L’arte sopravvive nelle cittadine. L’esempio di Jesi
Nell’ultimo anno il settore culturale è stato uno dei più colpiti dalla pandemia. Tuttavia, in un centro tra le colline marchigiane, l’Associazione Artistica Il Camaleonte, di Andrea Silicati ed Elisa Latini, da anni si impegna per riuscire a portare avanti una didattica inclusiva dell’arte, connessa al proprio territorio.
Andrea Silicati (Jesi, 1970) è un pittore marchigiano, che non ama definirsi artista e crede nella forza dell’insegnamento. Elisa Latini (Jesi, 1978) è una pittrice e scultrice, che condivide con lui la stessa visione riguardo a una modalità di educazione non soltanto nozionistica, ma attenta ai desideri di ognuno. Insieme, nel 2007 fondano a Jesi l’Associazione Artistica Il Camaleonte con l’intento di promuovere una didattica inclusiva dell’arte attraverso esperienze di condivisione. Li abbiamo intervistati per approfondire alcune tematiche chiave del loro lavoro e per porre l’attenzione sull’impegno e la fedeltà che entrambi nutrono nei confronti del territorio in cui abitano. Si comprenderà che non sempre i grandi centri sono gli unici a produrre cultura e, soprattutto, che un dialogo attivo è possibile ovunque.
La vostra Associazione Artistica Il Camaleonte, nata nel 2007, è un luogo di incontro e scambio, che nel tempo ha contribuito a creare valore in una città dove le istituzioni volte a promuovere, investire ed esporre progetti d’arte visiva sono davvero poche. Dunque, quali sono le iniziative culturali che voi proponete?
Andrea Silicati: Ormai sono tanti anni che lavoriamo e sì, credo che abbiamo contribuito a creare valore. Ci siamo, esistiamo e penso che nel nostro piccolo svolgiamo una rilevante funzione educativa. Per questo motivo proponiamo corsi di disegno, pittura e scultura, centri e campi estivi, aperti a chiunque abbia il piacere e il desiderio di avvicinarsi a uno di questi percorsi, mentre alcune attività sono pensate e rivolte ai bambini delle scuole elementari e medie.
Elisa Latini: Il Camaleonte è una creatura mutevole ed è stata scelta da noi come “mascotte” proprio per questa sua caratteristica. Sono ormai 13 anni di attività e fin da subito abbiamo avuto l’idea di voler creare un luogo aperto e accogliente. Una sorta di contenitore di nuove idee, dove le persone possano crescere e, a loro volta, poter accrescere la collettività grazie al processo creativo intrapreso insieme a noi. Mi piace vedere nel Camaleonte un diaframma tra cultura creata al suo interno e ciò che esiste al di fuori. Per questo motivo io e gli altri professionisti che affiancano l’attività dell’Associazione ci sentiamo motivati nell’attivazione e nella programmazione delle nostre attività, anche se non sostenuti. Prevalentemente organizziamo workshop di ceramica Raku, fotografia, scrittura creativa, fumetto, ecoprint e tintura dei vegetali, oltre ai corsi già citati dal mio collega. Inoltre, offriamo alcune attività straordinarie come visite a musei ed esposizioni, allestendo anche alcune mostre con le opere realizzate dai nostri soci.
Educare a una certa sensibilità artistica fin dalla più giovane età è per voi fondamentale, così come proporre una modalità di insegnamento inclusivo, aperto a ogni personale esigenza.
Andrea Silicati: Siamo abituati a una scuola che dà contenuti e cerca di travasarli. Qui, invece, plasmiamo esperienze. Non c’è un programma predefinito e possiamo permetterci il lusso di seguire le persone con le loro individuali caratteristiche, i loro tempi, le loro sensibilità. Questo diventa un grande lavoro umano e di sviluppo personale, culturale e sociale. Ho tanti esempi di ragazzi che ora sono all’Università o all’Accademia di Belle Arti, ma hanno iniziato a disegnare da bambini nel nostro centro estivo.
Elisa Latini: Per noi l’insegnamento non è una mera trasmissione nozionistica di competenze, ma un’attitudine, attraverso la quale trasmettiamo con attenzione e piacere la nostra ricerca professionale e artistica. Sottolineo, anche, come l’insegnamento sia per me in primis un percorso sempre in divenire, dove cerco di comprendere costantemente e continuamente l’altro/a per poter comunicare al meglio le informazioni necessarie. A ogni socio, quindi, corrisponde un approccio personalizzato. Questo fa sì che le persone si sentano al centro della didattica, comprendendo la cura e l’attenzione che mettiamo nel nostro lavoro.
