Dopo le collaborazioni con la Whitechapel di Londra e una sede a Venezia, la V-A-C Foundation si appresta ad aprire un museo a Mosca. Il più grande museo d’arte contemporanea del Paese, progettato da Renzo Piano e naturalmente inserito fra le cinque attese novità architettoniche della scena moscovita. Ne abbiamo parlato con la direttrice Teresa Iarrocci Mavica.
Cosa sarà GES 2?
Sarà un’istituzione aperta, lontana dal modello del museo tradizionale, soprattutto quello russo, che ancora oggi è un luogo chiuso, per specialisti. Mi piace definire GES 2 come un progetto di architettura sociale, perché si impone di uscire dall’ottica della mera conservazione ed esposizione dell’arte, per diventare un luogo deputato innanzitutto alla produzione culturale. La produzione, il lavoro quale strumento di intervento nel tessuto sociale, un mezzo per rigenerare lo spazio nel quale condividere l’esperienza culturale.
Il 2019 è confermata come data inaugurale?
L’intero sito della GES 2 sarà di ben 40mila mq. Non si può pensare di avere una sola data di opening, ma dobbiamo immaginare l’apertura come un processo, una serie di fasi. La prima sarà nell’autunno del 2019.
Ci dice qualcosa sulla mostra inaugurale?
Mi dispiace, non possiamo rivelare niente. Posso solo dire che ci stiamo lavorando da oltre un anno.
Avete programmi editoriali?
V-A-C ha un dipartimento dedicato all’editoria che si occupa della pubblicazione di libri, cataloghi delle nostre mostre, artist projects e traduzioni di testi didattici e libri esistenti in lingua russa. Pubblichiamo i nostri libri e cataloghi in inglese e russo e per i progetti espositivi a Venezia in italiano e inglese.
Quali sfide vi aspettano?
L’obiettivo principale è imparare a interagire con il nostro tempo, così veloce, in continuo cambiamento. È ormai chiaro che tutto ciò richiede un modello nuovo di gestione dei processi culturali. Essere in grado di creare quel modello è il nostro obiettivo.
‒ Maria Pia Masella
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #46
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