Banane sulla scultura di Price a Firenze. Se l’arte pubblica scatena il razzismo
La scultura era stata collocata in Piazza della Signoria lo scorso 15 marzo, generando non poche discussioni. Fino all’azione razzista di due giovani che hanno appeso alla figura della donna nera assorta nella lettura del suo smartphone delle banane, in segno di spregio

Qual è la funzione dell’arte pubblica? Quando l’arte esce dagli spazi confortevoli dei musei e delle gallerie, dei luoghi ad essa deputati, con un pubblico mirato, o quanto meno che la riconosce proprio a causa del recinto in cui si colloca, molte possono essere le reazioni e le risposte. L’arte pubblica si confronta con lo spazio che è di tutti, pagato da tutti, tutti con opinioni e sensibilità differenti. Può dunque generare consenso e dissenso, può essere oggetto di vandalismo, ma può anche, come nel caso di Time Unfolding di Thomas J.Price attivare un meccanismo che è spia di qualcosa di più ampio e perciò più preoccupante.
L’opera di Thomas J. Price in Piazza della Signoria
L’opera dell’artista britannico Price, collocata, grazie alle scelte e con la curatela di Sergio Risaliti e del Museo Novecento Firenze in Piazza della Signoria e in alcune sale di Palazzo Vecchio aveva già fatto molto discutere, sia il pubblico che ai piani “alti” della critica italiana. La sua collocazione in uno dei luoghi più preziosi della vita fiorentina seguiva infatti un dibattito prima cittadino, poi nazionale, circa gli interventi in Piazza Duomo de I Giganti di Emanuele Giannelli, con le note cronache che hanno interessato anche il nostro giornale. Tralasciamo almeno per questa volta un’atmosfera che Artribune ha anticipato: quella che consente di rispondere alle domande dei giornalisti con comportamenti non consoni, come rilevato anche dal Consiglio Nazionale dell’Ordine, e concentriamoci sulla funzione dell’arte nello spazio pubblico.
La mostra di Price in Piazza della Signoria
Molti, soprattutto a mezzo social, hanno chiesto quale fosse la differenza tra l’intervento di Giannelli e quello di Price e perché “ci andasse bene il secondo ma non il primo”, cito testualmente. Qualcuno in un video girato su Facebook e Instagram dice: “Pensavo che fosse una pubblicità dei telefoni… (la ragazza nera di Price è assorta nel leggere il proprio smartphone, ndr). Perché mettere una cosa del genere nella città del Rinascimento? A Nardella (che peraltro non è più Sindaco dal 2024) l’arte bella proprio non gli garba”. Da critica d’arte avrei risposto che era evidente la qualità del lavoro, della plastica e del progetto, che le opere nella mostra a Palazzo Vecchio detournavano la questione del potere, andando a inserire nella residenza di Cosimo I e poi residenza del Parlamento di Italia, figure – corpi moderni, corpi neri, corpi femminili – che fino ad ora non avevano mai trovato equa rappresentazione nella storia dell’arte, se non in ruoli comprimari, o subordinati, o in una inaccettabile celebrazione coloniale. Una riflessione trasversale, dunque, sulla funzione del monumento e della scultura nello spazio pubblico che ha interessato gli artisti fin dalle avanguardie storiche, ma anche sulle icone della storia dell’arte che ha attraversato gli ultimi decenni del dibattito pubblico e internazionale.

Le banane sulla statua di Price
La riflessione generata dalle opere di Price era già in atto. Infastidendo. Tanto che a un certo punto, nella giornata del 26 marzo 2025 due giovani hanno reputato opportuno appendere delle banane alla statua in Piazza della Signoria, venendo immediatamente fermati e sanzionati dalle Forze dell’Ordine. Perché un gesto apparentemente puerile non può essere derubricato come una goliardata? Lo spiega Risaliti in un comunicato “Non è arte quella di questi due ragazzi, non è performance, non è attivismo. Ci si guardi bene dal considerarla goliardia, una ragazzata. È la punta di un iceberg che schizza fuori da una putrida melma culturale e sociale. È purtroppo un gesto che significa quello che è drammaticamente: qualcosa di osceno e violento che si chiama razzismo, frutto dell’ignoranza bestiale. Non si pensi che non sapessero quale limite stessero superando, sapevano bene che significato assumevano quelle banane sul corpo di una ragazza nera. Appendere banane alla scultura di Thomas J Price ci dice quanto ci sia ancora bisogno di combattere il razzismo e la discriminazione in tutte le sue forme”.
