Performance nel segno di Giorgio Morandi. A Bologna
“Diventa Morandi” è un progetto ideato e realizzato da: Francesca Cesari (fotografa), Rita Correddu (artista) Maria Rapagnetta (fruizione esperienziale dell’opera d’arte), Emilia Sintoni (danzatrice), Giuseppina Siotto (cuoca e performer), Laura Ulisse (performer), curato da Incontrarsi nell’Arte e andato in scena al Museo Morandi di Bologna il 7 ottobre. Ne abbiamo parlato con le artiste.
La riscoperta di Morandi attraverso la contemporaneità: un modo per avvicinare le nuove generazioni?
Innanzitutto è importante chiarire la nostra idea iniziale, che era quella di creare un avvicinamento diretto e coinvolgente dello spettatore ai luoghi e alle opere di Morandi. Per fare questo abbiamo utilizzato un approccio multidisciplinare, perché come gruppo la nostra particolarità è proprio quella di esprimerci con linguaggi diversi, che caratterizzano i nostri percorsi individuali: la danza, la fruizione esperienziale, la fotografia, le azioni performative legate alla cucina, al suono e al corpo.
Il progetto, in realtà, è rivolto a tutti, ma durante gli eventi realizzati ci siamo rese conto che l’approccio è risultato attraente anche per i giovani e giovanissimi. Dalle loro testimonianze abbiamo appreso che sono stati particolarmente colpiti dal coinvolgimento esperienziale. Gli spettatori, infatti, sono stati invitati a essere partecipativi e hanno potuto vivere il tempo della creazione. In questo modo il complesso mondo di Morandi, che nella apparente ripetitività delle sue opere può risultare ostico, diventa attuale e vicino.
I luoghi di Morandi: a cinquantaquattro anni dalla morte quanto resta nella sua Bologna?
Il nostro progetto ha voluto proprio realizzare una mappatura dei luoghi morandiani, tracciando le abitudini e la vita quotidiana del maestro bolognese, fatta di passi per arrivare da casa all’accademia, di giornate assolate trascorse a osservare il paesaggio dell’Appennino. Siamo partite dai luoghi della sua vita, quindi dalla sua residenza bolognese in via Fondazza, per poi scoprire la casa di Grizzana e approdare in questa ultima fase nel museo che raccoglie la sua eredità creativa.
Attualmente l’arte di Morandi è andata molto oltre i confini della sua città, se ne scopre sempre di più il valore e si comprende quanto fosse innovatore nel suo tempo. In questo ci aiutano anche gli osservatori esteri, come ad esempio il Giappone, che dalla sua cultura raffinata apprezza in particolare la capacità di Morandi di realizzare l’essenza della forma.
In che modo l’opera di Morandi ispira la vostra creatività?
Il fascino che sentiamo osservando le opere di Morandi attiva in noi un entusiasmo sempre nuovo che ci porta a guardare sotto le pieghe della superficie, e diventa ricerca, intuizione, voglia e bisogno di condividerle. Questo dialogo con il mondo morandiano fa scattare la relazione creativa, che a sua volta si innesta con il guardare di Morandi. La nostra presenza durante gli eventi e il nostro continuo interagire con gli spettatori si offrono quindi come nuova chiave di lettura per introiettare l’opera e gli spazi morandiani sotto una nuova luce.
Progetti futuri?
Diventa… si presta come format aperto per accogliere altri artisti che motiveranno la nostra ricerca, ci coinvolgeranno e ci ispireranno con la loro bellezza. Ci auguriamo, quindi, di entrare in dialogo con istituzioni, musei, fondazioni e gallerie che intendono valorizzare il loro patrimonio, come è stato nel caso del Museo e Casa Morandi, MAMbo, dell’Istituzione Bologna Musei, del Comune di Grizzana Morandi, delle Case della memoria, che hanno creduto da subito nel nostro progetto. A raccogliere il percorso dedicato fin qui alla figura di Giorgio Morandi sarà a breve pubblicato un catalogo edito da Blu Gallery, anche se l’esplorazione intorno alla figura dell’artista resterà sempre aperta.
‒ Isabella Battista
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