Nuove e vecchie estetiche del multiplo d’arte
Il Palazzo della Cultura di Catania ha ospitato un convegno e una mostra, seconda tappa di una ricerca sul multiplo e il prototipo d’artista. Con un interessante focus sul Gruppo T.
RILEGGERE I MULTIPLI
I tempi sono ormai maturi per poter parlare dell’importanza che nella storia dell’arte del Novecento ha avuto il multiplo d’artista, da considerare non un semplice oggetto prodotto in serie, non una copia, bensì un esemplare portatore di valori universali, che ha la stessa dignità espressiva del pezzo unico. La strada di questa rilettura è stata spianata da The Small Utopia. Ars Multiplicata, ricchissima mostra a cura di Germano Celant realizzata nel 2012 a Venezia presso la Fondazione Prada a Ca’ Corner della Regina. Per l’occasione vennero esposti circa seicento multipli che coprivano un arco di tempo di settantacinque anni, a partire dal 1900.
ANCESCHI, CATANIA E IL GRUPPO T
L’interessante convegno tenutosi il 19 ottobre a Catania, alla presenza dell’artista e designer Giovanni Anceschi, ha offerto nuovi spunti teorici e alcune importanti riflessioni sul multiplo, rilevate dallo stretto nesso che intercorre tra alcune pratiche artistiche italiane della fine degli Anni Cinquanta, quelle del Gruppo T (di cui Anceschi fu uno dei fondatori), e certi esiti dei nostri giorni, in un collegamento vivo che ne segna, se non proprio le origini, un’importante tappa di applicazione. Nato dalle ceneri dell’arte informale, il Gruppo T ha realizzato a Milano (e in Italia) le prime espressioni legate all’arte cinetica, ottica e programmata, introducendo nel processo creativo una nuova dimensione, quella del Tempo, cui si richiama la “T” del gruppo. Una novità nel panorama artistico italiano di allora, che oggi non detiene forse il posto che merita nelle riflessioni storiche, pur essendo stata tenuta a battesimo, all’epoca, dai guru Umberto Eco e Bruno Munari.
LO SPETTATORE E IL TEMPO
Nei multipli del Gruppo T il vero protagonista è dunque il Tempo che diviene, che scorre davanti allo spettatore, il quale vive una determinata esperienza artistica. Il movimento, spesso generato da un meccanismo programmato o dalle condizioni spaziali, è l’essenza stessa dell’opera. Si tratta di un procedimento tecnico che la fonda, che la aziona, che è la sua ragione, anticipando in questo modo l’uso della tecnologia e la creazione di realtà virtuali e interattive nate a cominciare dall’ultimo decennio del Novecento.
Il Gruppo T portava allora alla ribalta un concetto di percezione e di partecipazione all’opera risalente allo spirito delle avanguardie futurista o dadaista, e che è oggi quanto mai attuale, il futuro dell’arte, secondo qualcuno. Anceschi & co., come già Marinetti & co., avevano ripreso a pretendere il coinvolgimento attivo dello spettatore nell’esperienza artistica, divenuta così aperta e passibile di costellazioni di variabilità.
LA MOSTRA
La mostra IN SERIES #2, recentemente conclusa, continuava una precisa indagine sulle tematiche già presentate nel 2014 con In Series_artist’s multiples for a multiple show. Ma mentre nella prima esposizione si dava del multiplo d’artista una visione d’insieme, quella storica degli ultimi cinquanta anni, la seconda, suddivisa in tre sezioni, aveva un approccio volutamente più teorico ed esegetico, generato dalla comparazione di creazioni e materiali che vanno a ricercare le origini di una prassi.
Per questo si presentavano: un nucleo di opere storiche, uno di contemporanee e un ultimo composto da quelle realizzate da una selezione di allievi dell’Accademia di Belle Arti di Catania, a significare le leve future del design. La sezione storica era composta dalle opere del Gruppo T (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi e Grazia Varisco), riedite nel 2010 dalla nota azienda di design Alessi e provenienti dal museo Alessi di Omegna. La sezione contemporanea (tra gli artisti: Tiziano Campi, Sauro Cardinali, Mario Consiglio, e la stessa Anna Guillot, curatrice della mostra) esponeva invece multipli e prototipi realizzati appositamente per questa rassegna, in collaborazione con l’azienda siciliana La Giusa NEXT, una realtà attenta alle sperimentazioni tecnologiche e alle novità dei materiali, come ad esempio il PLA, una bioplastica ottenuta da molecole di origine vegetale.
Calogero Pirrera
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