Agrigento Capitale della Cultura riparte da Giuseppe Parello. La Fondazione Agrigento 2025 ha un nuovo direttore
Ancora tempo di nomine per Agrigento Capitale della Cultura, che sconta ritardi, dimissioni, polemiche, problemi relativi alle condizioni generali della città. Il nuovo direttore della Fondazione chiamata a gestire il programma culturale dell’evento è un uomo dell’amministrazione regionale e attuale direttore del Museo Salinas

A due settimane dall’addio di Roberto Albergoni, l’uomo che aveva elaborato il dossier di Agrigento Capitale della Cultura, la Fondazione Agrigento 2025 ha un nuovo direttore generale. Risolto dunque in tempi dignitosi il vulnus creato dal secondo clamoroso caso di dimissioni che aveva ulteriormente agitato le già cattive acque del grande evento siciliano (prima di Albergoni si era dimesso il presidente, Giacomo Minio).
Chi è Giuseppe Parello, il nuovo direttore di Agrigento 2025
Ed ecco il nome jolly, ormai confermato e in attesa solo dell’ufficializzazione, secondo prassi burocratiche: si tratta di Giuseppe Parello, classe 1958, agrigentino di Aragona, burocrate di lungo corso in seno alla regione siciliana, fin dal 1991 dirigente dell’Assessorato ai Beni culturali. Di formazione architetto, ha ricoperto ruoli apicali presso diversi rami e servizi dell’amministrazione, arrivando negli ultimi anni a guidare importanti istituti ed enti d’ambito archeologico. Dal 2011 al 2019 ricopre così il ruolo di direttore del Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, ente regionale autonomo, custode del patrimonio monumentale dell’antica Akragas. Un incarico prestigioso, che per otto anni lo vede misurarsi con la gestione amministrativa, ma anche con l’organizzazione di eventi, mostre, attività culturali, scavi, pubblicazioni.
Concluso il doppio mandato, viene nominato responsabile del Servizio Parchi e Siti Unesco, per le azioni di coordinamento, monitoraggio, sostegno e gestione del Sistema dei Parchi archeologici regionali (incarico appena passato a Carmen Madonia), quindi, nell’aprile del 2024, diventa direttore del Museo archeologico regionale A. Salinas di Palermo – il più antico museo della Sicilia – a seguito del pensionamento di Caterina Greco (ultima Dirigente regionale archeologa insieme a Gabriella Tigano, ex direttrice del Parco di Taormina, in pensione anche lei nello stesso anno: una carenza che pesa e che andrebbe colmata con opportuni concorsi). A luglio 2024 un altro ruolo strategico, che lo porterà a dividersi tra il capoluogo e la sua Agrigento, dove ritorna nelle vesti di presidente del Consiglio del Parco della Valle dei Templi.

Parello, un uomo della Regione alla guida di Agrigento Capitale
Accantonata dunque l’ipotesi non entusiasmante di tirare dentro il segretario generale del Libero Consorzio agrigentino (nella cui sede si è formalmente stabilita la Fondazione, mai entrata nella designata e incompiuta sede di Palazzo Tommasi), Giuseppe Parello è evidentemente parso l’uomo giusto al momento giusto: profondo conoscitore del territorio, ma soprattutto della macchina amministrativa, con una lunga esperienza sul campo, si spera possa fornire la spinta decisiva per attuare i famosi 44 progetti inseriti nel dossier di Albergoni e fin qui rimasti nel limbo per ritardi di ogni sorta, a partire dall’approvazione del bilancio della Fondazione, giunta solo una ventina di giorni fa.
Parello è stato inoltre una figura chiave nell’iter che ha portato la Regione a investire 5 milioni di euro per progetti di matrice regionale, destinati ad affiancare il programma vincitore di Agrigento Capitale: è infatti uno dei quattro membri del “gruppo di lavoro” istituito per individuare le strategie necessarie, vagliare le proposte e gestire i fondi. Con lui, scelto in rappresentanza dell’assessore, furono nominati l’allora Presidente di Agrigento 2025, Giacomo Minio (oggi sostituito dall’ex prefetta Maria Teresa Cucinotta), il sindaco di Agrigento Micciché e il delegato del presidente della Regione Danilo Dominici.
La scelta di oggi conferma dunque il simbolico “commissariamento” che la Regione avrebbe inteso porre su una straordinaria occasione in buona parte perduta, almeno fin qui: escluso naturalmente il ricorso a un professionista esterno, un altro manager della cultura, un curatore, un direttore museale (nessuno sarebbe salito su una barca giunta quasi a metà cammino, con mille difficoltà da risolvere, ereditando il programma di qualcun altro), è a un uomo dell’assessorato che va il difficile incarico, persona di fiducia di Schifani, già fortemente coinvolto nelle progettualità per il 2025 in virtù dei suoi molteplici ruoli.









