“Gibellina Capitale dell’Arte Contemporanea sarà un progetto di valore”. Le precisazioni del sindaco
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di rettifica che il Sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera, ha inviato ad Artribune in seguito alla pubblicazione di una riflessione di Vito Ancona sulle speranze deluse e le aspettative per Agrigento e Gibellina

Pubblicavamo, qualche giorno fa, l’ennesimo triste approfondimento sull’occasione perduta di Agrigento Capitale italiana della Cultura, ampliando però il discorso al futuro che attende, nel 2026, la città di Gibellina, sempre nell’Agrigentino, che si appresta a diventare prima Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea. Una riflessione firmata da Vito Ancona che ora riceve la risposta del sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera. La lettera inviata alla nostra Redazione, che volentieri pubblichiamo integralmente, esprime il diritto di rettifica circa il percorso che Gibellina intraprenderà in vista dell’appuntamento del 2026. Nella speranza che dopo gli inciampi di Agrigento, Gibellina possa riscattare
La lettera del Sindaco di Gibellina sulla Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea
“Pur rientrando pienamente nel diritto di critica l’analisi della governance di Agrigento Capitale della Cultura, nulla si può invece dire sulla capacità di governance di Gibellina a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea, evento che si svolgerà nel 2026 e che non è quindi ancora “valutabile”. Il titolo che fa riferimento a Gibellina è dunque fuorviante e, per quanto attiene alla città che rappresento nella qualità di Sindaco, chiaramente denigratorio. Non si capisce, infatti, a quali “inefficienze, lotte di potere ed egoismi” faccia riferimento l’articolista. Onestamente il corpo del testo nulla di concreto e specifico contiene in merito se non pure allusioni condite da luoghi comuni completamente falsi. A mero titolo di esempio, si accusa Gibellina di avere come Agrigento un problema di abusivismo edilizio (tema che non riguarda il Comune di Gibellina), si citano poi le dimissioni di Calogero Pumilia determinate – secondo l’articolista – dal fatto che “gli ingenti fondi pubblici richiamano le falene e le lotte per il potere in cui l’Onorevole non voleva trovarsi immerso”. A quali ingenti fondi pubblici fa riferimento Ancona, a quali lotte per il potere? Nulla ci dice su questo l’autore dell’articolo.
Il pezzo si conclude poi con una chiosa che ci lascia basiti: “Noi ci auguriamo che la logica non sia quella egoistica, familiare e clientelista di chi vuole guardare soltanto al proprio circolo ristretto e “’cambiare tutto per conservare tutto com’è’ ”. Mi chiedo, sulla base di quale indizio – che non sia una puro processo alle intenzioni – l’articolista ritenga che ci sia questo rischio? Per quale motivo proprio Gibellina correrebbe il rischio di essere caratterizzata da egoismo, familismo, clientelismo e da una logica gattopardiana? Credo fermamente nella libertà di stampa che non deve però diventare libertà di allusione e pregiudizio. Vito Ancona, d’altronde, non ha mai intervistato nessun esponente dell’Amministrazione Comunale né della Fondazione Orestiadi o del comitato promotore di Gibellina Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea. Le affermazioni che riporta l’autore nell’articolo non sono suffragate da fatti a sostegno di quelle che, in questo modo, diventano mere opinioni personali che rischiano, però, di incidere sulla reputazione di un territorio e di un progetto a cui il Ministero ha riconosciuto l’alto valore”.
Salvatore Sutera, Sindaco di Gibellina
Per completezza, pubblichiamo qui anche la risposta al Sindaco di Vito Ancona:
Vorrei precisare che non stavo insinuando in alcun modo che ci siano cattive intenzioni dell’amministrazione attuale del Comune di Gibellina, d’altronde non conosco dall’interno le dinamiche e non ne ho intervistato i membri, come precisa il sindaco. Stavo inquadrando la situazione in un contesto più ampio, che in un breve articolo era impossibile sviscerare per intero. So anche che nel comitato scientifico della fondazione Orestiadi figurano personaggi di spessore e che stimo molto, come Andrea Cortellessa, e che il direttore della sezione Arti Visive è Achille Bonito Oliva stesso, e che stiamo parlando di un Istituto di Alta Cultura con cui ho avuto io stesso modo di relazionarmi sempre con grande piacere.
