I primi sei mesi di Fanta Spazio

A soli sei mesi di apertura, Alessio Baldissera, Gloria de Risi e Alberto Zenere raccontano come lo spazio espositivo all’interno dell’ex officina di NoLo, a Milano, stia crescendo. Dopo un mese di pausa e l’inaugurazione della prima personale in Italia di Wynne Greenwood, Fanta Spazio è già pronto per settembre.

La mostra da Fanta Spazio, fino al 29 maggio, presenta per la prima volta in Italia l’archivio di Tracy + the Plastics, una band che Wynne Greenwood (Seattle, 1977) ha fondato nel 1999 e in cui l’artista incarnava, performandoli, tutti e tre i membri del gruppo: la cantante Tracy, che si esibiva dal vivo, accompagnata da Nikki e Cola, rispettivamente alla tastiera e alla batteria, preregistrate e poi presentate sul palco all’interno di monitor o video proiezioni.
“Spesso i brani sono interrotti da dialoghi surreali”, ricordano i tre fondatori dello spazio espositivo, Alessio Baldissera, Gloria de Risi e Alberto Zenere. “Le tre componenti del gruppo Tracy + the Plastics si interrogano e mettono in discussione a vicenda. Il progetto, nato in un contesto pre-digitale e pre-internet, si è sviluppato nel corso di sette anni, diventando una sorta di esperimento sull’autoritratto, un’indagine sulle contraddizioni presenti all’interno di un individuo. Abbiamo incontrato il lavoro di Wynne Greenwood qualche mese fa durante una vacanza a New York, e ci siamo subito innamorati del progetto di Tracy + The Plastics. Non conoscevamo il suo lavoro, anche perché l’artista si è sempre mossa in un contesto ai margini del sistema dell’arte, e abbiamo immediatamente pensato alle affinità fra questo progetto e la ricerca di alcuni artisti più giovani che stiamo guardando. Per questo motivo abbiamo deciso di condividere con il pubblico di Milano questa scoperta”.

Tornando indietro nel tempo, a partire dalla prima inaugurazione avete avuto recensioni importanti e molti guardano a voi come lo spazio del futuro, un attrattore di nuove sensibilità contemporanee. Come vi siete sentiti?
Siamo molto felici dell’attenzione che stiamo ricevendo, pensiamo sia un segnale molto stimolante sia per noi che in generale per la città di Milano. Essendo aperti ancora da poco possiamo solo augurarci di riuscire a mantenere questa attenzione nel tempo.

Wynne Greenwood, tracy + the plastics - installation view at Fanta Spazio, Milano 2016

Wynne Greenwood, tracy + the plastics – installation view at Fanta Spazio, Milano 2016

Da quali visioni, da quali esigenze e da quale formazione nasce l’idea di creare Fanta Spazio? E il nome che avete scelto?
Fanta Spazio è nato dalla necessità di sperimentare e metterci in gioco, entrando in dialogo e dando voce a una generazione di artisti che sentiamo molto vicina a noi. Ciò che ci muove è il desiderio di creare progetti ambiziosi insieme, condividendo idee e i diversi punti di vista che abbiamo sviluppato nei nostri rispettivi percorsi.
Il nome è stato scelto abbastanza spontaneamente, è una delle prime possibilità che ci è venuta in mente quando abbiamo iniziato a pensare a questo progetto ed è quella che con il passare del tempo ci ha convinti di più. Ci piace soprattutto il fatto che Fanta- come prefisso è un nome che può aprirsi a diverse letture, diversi significati.

Qual è, secondo voi, la peculiarità della piattaforma che avete creato? Potreste descrivere lo spazio e come lo avete trovato?
Non è stato semplice trovare lo spazio giusto, è stata una ricerca che è andata avanti per diversi mesi. Tuttavia, non appena abbiamo visto l’ex deposito di via Merano abbiamo capito subito che era il luogo perfetto per quello che volevamo fare. Lo spazio è fortemente connotato e abbiamo deciso di mantenere intatte le tracce della sua storia aprendolo comunque a diverse possibilità espositive. Abbiamo cercato di giocare su punti di vista e altezze diversi, e di alternare zone più aperte ad angoli più intimi.

