Voci dalle Filippine #4. Parola a Maria Joselina Cruz
Al nostro reportage dalle Filippine si aggiunge una nuova voce, quella della curatrice e direttrice del MCAD – Museum of Contemporary Art and Design di Manila.
Curatrice e direttrice del MCAD – Museum of Contemporary Art and Design di Manila, Maria Joselina Cruz sta contribuendo in maniera importante alla crescita della scena artistica locale. Con una particolare attenzione alla cittadinanza attiva.
Come giudichi la scena artistica di Manila?
È molto attiva e presenta una rete di relazioni salutari e fluide fra artisti, istituzioni, gallerie e collezionisti.
Qual è il ruolo del MCAD a Manila e nella scena delle Filippine?
Il MCAD è uno spazio che possiede la struttura di una kunsthalle, con una programmazione di mostre temporanee con tagli curatoriali precisi, che parlano al pubblico locale, regionale e internazionale.
Come descriveresti il pubblico del MCAD?
I pubblici di MCAD sono diversi. Prima di tutto ci rivolgiamo agli studenti del Collegio di Santa Benilde, dove si trova il museo; poi al nostro pubblico interessato all’arte a Manila; e infine a quello delle città vicine. Dopo il pubblico locale ci sono i pubblici regionali e internazionali.
Come scegli il tuo programma espositivo?
Penso che, per qualsiasi museo, le mostre siano solo uno dei tanti aspetti che rendono un’istituzione culturale interessante e curiosa. Al MCAD abbiamo un programma di residenze, un’attività editoriale e alcuni programmi per specifici settori del nostro pubblico. Ci sono molte realtà di un museo che gli consentono di diventare uno spazio rilevante per la produzione e lo scambio di conoscenze che vanno oltre la mostra. Il programma espositivo del MCAD affronta una serie di tematiche – sociali, artistiche, politiche – e cerchiamo di proporre un salutare mix di mostre complesse e orientate concettualmente, con un buon equilibrio tra collettive e personali. Mentre cerchiamo di pianificare le mostre con due anni di anticipo, ci concediamo una certa flessibilità nel nostro programma per avere l’opportunità di rispondere alle istanze sociali, culturali o politiche.
C’è dunque un côté politico importante?
La situazione politica attuale delle Filippine e non solo richiede la vigilanza dei suoi elettori e il fatto di operare nel campo delle arti non ci assolve dallo svolgere il nostro ruolo come cittadini impegnati e responsabili. Lavoriamo anche con istituzioni e individui che condividono la stessa mentalità e capiscono ciò che noi, in quanto istituzione culturale, stiamo cercando di raggiungere nel miglior modo possibile.
Quali sono gli artisti locali che apprezzi di più e perché?
Trovo che la pratica di un certo numero di artisti locali sia interessante e abbastanza avvincente. Ho lavorato con alcuni di loro in grandi mostre, con altri in mostre più piccole, con alcuni a livello locale e con altri in contesti fuori dalle Filippine – sfortunatamente non ho lavorato con tutti loro. Sarebbe un sogno essere in grado di lavorare con tutti gli artisti che si apprezzano in progetti significativi, ma penso che una sola vita sarebbe troppo breve.
‒ Ludovico Pratesi
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