Tagli scellerati dal Governo alla cultura. Biennale, FAI e Triennale decurtate, soldi spostati sul Festival delle Città Identitarie

Nel 2025 il Ministero della Cultura potrà amministrare meno risorse economiche in favore di enti, fondazioni e associazioni culturali che normalmente finanzia. A farne le spese sono, tra gli altri, la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma. Festeggia, invece, il Festival delle Città Identitarie

Una settimana per decidere le sorti di cultura e istruzione pubblica in Italia. I primi giorni di aprile 2025, in Senato, coincidono con le audizioni della Commissione Cultura, che variamente passa dal discutere il disegno di legge presentato dalla Lega che delega al Governo la modifica del Codice dei beni culturali e del paesaggio – per rivedere il ruolo delle soprintendenze in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica – all’approvazione del Ddl Abiti storici (se ne sentiva davvero il bisogno?), che istituisce la Giornata nazionale degli abiti storici (l’11 novembre, davvero eh!) “al fine di celebrare gli abiti storici in tutte le loro forme, gli artisti, gli artigiani, i cultori e i lavoratori del settore”.
In questo contesto si colloca la votazione del parere che dovrebbe indirizzare il “riparto” dei contributi che il Ministero della Cultura erogherà in favore degli enti, fondazioni, associazioni e istituti culturali italiani nel 2025.

Due milioni in meno dal Ministero della Cultura per enti e fondazioni culturali

Uno stanziamento che, a seguito dei cospicui tagli alla Cultura approvati con la Legge di Bilancio 2025 – meno 147 milioni nel 2025, 178 nel 2026 e 204 nel 2027, con decurtazioni che colpiscono soprattutto la tutela del patrimonio culturale, con 100 milioni in meno, e poi le belle arti (meno 36), i beni librari e dell’editoria (meno 18), i beni archivistici (meno 13,5), il cinema (meno 3) – ammonta complessivamente a 34.051.090 euro, secondo quanto già sancito da decreto ministeriale dello scorso 14 gennaio 2025. Nel 2024, la cifra a disposizione del Ministero della Cultura toccava, invece, quota 35.843.252 euro. A fronte di una diminuzione lampante delle risorse, si è deciso di ripartire il decremento, pari a quasi 1 milione e 800 mila euro, distribuendolo “nella stessa misura percentuale su ogni singolo intervento previsto nella ripartizione”, si legge nel documento presentato in Commissione Cultura.

Il Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale di Venezia. Foto Jens Schwan
Il Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale di Venezia. Photo Jens Schwan

Due milioni in meno per la Cultura nel 2025: tagli per Biennale, Quadriennale, Festival dei Due Mondi

E dunque, secondo tabella allegata, al Festival dei Due Mondi di Spoleto toccherebbe una decurtazione di poco inferiore ai 100mila euro, alla Triennale di Milano di quasi 150mila euro, alla Quadriennale di Roma di circa 50mila euro. Mentre la Fondazione Biennale di Venezia, che nel 2024 aveva ricevuto dal Ministero quasi 16 milioni di euro – l’importo nettamente più alto tra i quelli corrisposti ai soggetti beneficiari – dovrà fare i conti, quest’anno, con un ammanco di circa 800mila euro. Penalizzati anche, seppur in misura minore, il FAI, diverse manifestazioni musicali, centri studi e di ricerca che operano sul territorio nazionale. Nel complesso, un taglio di quasi 2 milioni di euro recepito con parere favorevole dalla Commissione Cultura al Senato, con il centrodestra compatto e il M5S unica forza contraria, a fronte della quota Pd che ha scelto di astenersi, pur criticando la condotta del governo Meloni in materia culturale: “Come Pd siamo contro le ‘marchette’ che il governo Meloni continua a fare in tema di Cultura, che si accompagnano ai tagli lineari imposti al ministero della Cultura e quindi agli enti, alle fondazioni e alle manifestazioni di carattere culturale. Lo abbiamo ribadito in commissione, mettendolo agli atti del parere sul riparto dei contributi di competenza del ministero stesso”, ha commentato la senatrice Pd Cecilia D’Elia, capogruppo del partito nella Commissione Cultura di Palazzo Madama.

