Laboratorio illustratori. Intervista a Shut Up Claudia
La nostra consueta rubrica dedicata al mondo dell’illustrazione contemporanea cede la parola a Shut Up Claudia, nome d’arte di Claudia Alexandrino.
Shut Up Claudia, al secolo Claudia Alexandrino, nasce in Portogallo e vive a Milano. Illustratrice e designer, è interessata soprattutto alla figura femminile, delineata sinteticamente e dai cromatismi accesi, che gravita in spazi senza tempo e senza luogo. Una figura indipendente, irriverente e volitiva, consapevole della propria femminilità. Libera da schemi e sovrastrutture e mai banale, come il suo ambito espressivo.
Qual è la tua formazione?
Ho conseguito una laurea magistrale in Design della Comunicazione all’Università di Aveiro, in Portogallo, arricchita da una bellissima esperienza di Erasmus al Politecnico di Milano. A livello di studi sono qualificata come designer, ma la vera passione è sempre stata quella del disegno.
Quali autori hanno stimolato la tua creatività?
Già ai tempi dell’università, giravo con quaderni e un astuccio pieno di colori. Gli autori che hanno più stimolato la mia creatività durante questo percorso sono stati Isidro Ferrer, Alan Fletcher e André da Loba.
Quando hai capito che l’illustrazione avrebbe fatto parte del tuo futuro?
Mentre ero all’università, ho iniziato un blog online dove digitalizzavo gli sketchbook con le mie illustrazioni, schizzi e idee. Lo avevo chiamato Cala-te Claudia, che in inglese viene tradotto Shut Up Claudia, da cui il mio nome d’arte. Non potevo fare a meno di portare sempre con me questi quaderni e ogni volta che avevo l’occasione disegnavo ed esprimevo i miei pensieri o le mie sensazioni. Grazie a questo ho capito che l’illustrazione sarebbe potuta essere l’espressione della mia creatività.
L’ILLUSTRAZIONE SECONDO SHUT UP CLAUDIA
Descrivi il tuo lavoro con tre aggettivi.
Sincero, colorato e positivo.
Da dove trae origine la tua ricerca e in quale direzione si sta orientando?
Sono partita da un tema molto importante per noi donne, quello della femminilità, utilizzando un tratto semplice e un disegno molto veloce. All’epoca, quando ho iniziato con Shut Up Claudia, avevo questa esigenza di gridare al mondo che noi donne ce la possiamo fare e siamo piene di cose da dire. Nel tempo questo bisogno non è cambiato ma nell’ultimo periodo ho lavorato molto sul mio linguaggio, perfezionandolo, aggiungendo dei dettagli e studiando meglio la composizione in modo da conferire alle mie illustrazioni più completezza e una miglior realizzazione stilistica.
Il tuo concetto di bellezza.
Nonostante le mie illustrazioni siano molto colorate e piene di energia, penso che per me il concetto di bellezza, soprattutto in questo momento della mia vita, sia rappresentato al meglio dalla natura e dalla sua semplicità. Dopo questo periodo di lockdown mi sono molto connessa con la natura e ho imparato sempre più ad apprezzare le cose più semplici.
I PROGETTI DI SHUT UP CLAUDIA
Ci spieghi il processo creativo di una tua illustrazione?
Quando inizio un progetto, che sia di illustrazione o design, inizio con una fase di ricerca e moodboard analizzando il mercato di riferimento. Successivamente, creo delle mappe concettuali con parole chiave relative al tema e inizio a creare degli schizzi per fissare le prime idee. Dopo questa prima fase, passo al digitale. Scannerizzo gli schizzi e uso l’iPad oppure Photoshop per dare forma al disegno finale, aggiungere colori e texture.
Hai un sogno in merito alla tua professione?
Vorrei disegnare una linea di moda di vestiti per bambini.
A cosa lavori in questo frangente e quali sono i prossimi progetti?
Al momento, come illustratrice, sto lavorando con un brand per la realizzazione di pattern per astucci per bambini, in vista del rientro a scuola. Sto anche facendo un poster per una mostra collettiva e una piccola collaborazione mensile con Grazia UK, grazie alla mia agenzia di rappresentanza “Opera”. Ci sono in partenza altri progetti molto interessanti, tra cui uno di animazione, ma quello su cui vorrei focalizzarmi nei prossimi mesi è forse il più complicato: rifare il mio sito Internet!
‒ Roberta Vanali
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #56
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