I progetti della Regione siciliana per Agrigento Capitale della Cultura
Intanto, nel pantano generale, le uniche attività avviate sono proprio quelle organizzate dalla Regione, con il Parco della Valle dei Templi nel ruolo di stazione appaltante. Il che è un paradosso: la Fondazione Agrigento 2025 che fa capo al Comune (soggetto vincitore della candidatura) e che in virtù del proprio status giuridico dovrebbe poter snellire e velocizzare i processi gestionali e organizzativi, è invece rimasta ferma al palo, mentre l’amministrazione pubblica, solitamente penalizzata da meccanismi lunghi e farraginosi, ha portato a casa un po’ di risultati. Tra questi: il concerto del Volo lo scorso agosto, al tempio della Concordia, trasmesso in mondovisione la notte di Capodanno; la mostra sugli splendidi vasi della collezione Panitteri di Monaco, allestita già a fine dicembre al Museo Pietro Griffo di Agrigento; la piccola (e non entusiasmante) mostra a Villa Aurea, con 21 opere d’arte provenienti da collezioni e fondazioni bancarie, una per ogni regione d’Italia e movimento artistico del ‘900; la mostra sul rapporto tra l’aristocratica famiglia dei Chiaramonte e Agrigento, in età medievale, appena inaugurata nei locali del Monastero di Santo Spirito; la mostra Segreta Agrigento – Radici d’Antico, con i tesori della Caserma “Anghelone” della Polizia di Stato di Agrigento, la quale ha sede in un sito archeologico di circa 2000 mq, scoperto negli anni ’60; e ancora il reportage fotografico sull’India curato da Farm Cultural Park a Villa Genuardi. A corredo, programmi di laboratori didattici, visite guidate, talk.
Il commento di Giuseppe Parello dopo la nuova nomina
Parello, neo direttore in pectore, in assenza di incarico ufficiale non può ancora rilasciare dichiarazioni nel merito. Ma sceglie di dirci qualcosa proprio sul lavoro portato avanti in questi mesi. Un lavoro che lui, tra gli attori in campo direttamente coinvolti, ha seguito in tutte le fasi: “L’intendimento della Regione era quello di promuovere delle iniziative con l’obiettivo di raccontare la storia della città nelle sue fasi più brillanti, quella classica certamente e quella medievale, tra la collezione Panitteri e i Chiaramonte, ma con una sponda anche relativa a ciò che si muove oggi nella città stessa rispetto ai temi dell’archeologia pubblica, su cui il Parco della Valle dei Templi è all’avanguardia da tanti anni: da qui la mostra alla Caserma Anghelone, partita da una ricerca condivisa e da una significativa apertura alla comunità, ai cittadini, agli studiosi – non solo agrigentini – e che ha trovato posto in un luogo molto particolare. E così la mostra di Farm Cultural Park, che è il racconto della città indiana di Varanasi, ma che è anche un progetto di riqualificazione, recupero e valorizzazione di villa Genuardi, sede della Soprintendenza, uno splendido sito, con un giardino ottocentesco che si affaccia sulla Valle dei Templi, e che ora può essere visitato. Sono tutti risultati che naturalmente non mi attribuisco, ma che sono frutto del grande impegno della Regione siciliana”.
A tutto questo si aggiungono alcuni eventi extra, calendarizzati annualmente, come la sagra del Mandorlo in Fiore, anche questa realizzata grazie all’enorme supporto economico regionale, e poche attività esterne, intercettate e inserite in programma come appuntamenti collaterali. Per i progetti artistici e culturali del dossier vincitore, per cui la Fondazione dovrà essere stazione appaltante, bisognerà adesso premere l’acceleratore. Giuseppe Parello ha allora tra le mani una sfida che corrisponde all’ultima chance possibile. Tocca a lui ristabilire equilibri, calendari, priorità, per far ripartire i motori. Sperando che l’estate, nonostante le profonde problematiche che Agrigento presenta sul piano dei servizi essenziali, della qualità della vita, della rigenerazione urbana, possa quantomeno regalare alla Sicilia un bouquet di appuntamenti di qualità, ma soprattutto una dose ricostituente di fiducia.
Sul piano dell’immagine e della comunicazione il lavoro da fare sarà forse ancor più arduo: un tasto fondamentale, su cui occorrerà investire non solo denari, ma soprattutto idee buone, professionalità all’altezza, strategie, contenuti e tempistiche degni dell’occasione e di un territorio dalle potenzialità straordinarie, troppo spesso svilito, sacrificato, dimenticato.
Helga Marsala
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