Desertmed. Un progetto artistico per mappare le isole deserte nel Mediterraneo
Alle parole “Grecia” e “isola deserta” ai più verrà in mente un esilarante brano di Elio e le storie tese. Il progetto Desertmed si estende però a tutto il Mediterraneo e censisce tutte quelle isole che, per le ragioni più varie, sono prive – o quasi – di abitanti.
Il folto collettivo transnazionale Desertmed è unito nel nobile intento di portare avanti un’indagine artistica multidisciplinare rivolta all’analisi delle oltre trecento isole deserte del Mediterraneo e delle cause – storiche, politiche, geografiche ed economiche – che hanno portato al loro abbandono.
Di queste trecento, al momento ne sono state mappate circa quaranta, divise per tipologie: naturali, private, parchi, prigioni, militari e industriali. L’intento è creare una sorta di “cartografia poetica e concettuale degli ultimi angoli liberi del Mediterraneo”attraverso strumenti di ricerca quali video, foto, rilievi (anche sfruttando tecnologie come il 3D scanning), interviste, installazioni.
Inizialmente composto da Giulia di Lenarda, Armin Linke, Amedeo Martegani, Giuseppe Ielasi, Renato Rinaldi e Giovanna Silva, ad oggi annovera collaborazioni con importanti artisti, fotografi, architetti, sound artist, scrittori e teorici, tra i quali Daniele Ansidei, Aristide Antonas, Elina Axioti , Angelo Boriolo, Giuliana Bruno, Fabian Bechtle, Antonia Dika, Stefano Graziani, Wilfred Kühn e Simona Malvezzi, Franck Leibovici, Carlo Marchi, Carlo Ratti, Donato Ricci, Stella-Sophie Seroglou, Francesco Siddi, Andrea Tamburini.
Noto a livello internazionale, il collettivo ha già esposto nel corso degli anni – il loro progetto parte nel 2008 – in città come Berlino, Istanbul, Salonicco, Genova, Firenze, Atene.
Giulia Mura
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #21
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