L’arte contemporanea e la questione del razzismo
Ci dice anche, inoltre, quanto il vento stia pericolosamente cambiando, quanto i venti internazionali che stiamo respirando negli ultimi mesi abbiano reso plausibile e accessibile un gesto del genere alle nuove generazioni. È la spia di un clima culturale reazionario che sta riportando a galla questioni oscure, rischiando di rendere vano tutto l’impegno che intellettuali, artisti, ma soprattutto gruppi di giovani attivisti hanno profuso nello scardinare pensieri, comportamenti e opere discriminatorie. “Un gesto inqualificabile”, commenta sulle note de La Repubblica Firenze, l’Assessore comunale alla cultura Giovanni Bettarini. La sola ipotesi che sia stato un gesto di razzismo lo rende ancora più grave. La scultura molto bella, essendo in luogo pubblico, crea discussione e attenzione. Ma serve una grammatica del rispetto”. Tutto questo avviene mentre la Sindaca di Firenze Sara Funaro sottoscrive a Bruxelles (nella giornata del 26 marzo) l’impegno della città toscana ad agire secondo i principi del Pilastro europeo per i diritti sociali, per creare città sempre più inclusive e contro le disuguaglianze.
Perché il caso di Price è importante
“Leggendo la lettera del Direttore di Museo Novecento e gli articoli su Repubblica o La Nazione”, commentano Johanne Affricot, curator at large all’American Academy in Rome, fondatrice e direttrice artistica di Spazio Griot e Justin Randolph Thompson, artista e direttore Black History Month Florence, “non possiamo che condannare l’azione, come è naturale che sia. Purtroppo questo tipo di risposta era prevedibile, sia rispetto alla consapevolezza di attraversare una società che respinge corpi considerati altri (della serie “your body my choice”), sia rispetto all’alfabetizzazione o alla relazione che le persone hanno in generale con il linguaggio dell’arte contemporanea, in questo caso pubblica. L’opera di Price è un bel lavoro, è un’opera rivoluzionaria perché probabilmente è la prima volta che in uno spazio pubblico come Piazza della Signoria troviamo la statua di una donna Nera, effigiata mentre è intenta a compiere un’azione in cui tutte e tutti possono indentificarsi. Quindi non incorpora quei codici di lotta che ci si aspetta sempre di vedere quando si rappresentano donne Nere (o persone Nere in generale). Ma comunque basta la presenza di una donna Nera, animata o inanimata che sia, per provocare queste reazioni. Allora la riflessione deve necessariamente andare a monte, alla necessità di fare un lavoro più profondo e costante, al non aspettare che accadano questi fatti per parlarne”.
Sono molti i timori che devono tenerci vivi in questo preciso momento storico: la paura che il mutato vento politico internazionale renda inattuali temi che fino ad oggi sono stati centrali, derubricandone l’importanza a fenomeni di costume e abbassando considerevolmente la nostra asticella dell’indignazione. La paura che un paese vecchio come il nostro si agiti di fronte a giovani attivisti che colpiscono con una protesta tutto sommato pacifica le icone del potere (e quindi anche della storia dell’arte) in nome di valori come la salvaguardia dell’ambiente e il futuro degli ecosistemi, ma reagisca con una scrollatina di spalle di fronte a una azione che lede la dignità del corpo nero e del corpo femminile. La paura che non venga ancora colta l’opportunità di una riflessione intersezionale che mette l’arte contemporanea nel punto nevralgico dei cambiamenti in atto. Proprio per questo il caso Price non è una questione né privata, né locale. È un caso di ampio respiro, sul quale bisogna riflettere e allarmarci tutti.
Santa Nastro
Libri consigliati:
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati