Osservatorio non profit. Numero Cromatico si racconta
Focus sul centro di ricerca Numero Cromatico, nato a Roma nel 2011 e composto da ricercatori provenienti dall’arte e dalle neuroscienze.
La scienza può misurare, interpretare, comprendere cosa succede nel nostro cervello nella percezione di opere d’arte? È possibile quantificare l’emozione durante l’osservazione o l’ascolto di opere artistiche, come quadri, sculture, opere letterarie e musicali? L’artista può impostare la propria ricerca su basi sperimentali? In un prossimo futuro cambierà il nostro giudizio sul bello o si tratta di un valore assoluto? Attraverso la propria attività, Numero Cromatico cerca di rispondere a queste domande.
Si tratta di un centro di ricerca fondato a Roma nel 2011 da ricercatori provenienti da diversi ambiti disciplinari, dall’arte alle neuroscienze. Si tratta di un gruppo volutamente ibrido, nato per affrontare un ambito di ricerca ancora molto giovane. In otto anni è stata prodotta una fitta attività, partendo dalla ricerca scientifica fino alle pubblicazioni, le mostre, le conferenze, e seminari, laboratori, performance ed eventi. Dal 2018 la sede operativa del centro si trova a Roma, in via degli Ausoni 1, all’interno dell’Ex Pastificio Cerere, uno dei luoghi simbolo dell’arte nella Capitale.
La volontà dei fondatori è stata, sin dall’inizio, quella di studiare in maniera approfondita e rigorosa i meccanismi della percezione e dare un nuovo slancio alla discussione estetica attraverso gli strumenti dell’estetica sperimentale, della psicologia dell’arte e della neuroestetica. In otto anni l’attività del gruppo è stata espressa su diverse direttrici: ricerca, editoria, formazione, eventi.
PROTAGONISTI E OBIETTIVI
Numero Cromatico è anche editore della rivista Nodes, unico periodico in Italia sulla relazione fra arte e neuroscienze. Alla rivista hanno partecipato artisti e neuroscienziati di tutto il mondo: Sergio Lombardo, David Freedberg, Anjan Chatterjee, Fabio Mauri, Semir Zeki, Alberto Oliverio, Cesare Pietroiusti, Eric R. Kandel, Carlo Bernardini, Maurizio Mochetti, Michelangelo Pistoletto, Antonio Rezza, Jean-Pierre Changeaux, Elizabeth Seckel, Vilayanur S. Ramachandran, Mengfei Huang, Andrew J. Parker, solo per citarne alcuni.
La cosa bella della scienza è che genera sempre ulteriori domande e possibilità di sviluppo, non solo per chi ha condotto l’esperimento ma per l’intera comunità scientifica. Si tratta di una cosa difficile da far comprendere agli artisti o a chi pensa all’arte come frutto della genialità del singolo. Un approccio scientifico alla ricerca artistica, un approccio così avanguardistico, pone le basi per un’apertura interdisciplinare ma anche e soprattutto per una nuova fase di discussione teorica.
Gli scenari futuri sono infiniti e imprevedibili, e compito degli artisti, secondo Numero Cromatico, è porsi questioni teoriche prima che formali, facendo sì che l’arte sia nuovamente portatrice di valori culturali e teorici capaci di dare senso al nostro futuro.
Numero Cromatico è stato insignito ad ArtVerona 2019 del Premio i10 – Spazi Indipendenti con la seguente motivazione: “Per l’originalità dell’area di ricerca individuata che incrocia arte e scienza, il rigore dell’analisi e la capacità di dialogare con soggetti istituzionali di alto profilo, che spingono la ricerca artistica verso nuovi territori”.
‒ Dario Moalli
https://www.numerocromatico.com/
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #53
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