Il caso controcorrente: il sostegno per il Festival delle Città Identitarie

I tagli, non ancora ratificati in via definitiva, saranno con molta probabilità confermati (il via libera di Montecitorio era già arrivato). E non potrebbe essere altrimenti visto lo scellerato trattamento riservato alla Cultura in sede di Legge di Bilancio, quando sarebbe stato forse opportuno manifestare un’indignazione più compatta da parte delle forze di opposizione. Ma la polemica divampa ora per un’operazione collaterale che sembra contraddire la necessità per il Ministero della Cultura di far fronte alle assodate ristrettezze economiche. Mentre ratifica come ineluttabili i tagli suddetti, infatti, la Commissione Cultura approva lo stanziamento di mezzo milione di euro per sostenere l’organizzazione del Festival delle Città Identitarie, rimandando la presentazione di eventuali emendamenti al prossimo 14 aprile. E se già è lecito interrogarsi sulla fattibilità di un sostegno economico così massiccio per una sola manifestazione, nel contesto in cui è costretto a muoversi il Ministero della Cultura nel 2025, ulteriori dubbi scaturiscono dalla natura del Festival che ne beneficerà.

Il Festival delle Città Identitarie a Pomezia nel 2024
Il Festival delle Città Identitarie a Pomezia nel 2024

Cos’è il Festival delle Città Identitarie

Il Festival delle Città Identitarie è organizzato annualmente dalla Fondazione Città identitarie ETS, ente del terzo settore, “in favore di iniziative che si svolgono nelle piazze e nei teatri dei Comuni ospitanti la manifestazione, volte a far conoscere le radici culturali e artistiche di borghi e città d’Italia, attraverso il coinvolgimento delle associazioni culturali locali”. La rassegna itinerante, ideata da Edoardo Sylos Labini e arrivata all’XI edizione, sarà organizzata nel 2025 a Chioggia, dal 4 al 6 luglio. E l’amministrazione locale – che riceverà direttamente un contributo di 60mila euro, dei 500mila stanziati – ha accolto con particolare favore la notizia: “L’importante contributo che il Ministero della Cultura ci ha riconosciuto per il progetto Città identitarie” spiega l’Assessore alla Cultura Elena Zennaro “è la conferma che stiamo lavorando bene, in termini di scelta dei temi culturali da sviluppare, tempi e modi”.
Nel 2024, invece, il Festival si era tenuto a Pomezia, alle porte di Roma, “condotto da un regista noto soprattutto per la sua vicinanza a Giorgia Meloni (tra gli ospiti figurava anche Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, ndR)”, evidenzia il capogruppo del M5S in commissione Cultura del Senato, Luca Pirondini, denunciando “l’ennesimo caso di amichettismo, anziché su merito, storia e impatto culturale reale. Un mix di tagli dove i soldi servono e di sprechi in marchette per gli amici che fa tremare i polsi e che nulla ha a che fare con l’interesse pubblico”.

Cos’è la Cultura per il governo Meloni?

Al di là dell’accusa di amichettismo – da soppesare nel contesto delle classiche schermaglie tra partiti – con riferimento all’attore e regista Sylos Labini, è chiaro come il Festival delle Città Identitarie, che per statuto si propone di promuovere “tutto ciò che concerne l’italianità e il Made in Italy”, possa piacere al governo Meloni ed essere in linea con le sue politiche culturali. In coerenza con la decisione di istituire una Giornata nazionale degli Abiti Storici; o con l’approccio passatista della Riforma della Scuola promossa da Giuseppe Valditara, tra Bibbia e folklore. E, tornando indietro nel tempo, anche con le parole sul valore della cultura pronunciate durante il discorso di insediamento alla Camera dell’allora neopremier nell’ottobre del 2022.
Nel frattempo, il settore culturale italiano fa in conti non solo con la compressione delle risorse economiche dovuta alla difficile gestione dei conti pubblici, ma anche con l’incapacità, da parte del Governo, di definire (e rendere trasparente) come gestire i tagli, stabilendo obiettivi e priorità che siano reale motore di crescita culturale del Paese.

Livia Montagnoli

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