È morto Zygmunt Bauman, il sociologo e filosofo teorizzatore della società liquida
Si è spento uno degli intellettuali più illustri dell’epoca contemporanea. Sociologo e filosofo di origini polacche, è stato uno dei maggiori teorici della modernità e della postmodernità.
Se il 2016 si era aperto con la comparsa di David Bowie, anche quest’anno inizia con un grave lutto per il mondo della cultura mondiale. È scomparso a 91 anni Zygmunt Bauman, intellettuale di origini polacche scampato alla ferocia nazista e affermatosi nel corso dei decenni quale figura di spicco della sociologia e della disciplina filosofica. Emigrato definitivamente da Varsavia sul finire degli anni Sessanta e trasferitosi a Leeds, in Inghilterra, pochi mesi più tardi, Bauman si fece conoscere anche nel campo dell’insegnamento, praticato in parallelo agli studi sulla modernità prima e sul passaggio alla postmodernità poi, sfociati nella celebre teoria della “società liquida”.
GLOBALIZZAZIONE, CONSUMISMO, OMOLOGAZIONE
Secondo Bauman, il tessuto sociale e politico contemporaneo è caratterizzato da una consistenza liquida e sfuggente, complici la globalizzazione, il consumismo e una decisa avanzata dell’incertezza e del desiderio di omologazione. Al concetto di “liquidità” si aggancia un particolare filone del suo corpus saggistico, intitolato alle idee di “amore liquido”, di “arte liquida” e di “paura liquida”. Nel pensiero dell’intellettuale la liquidità della società ingenera comportamenti che sono instabili per definizione, una lettura strettamente collegata a quanto diceva Lyotard in merito alla fine delle grandi narrazioni. Non essendoci più quadri di riferimento “solidi”, gli individui tendono a inseguire modelli che tuttavia sono mutati appena li si avvicina, come l’illusione di un’oasi nel deserto.
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