Frank Espinosa e il calzolaio prodigioso

Tra gli accessori della tentazione femminile, la calzatura ricopre storicamente un ruolo di primo piano. Strettamente allacciato al feticismo del piede, il feticismo della scarpa – passione spesso tenuta pudicamente nascosta – conta innumerevoli aneddoti, adepti, studi, leggende.

Si può essere più o meno indifferenti alla fascinazione della scarpa, ma va comunque riconosciuto lo strisciante potere seduttivo di certe armonie di forme arcuate, di certi accostamenti di materiali fascianti, di certi contrasti cromatici sulla pelle delicata che ricopre tarsi e metatarsi.
Tra i massimi profeti della calzatura, specie femminile, troneggia Salvatore Ferragamo, vero mago della progettazione calzaturiera, che dall’infanzia povera nell’avellinese all’emigrazione negli Stati Uniti, dai primi fasti hollywoodiani al ritorno nell’Italia fascista, dal fallimento economico alla industriosa rinascita e ai nuovi grandi successi internazionali, seppe trasfigurare l’artigianato in arte rifasciando in modi sorprendenti e irripetibili non solo i piedini di Judy Garland, Eva Peron, Sophia Loren, Marilyn Monroe, ma pure a meraviglia i piedoni “impossibili” di Greta Garbo.
La favola umana e artistica de Il calzolaio prodigioso è ora rievocata e celebrata dal Museo che ne prende e rilancia il nome, con una ampia mostra interdisciplinare ospitata per un anno nella bella sede fiorentina di Palazzo Spini Feroni. La sontuosissima esposizione (con sottotitolo Fiabe e leggende di scarpe e calzolai, a cura di Stefania Ricci, Sergio Risaliti, Luca Scarlini e debitamente documentata in un catalogone Skira) accosta esempi diretti della produzione di Ferragamo a curiosi reperti storici (bronzi del Giambologna, manoscritti di Garcia Lorca…), una ricca raccolta di libri per l’infanzia dedicati alle scarpe “favolose” (Il gatto con gli stivali, Cenerentola, Scarpette Rosse…), molti lavori artistici attinenti (di Carol Rama, Daniel Spoerri, Jan Švankmajer, Annette Lemieux…) e opere addirittura commissionate per l’occasione (a Mimmo Paladino, Ann Craven, Liu Jianhua…), tra cui anche poesie, racconti, cortometraggi, una partitura di Luis Bacalov e così via.

Salvatore Ferragamo

Salvatore Ferragamo

In tanto fantasioso Barnum di stringhe tacchi lustrini lacci – incuriosente, interessante, frastornante – ciò che qui ci piace segnalare è un fumetto. In 26 tavole, definite con qualche esagerazione (come la moda vuole) ‘graphic novel’, il talentuoso americano Frank Espinosa reinterpreta e condensa in accese pennellate acriliche la biografia del Ferragamo capostipite, sorprendendo per la sinuosa sensualità e l’espressiva qualità pittorica della sua narratività grafica. Il che può suggerire, una volta di più, che oggi la tradizione dello specifico pittorico “passionale” sopravvive ed evolve facilmente più e meglio nell’arte applicata che in quella cosiddetta pura. Alla faccia dei purismi.

Ferruccio Giromini

Firenze // fino al 31 marzo 2014
Il calzolaio prodigioso. Fiabe e leggende di scarpe e calzolai 
a cura di Stefania Ricci, Sergio Risaliti e Luca Scarlini
MUSEO FERRAGAMO
Piazza Santa Trinità 5
055 3562455
[email protected]
www.museoferragamo.it

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #13/14

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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