Osservatorio non profit. Metodo Milano si autointervista
La storia di Metodo Milano, l’Unconventional Visual Art Space, raccontato dal suo stesso ideatore, l’artista Maurizio Bongiovanni.
Metodo Milano è un Unconventional Visual Art Space aperto alla condivisione e sperimentazione delle pratiche artistiche del contemporaneo. Il suo nome prende spunto dalle tecniche costruttive per gallerie in ambito urbano. Lo spazio, un vero tunnel che collega due strade, è situato all’interno di un’autorimessa. Artisti provenienti dal territorio nazionale e internazionale sono invitati a realizzare opere nate in stretto contatto con uno spazio dal forte carattere. L’idea nasce da un’esigenza dell’artista Maurizio Bongiovanni di creare un punto di incontro nella città di Milano.
Ma che spazio è questo?
Alle volte mi capita di riflettere circa questo luogo non luogo… Tecnicamente è una galleria. Un tunnel di trenta metri che da via Lorenteggio ti porta dentro un’autorimessa. Il tunnel è attivo, e durante il giorno ci passano delle automobili, mentre la sera viene chiuso e le luci si spengono. Inizialmente vedevo questo tunnel come un prolungamento del mio studio di pittura. Oggi è diventato un luogo aperto a possibili dialoghi, un luogo mentale adatto a pensare. Un luogo capace di accogliere differenti approcci all’arte. Un luogo dove si può giocare senza troppe pose.
Metodo Milano ha un metodo?
Direi il non metodo che potrebbe essere un metodo.
E adesso che sei in fondo al tunnel, a cosa pensi?
Metodo mi fa sempre pensare a una delle Oreadi… ha una bella acustica che viene voglia di cantare. È uno spazio capace di aprire diversi immaginari. Sai, gli artisti che invito a realizzare mostre personali o collettive, li spingo sempre a riflettere sul concetto di tunnel, caverna, luce/buio, paura, bau bau… e anche miao miao. Mi piace quando Metodo diventa una metafora.
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Quando mi chiedono l’anno di fondazione sorrido sempre.
Perché?
È troppo istituzionale per Metodo parlare di fondazione.
E allora, quando avete fatto la prima mostra?
La prima fu fatta il 27 giugno 2019, il titolo era Ever Fallen, si direbbe una bi-personale,
con l’artista e chirurgo plastico Andrea Mallouris, fondatore a sua volta di uno spazio non profit a Cipro.
Cosa spinge un pittore ad attivare un visual art space?
Il caso mi ha portato ad avere questo luogo. Per me è come se fosse una scatola allungata in cui finalmente posso sentirmi Alice. Passo molto tempo in studio a dipingere e l’idea di fare ogni tanto ricreazione con altri artisti lo trovo costruttivo. Non ho velleità curatoriali, mi piace semplicemente ospitare.
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Vuoi sapere chi c’è dietro Metodo Milano?
Se la cosa ti fa felice…
Maurizio Bongiovanni con la collaborazione del duo di CH RO MO: Roberto Montani e Chris Rocchegiani. Spero possa crescere il team di Metodo, sarebbe bello avere altre figure che contribuiscono a queste ricreazioni, magari qualcuno che porti un po’ di merende fatte in casa.
‒ Dario Moalli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #57
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