IL LEGAME CON IL TERRITORIO
Un secondo elemento distintivo nelle attività che svolgete è il legame con il territorio. Qual è il vostro personale rapporto con la città di Jesi e il paesaggio in cui vi inserite?
Andrea Silicati: Sono figlio della mia cultura, sono rimasto qui e vivo qui. Molti la reputano una condizione estremamente ristretta e per certi versi è vero. Dal punto di vista culturale ci sono pochi confronti, ma si possono scoprire anche numerosi stimoli, che forse non riuscirei a trovare nelle grandi città. Essere limitati non vuol dire essere impossibilitati e per me è vitale riuscire a fare i conti con quello che abbiamo, con il luogo in cui ci troviamo e usare quello che ci viene offerto, che a volte è molto più di quanto si pensi.
Elisa Latini: Gli abitanti, qui, sono pronti e attenti, riservati, ma anche capaci di aggregazione. Si aprono al nuovo solo se ne riconoscono l’effettivo valore, ma quando accade si assiste alla crescita di nuove realtà culturali. D’altronde, Jesi permette un rapporto intimo e riservato, dando un forte senso di appartenenza.
Come legate questo pensiero alle attività dell’Associazione?
Andrea Silicati: L’arte è fatta di scambi, che possono avvenire anche in un esiguo gruppo di persone. Un piccolo centro culturale o un piccolo evento hanno il suo peso e possono diventare un humus per qualsiasi altra esperienza. Infatti, ormai da diversi anni, insieme ad alcuni workshop e altre iniziative corali, teniamo una sorta di campus estivo, dove a fine luglio, con gli studenti di pittura e scultura, ci trasferiamo per un fine settimana presso il vicino paese di Castelletta. Oltre a poter fare delle passeggiate nei sentieri vicini e a tenere dei laboratori artistici, puntualmente si verificano stimolanti e piacevoli situazioni di contaminazione con gli abitanti del paese. Causa Covid l’ultima edizione, svolta a luglio 2020, si è tenuta in forma ridotta, ma abbiamo avuto l’opportunità di spostarci presso Valcarecce, uno dei tanti minuti paesini che punteggiano le colline vicine, e siamo entrati in relazione con gli abitanti del borgo ritraendone dal vivo i volti. È stata una situazione umanamente toccante e gradevole, tenendo conto della storia di questo paese, che come tanti dell’Appennino si sta spegnendo.
Elisa Latini: Il Camaleonte è un luogo dove condivido la mia sperimentazione e dove poter “realizzare un territorio” attraverso le proprie mani. Ad esempio, in ottobre abbiamo organizzato un workshop intitolato D’Argilla sull’Avifauna, in collaborazione con ARCA (Associazione Ricerca e Conservazione Avifauna) di Senigallia. Abbiamo avuto la possibilità di proporre un percorso culturale e artistico tutto rivolto alla conoscenza e alla scoperta della natura. Durante la mattina i partecipanti accedevano all’Oasi di San Gaudenzio di Senigallia, normalmente chiusa al pubblico, per assistere alla delicata procedura d’inanellamento a scopo scientifico degli uccelli, che nel corso della loro migrazione sorvolano la nostra regione. Il pomeriggio, invece, è stato dedicato alla realizzazione in argilla delle sculture dei volatili osservati e studiati sul campo. Le piccole opere create sono state poi cotte in forno ceramico, sfruttando le attrezzature della nostra Associazione.
IL FUTURO DELL’ASSOCIAZIONE IL CAMALEONTE
Con la situazione odierna è senz’altro difficile fare programmi, ma quali piani avete per il futuro?
Andrea Silicati: Il primo desiderio è poter esporre, creare dialogo, confronto, incontro. Purtroppo ci siamo dovuti fermare, ma soltanto qualche mese fa ho condotto un esperimento negli spazi dell’Associazione, realizzando alcuni eventi con dei danzatori. Ho posto un grande foglio a terra dove ho disegnato delle tracce, sulle quali i ballerini hanno basato una coreografia. Per il campus estivo, invece, abbiamo un progetto legato agli alberi, un lavoro connesso alle tematiche ambientali. Siamo pronti a rimetterci in moto.
Elisa Latini: Ripartire dal territorio e da ciò che offre, creando percorsi culturali nuovi. Credo che si debba far tesoro della storia, poiché indietro non si torna più. Valorizzare e far rinascere realtà nascoste, puntando sulla creazione di una nuova quotidianità inclusiva grazie all’arte. Ripartire da noi e da ciò che ci circonda, per apprezzare il fatto che siamo qui, in uno spazio dove il concetto di Arte-Vita risuona nello spirito di aggregazione dei nostri soci.
‒ Erica Massaccesi
https://associazioneilcamaleonte.it/
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