Un ruolo di spicco nel settore dell’Information Technology, Marcel Crespo è ben noto nel suo Paese anche come fine collezionista.
Come e quando hai iniziato la tua collezione?
Ho comprato la mia prima opera nel 1994: è un dipinto che possiedo ancora oggi. Allora non compravo per collezionare ma solo per arredare casa, non potevo permettermi opere importanti. Il collezionismo serio è iniziato nel 2006: ho cominciato perché fin da bambino collezionavo monete, francobolli, banconote. Colleziono arte anche perché sono sempre stato interessato alla storia: dopotutto l’arte è un riflesso del tempo.
Vieni da una famiglia di collezionisti?
No. Quando ero ragazzo, durante le vacanze la mia famiglia andava a fare shopping, mentre io visitavo i musei.
Cosa significa collezionare arte a Manila?
Non mi interessa la provenienza degli artisti. Quando un’opera ha senso, sono felice di collezionarla.
Qual è il motore della tua collezione? La passione o il progetto?
La passione.
Come scegli le opere da acquistare?
Credo di essere attratto da un’opera che mi apre gli occhi su nuove idee o apre la mia mente a situazioni alle quali non avevo mai pensato prima. Mi piace l’arte concettuale ma sono anche molto passionale nel mio modo di collezionare. Se si ripercorre la storia della mia collezione, posso confermare che il mio gusto e le mie scelte sono molto cambiate, non solo nell’arte ma anche nella vita. Penso che, quando si guarda alla collezione di qualcuno, si può avere un’idea della personalità del collezionista. Questo è certamente vero per quanto mi riguarda.
Dove acquisti le opere? Mercato locale o internazionale? Gallerie o case d’asta?
Raramente all’asta, soprattutto attraverso gli artisti o le gallerie. Mi piace il processo di acquisto di un’opera e non sono interessato alla gratificazione istantanea della battuta d’asta.
Quanto tempo trascorri nei viaggi per l’arte?
Non poco. Cerco di visitare quanti più musei e gallerie possibile. Visito diverse dozzine di musei in un anno. Credo di aver visitato più di cinquanta musei in un solo anno. New York e Berlino sono appuntamenti fissi, e cerco di visitare da sei a dieci fiere e biennali in un anno. L’anno scorso ho passato otto giorni in Brasile, tutti dedicati all’arte.
‒ Ludovico Pratesi
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #48
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