Gli artisti e la ceramica. Intervista ad Amedeo Martegani

Botta e risposta fra Irene Biolchini e Amedeo Martegani, artista della ceramica.

Amedeo Martegani (Milano, 1963), restio a facili categorizzazioni, costantemente libero nei linguaggi, ha adottato la ceramica in diverse occasioni. Nell’intervista, in forma di aforisma, ci racconta di queste “incursioni”.

Quando si pensa al tuo lavoro non viene certo subito in mente la ceramica, eppure è un linguaggio che hai adottato più volte. Come è nata la curiosità verso questa materia?
Credo che la ceramica abbia la stessa ingenua disponibilità della carta; è un materiale accogliente che accetta, con riserva, quello che gli vuoi raccontare.

In occasione della tua mostra alla galleria Monica de Cardenas hai scelto di presentare diversi lavori in ceramica. Sembrava che il mondo della pittura e quello della scultura si fossero incontrati. Come hai progettato il tutto?
In quella mostra c’erano grandi tele ‘analitiche’ e ripetitive, dipinte a china nera e olio, e diverse ceramiche che cercavano di sfuggire alle trame formali inventandosi ciascuna un proprio mondo, una scogliera, un braccio, un salto di specie e qualche altro imprevisto.

In Bisanzio presentavi un “discorso alchemico”: proprio dalla ricerca di un alchimista si dice che provenga la porcellana, che hai usato in altre occasioni. C’era in quel caso la decisione di ritornare a questa storia?
No, nessuna alchimia, ho scelto come titolo Bisanzio per evidenziare come una volontà e una pratica autoindulgente e autoreferenziale potessero creare un mondo e renderlo allo stesso tempo apparentemente inaccessibile. Nessuna pratica misterica o massonica, semplici trasformazioni, rotazioni, cambi di scala, era uno spazio ‘apparecchiato’.

Amedeo Martegani, Scogliera, 2002, ceramica. Photo Roberto Marossi

Amedeo Martegani, Scogliera, 2002, ceramica. Photo Roberto Marossi

Al MiDEC hai presentato un’opera a fianco della grande storia del design ceramico italiano. La funzione della ceramica quotidiana sembra rimanere sempre piuttosto estranea alla tua ricerca. Che cosa ti affascina di più della materia?
A Laveno ho esposto un gruppo di zucche nere che erano il calco di una zucca trovata al mercato, cloni di zucca in ceramica cava. La funzione della ceramica è essere una quotidiana meraviglia, non chiedo altro.

Spesso nelle tue ceramiche realizzi scogliere, un soggetto centrale anche nel progetto Desertmed, che si propone di tracciare una “cartografia poetica e concettuale degli ultimi angoli liberi del Mediterraneo”. Lo stesso mare che ha visto muoversi e sorgere la storia della ceramica. C’è una connessione tra le due cose o solo un incontro di interessi diversi che convergono casualmente?
Desertmed è un progetto nato per raccontare le isole deserte del Mediterraneo, un lavoro collettivo e spero infinito. La forma della ceramica, come ti dicevo, segue un desiderio, forse lo stesso che ti ossigena la testa quando senti di essere dove vuoi stare.

Hai detto che consideri le tue esperienze ceramiche come “incursioni”, quindi forse ti hanno lasciato una certa libertà, data anche dall’estraneità: quanto di questa estraneità e libertà porti con te in ogni progetto?
Tutta quella che mi riesce.

Irene Biolchini

LE PUNTATE PRECEDENTI

Gli artisti e la ceramica #1 ‒ Salvatore Arancio
Gli artisti e la ceramica #2 ‒ Alessandro Pessoli
Gli artisti e la ceramica #3 ‒ Francesco Simeti
Gli artisti e la ceramica #4 ‒ Ornaghi e Prestinari
Gli artisti e la ceramica #5 ‒ Marcella Vanzo
Gli artisti e la ceramica #6 – Lorenza Boisi
Gli artisti e la ceramica #7 – Gianluca Brando
Gli artisti e la ceramica #8 – Alessandro Roma
Gli artisti e la ceramica #9 – Vincenzo Cabiati
Gli artisti e la ceramica #10 – Claudia Losi
Gli artisti e la ceramica #11 – Loredana Longo
Gli artisti e la ceramica #12 – Emiliano Maggi
Gli artisti e la ceramica #13 – Benedetto Pietromarchi
Gli artisti e la ceramica #14 – Francesca Ferreri
Gli artisti e la ceramica #15 – Concetta Modica
Gli artisti e la ceramica #16 – Paolo Gonzato
Gli artisti e la ceramica #17 – Nero/Alessandro Neretti
Gli artisti e la ceramica #18 – Bertozzi & Casoni
Gli artisti e la ceramica #19 – Alberto Gianfreda
Gli artisti e la ceramica # 20 – Sissi
Gli artisti e la ceramica #21 – Chiara Camoni
Gli artisti e la ceramica #22 – Andrea Anastasio
Gli artisti e la ceramica #23 – Michele Ciacciofera
Gli artisti e la ceramica #24 – Matteo Nasini
Gli artisti e la ceramica #25 – Luisa Gardini
Gli artisti e la ceramica #26 – Silvia Celeste Calcagno
Gli artisti e la ceramica #27 – Michelangelo Consani
Gli artisti e la ceramica #28 – Andrea Salvatori
Gli artisti e la ceramica #29 – Serena Fineschi
Gli artisti e la ceramica #30 – Antonio Violetta
Gli artisti e la ceramica #31 – Ugo La Pietra
Gli artisti e la ceramica #32 – Tommaso Corvi-Mora
Gli artisti e la ceramica #33 – Paolo Polloniato

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Irene Biolchini

Irene Biolchini

Irene Biolchini (1984) insegna Arte Contemporanea al Department of Digital Arts, University of Malta, ed è Guest Curator per il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, per il quale dal 2012 cura mostre site specific. È curatrice della collezione d’arte…

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