Rispetto al tessuto cittadino e ai distretti – peraltro dis-uniti dedicati all’arte contemporanea – come si colloca Fanta Spazio?
Nonostante l’attenzione che questa zona sta avendo nell’ultimo periodo, vivendo a Milano da molti anni è un quartiere che conosciamo e frequentiamo da tempo, e quando abbiamo iniziato la ricerca ci siamo mossi da queste parti in modo molto spontaneo. Molti artisti che conosciamo hanno lo studio o abitano in zona, e i collegamenti con il resto della città fanno sì che sia molto semplice da raggiungere. È stato poi lo spazio stesso a definire la nostra scelta. Il fatto che si trovi su strada, in un contesto da un certo punto di vista atipico per questo tipo di progetti, ci ha dato la possibilità di sperimentare con i confini fra una dimensione privata e una più pubblica, incoraggiando allo stesso tempo uno scambio con ciò che ci sta intorno.

Wynne Greenwood, tracy + the plastics - installation view at Fanta Spazio, Milano 2016

Wynne Greenwood, tracy + the plastics – installation view at Fanta Spazio, Milano 2016

Risultano molto curiosi gli orari di apertura che avete impostato. Potreste spiegare le ragioni della vostra scelta – dettata ovviamente dai rispettivi impegni?
Come anticipi nella tua domanda, la scelta degli orari di apertura è stata dettata soprattutto dal fatto che ognuno di noi lavora in altre realtà e quindi in settimana era impossibile per noi tenere aperto lo spazio.
Sebbene sia nata da una necessità, la decisione di tenere aperto durante il weekend, che è un momento con dei ritmi diversi dalla frenesia che ognuno di noi vive in settimana, è diventata nel corso del tempo una caratteristica distintiva del progetto: molte delle persone che abbiamo vicine spesso decidono di venire a trovarci e di passare il pomeriggio con noi, ed è molto importante il fatto che lo spazio stia diventando anche un luogo di ritrovo.

Quali pubblici avete incontrato in questi mesi di apertura?
Persone legate al mondo dell’arte, principalmente. Tuttavia non sono mancati incontri con persone del quartiere che, incuriosite dal nostro progetto, hanno iniziato a seguire le nostre attività.

Wynne Greenwood, tracy + the plastics - installation view at Fanta Spazio, Milano 2016

Wynne Greenwood, tracy + the plastics – installation view at Fanta Spazio, Milano 2016

Potreste fornire dichiarazione di poetica/intenti, per il 2016? E dare qualche anticipazione sugli artisti che presenterete?
Avendo aperto da poco tempo, sono molti i progetti che abbiamo in mente e che non vediamo l’ora di sviluppare. In generale, una delle nostre preoccupazioni principali è quella di creare una programmazione coerente e di aprire un possibile dialogo fra le mostre e i progetti che realizziamo. La mostra di Wynne Greenwood, attualmente in corso, rimarrà aperta fino alla pausa estiva. Per i prossimi mesi abbiamo in programma un progetto di Roberto Fassone e una mostra personale di Alessandro Agudio.

Esiste uno spazio privato al quale vi ispirate, in Italia, oppure al di fuori, in Europa, in America?
Sono molti gli spazi indipendenti e non che hanno avuto o hanno ancora un ruolo molto importante.  Se da un lato guardiamo con attenzione e con ammirazione la loro programmazione e il modo in cui si sono sviluppati nel tempo, dall’altro stiamo cercando di creare un’identità nostra.

Potreste formulare tre pensieri, che accompagnino i futuri programmi di Fanta Spazio? In questo momento è difficile immaginare i nostri programmi nel lungo termine. Ci piacerebbe che questo progetto diventasse una sorta di ponte, una piattaforma che potesse mettere in contatto e a confronto posizioni e pubblici diversi.

Ginevra Bria

Milano // fino al 29 maggio 2016
Wynne Greenwood / Tracy + the Plastics
FANTA SPAZIO
Via Merano 21
[email protected]
www.fantaspazio.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/53303/wynne-greenwood-tracy-the-plastics/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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