Mi riferivo piuttosto al periodo posteriore alla morte stessa del sindaco che ha permesso la rinascita di Gibellina, Ludovico Corrao, avvenuta nel 2011, caduta in un parziale oblio, alla chiusura di Saiful Islam, accusato dell’omicidio, nel carcere psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto, e ai trambusti che seguono qualsiasi riassestamento. L’operazione di Corrao si è svolta non solo perché ricopriva la carica di sindaco di Gibellina e perché aveva un passato di prestigio, ma anche perché aveva grandi ambizioni culturali, ed è giusto dare dignità al lascito.
Mi riferivo anche al ridimensionamento del festival teatrale rispetto al periodo d’oro della direzione di Franco Quadri, in cui Gibellina aveva raggiunto dei traguardi eccezionali, a livello di artisti coinvolti, pubblico, scenografie, originalità. Ad ogni modo è da riconoscere la capacità della Fondazione di portare avanti l’eredità del festival teatrale, grazie alla presidenza di Pumilia, e di assicurare degli spazi per le collezioni museali.
Rispetto alle dimissioni di Pumilia, mi riferivo alle sue stesse dichiarazioni: “Per proteggere la mia dignità non mi restano che le dimissioni. In Sicilia spesso si è molto bravi a trasformare un’opportunità in un’occasione di rissa banale e volgare”(L’Ansa – 4 gennaio 2025)
E sulla Repubblica (3 gennaio 2025) ha dichiarato “si sono scatenate le ambizioni e il protagonismo di qualche personaggio”. Dunque lo stesso ex-presidente avvalla le dimissioni non volute, e da personaggio di notevole cultura e con una lunga carriera alle spalle non ci si può che porre delle domande.
Se ho scritto è perché ritengo le collezioni d’arte contemporanea del museo delle Trame Mediterranee e del MAC di Gibellina tra le più valide in Italia e perché penso sia importante valorizzarle al meglio. Non nascondo che mi è dispiaciuto negli anni passati, durante numerose visite, vedere le opere d’arte pubblica in stato di abbandono.
Ritengo comunque che di queste questioni non si debba fare carico solo l’amministrazione, così come non deve sentirsi accusata, ci sono cause anche sociali, ambientali, di posizione geografica, di fondi, che sono sicuro non siano semplici da affrontare.
Spesso accade che in mancanza di altri enti forti e strutturati, si accusino le amministrazioni di qualsiasi problematica, ma siamo tutti membri di una comunità e di una società, chiamati a assumerci delle responsabilità, tanto è vero che non ho accusato in alcun modo il sindaco Sutera di negligenza o di scarso impegno e sono sicuro che il programma di Gibellina Capitale dell’Arte contemporanea 2026 stia procedendo con il massimo impegno.
Intendevo dire che per un patrimonio artistico che può entrare a tutti gli effetti nel circuito nazionale e internazionale come roccaforte della Transavanguardia e non solo, non inferiore al Castello di Rivoli di Torino, roccaforte dell’Arte Povera, non basti solo l’impegno dell’amministrazione comunale e della comunità locale, ma servano figure esperte, ben aggiornate sulle dinamiche dell’arte, che lavorino attivamente sul campo per poter portare avanti l’eredità e far si che non rimanga tale e per organizzare mostre temporanee di ampio respiro, oltre quelle sicuramente molto valide che vengono già organizzate.
Qui non si parla solo di fare un buon lavoro, o di avere buone intenzioni, ma di essere preparati e consapevoli. Nonostante la critica, che voleva essere anche uno sprone a dare valore alla città, riponiamo fiducia nell’amministrazione e nel suo operato.
Vorrei infatti puntualizzare che criticare e mettere in discussione è anche una modalità per spronare. Io sono un grande sostenitore di Gibellina e della sua meravigliosa storia e se ne scrivo è per il forte legame che nutro nei suoi confronti.
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