Mercurio 8000 Hg: un multiplo social
Miscelare arte povera, social network, collezionismo low cost e logica del multiplo. Così è nata l’idea per “Mercurio” a Cristiano Petrucci. Che qui racconta basi e sviluppi del suo progetto.
Studi dello psicologo statunitense Paul Ekman lo confermano: le espressioni facciali con cui si manifestano le emozioni più comuni sono universali e non risentono del contesto culturale. La popolarità delle emoticon – le faccine che riproducono in maniera stilizzata alcune delle più diffuse espressioni facciali umane – risiede evidentemente in assunto. Impiegate sia nel linguaggio degli sms che su internet, racchiudono in sé, fin dal nome, la potenzialità di esprimere emozioni attraverso un’icona.
Per i suoi lavori, Cristiano Petrucci, proprio ispirandosi alle emoticon, fa uso di palline da ping-pong sulle quali imprime le diverse espressioni facciali. La sua ricerca parte da una riflessione sulle dinamiche della comunicazione non verbale contemporanea, in special modo quella che avviene tramite i social network. Con il passare del tempo le sue faccine hanno subito un processo di stilizzazione più ampia: gli occhi degli smile sono ammaccature della superficie e la bocca un taglio sulla piccola sfera.
Il suo ultimo progetto è ambizioso, social e stimola la creatività. Ulteriore passo in avanti nella sua ricerca, in esso si rendono manifeste alcune dinamiche legate a Facebook. Mercurio 8000 Hg è un’opera riproducibile, un progetto installativo in divenire: un’opera d’arte dinamica, composta da multipli di piccolo formato di cui si prevede una tiratura di 8.000 pezzi. Per le caratteristiche estetiche le piccole unità di mercurio, in relazione al feltro che hanno sulla superficie perimetrale esterna, si distinguono in maschio e femmina. Proprio questa caratteristica permette ai moduli di assumere, unendosi tra loro, una conformazione complessa e variabile. Spiega l’artista: “Il progetto Mercurio è nato e concepito per unirsi, scomporsi e girare, in egual modo alle dinamiche umane dove ci si incontra, per poi allontanarsi e magari rincontrarsi ma in un’altra circostanza, in un altro modo, in un altro contesto. Considero Mercurio un progetto vivente, perché ogni unità attende la sua collocazione”.
Il collezionista di Mercurio è parte attiva del progetto. Non è solo il possessore di una parte dell’opera ma, al momento dell’acquisto, sottoscrive un accordo con l’artista che lo vincola anche a fornire una fotografia insieme al suo Mercurio. “La foto”, puntualizza Petrucci, “permette loro di esprimersi con l’obbiettivo di rendere comunicativo il lavoro. Acquistare l’opera Mercurio richiede una responsabilità. La richiesta della fotografia ha l’intento di stimolare la libertà di espressione e rappresenta il cordone che unisce me al collezionista oltre che i collezionisti tra di loro, come in una rete o un social network. Dalle foto dei collezionisti si capisce molto di loro, della loro personalità e di come si relazionano all’opera. Inoltre ho notato che si è avviata come una sorta di sfida tra i collezionisti che mi forniscono foto sempre più accattivanti”.
La pagina Facebook di Mercurio 8000 Hg è una piattaforma dove vengono caricate le foto e dove i collezionisti si possono conoscere e rimanere in contatto tra loro e con l’artista. Un’opera lowcost che, come dichiara l’artista, “ha coinvolto persone estranee al sistema dell’arte, non solo i collezionisti consueti con la C maiuscola”.
Martina Adami
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