impossibile a causa di una decisione che riduce l’intero sistema dell’arte ai limiti della sopravvivenza e influisce gravemente sulla capacità di noi artisti di sostenere la nostra pratica, vivere del nostro lavoro e contribuire alla crescita culturale del nostro Paese”.
Valentina Muzi
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