Da artista a scrittore. Intervista a Sebastiano Mauri

Punta sulla riscoperta di sé “La Nuova Terra”, il terzo libro pubblicato da Sebastiano Mauri, che affianca all’attività di artista quella di scrittore.

È da poco stato pubblicato La Nuova Terra, terzo libro di Sebastiano Mauri (Milano, 1972). Lo abbiamo incontrato per approfondire tematica e contenuti del romanzo, la figura del protagonista e il ruolo della natura nella narrazione. Sogni e visioni di un artista-scrittore. O sempre più solo scrittore?

Il tuo terzo libro è un viaggio che parla di ricerca interiore e riscoperta di sé e del rapporto che lega l’uomo alla terra. Cos’è cambiato nella tua vita che ti ha spinto ad affrontare questo tipo di tematiche?
Nel 2014 mia cugina Leonor Caraballo mi ha chiesto di raggiungerla nel cuore della foresta amazzonica, dove girava insieme a Matteo Norzi l’ipnotico film Icaros: A Vision. Sono partito credendo di farle un favore, ma ho presto capito che era lei che stava facendo a me il più importante regalo della mia vita. In Amazzonia ho partecipato a cerimonie tradizionali Shipibo (popolazione originaria del nord del Perù) in cui si consuma l’ayahuasca, un decotto psicoattivo che ti catapulta dentro te stesso per scovare ciò che nascondi sotto al tappeto da tempi immemori, dare un’occhiata alla tua verità e smascherare le bugie, personali, ma anche collettive, che ci trasciniamo dietro come un inevitabile fardello.

Che cosa ti ha insegnato quella esperienza?
In Amazzonia, e a dire il vero in tutte le culture ancestrali dei cinque continenti, si crede che ogni pianta, o meglio ogni forma di vita, abbia una Madre, uno spirito, con cui si può interagire in stati alternativi di coscienza. La missione di Madre ayahuasca è di rendere l’uomo, questo animale con il potere di influenzare tanto l’ambiente intorno a sé da mutarne drasticamente gli equilibri, cosciente che ogni forma di vita ha bisogno dell’altra per poter sopravvivere. Non puoi fare male agli altri senza fare del male a te stesso, non puoi fare del bene agli altri senza fare del bene a te stesso. In questa prospettiva la cura di sé e del proprio ambiente sono un unico cammino. Il risultato di questa visione della natura è che i popoli indigeni, che oggi rappresentano il 5% della popolazione mondiale, preservano l’80% della biodiversità. È grazie a loro, al loro stile di vita e la protezione delle loro terre che noi siamo ancora in vita, ma non è una narrativa molto diffusa nei Paesi ad alto impatto ecologico, cioè quelli più sviluppati.
Per affrontare la catastrofe climatica all’orizzonte dovremmo imparare molto da questi popoli, perché l’equilibrio che hanno saputo mantenere con l’ambiente per noi è ormai un ricordo svanito nella notte dei tempi, ma è anche l’unica via d’uscita dalla spirale autodistruttiva in cui siamo incastrati.

Sebastiano Mauri - La Nuova Terra (Guanda, Milano 2021)

Sebastiano Mauri – La Nuova Terra (Guanda, Milano 2021)

I tuoi libri sono sempre autobiografici. Pensi che le tue esperienze possano in qualche modo contribuire a un cambiamento, a lanciare un messaggio?
Per dirla con Sepúlveda, “credo nel potere militante della parola”. Uno degli insegnamenti che ho ricevuto in Amazzonia è che una medicina può prendere la forma di una danza, un canto, uno scorcio di natura, un racconto. La condivisione, anche simbolica o poeticizzata, del proprio percorso è il modo in cui si può aiutare gli altri a non incappare nei nostri stessi errori, o si può mostrare una via d’uscita dalle trappole in cui possiamo essere caduti. “Impara dagli errori degli altri, non puoi vivere abbastanza a lungo per farli tutti da solo”, ci suggerisce Eleanor Roosevelt.

IL LIBRO DI SEBASTIANO MAURI

C’è anche un aspetto comico nella tua narrazione?
M’interessava la sfida di parlare di temi sacri come la spiritualità o ansiogeni come l’emergenza climatica, o spiazzanti come lo strapparsi le maschere, attraverso una narrazione ironica, veloce, a volte comica e che soprattutto non si prende mai troppo sul serio, nonostante non ci sia nulla di più serio di ciò che affronta Leone Amedo, il protagonista de La Nuova Terra. È un modo per permettere al lettore di entrare in situazioni dense senza sentirsi appesantito. O forse è una trappola per disincentivare la fuga da ciò che risulta scomodo, guardare il drago negli occhi e sperare, finalmente, di avere il coraggio di sfidarlo e forse, addirittura, di ridere di lui.

Descrivici Leone, il protagonista, in tre aggettivi.
Ci aggiungo un ma così li raddoppio. Impreparato ma disponibile, codardo ma avventuroso, severo ma amorevole.

Sebastiano Mauri, Milano 2018. Photo © Stefano Ferrante

Sebastiano Mauri, Milano 2018. Photo © Stefano Ferrante

Uno degli atteggiamenti che vai a descrivere, e condannare, è la mascolinità tossica. Che idea ti sei fatto di questo?
Che il maschilismo, principale fertilizzante del patriarcato, sia nocivo per le donne è un fatto assodato, che lo sia per la società intera, anche, poiché penalizza più della metà della popolazione, ciò che invece stiamo iniziando finalmente a capire è quanto sia tossico anche per gli uomini. Tutti noi abbiamo un lato maschile e uno femminile, tutti abbiamo caratteristiche che sono riconducibili a ciò che la società attribuisce alla sfera femminile e tratti che invece sono considerati maschili. Se fin da piccoli insegniamo ai maschi che mostrare vulnerabilità, non essere propensi alla violenza, prendersi cura di chi ha bisogno, piangere o cucinare sono attività che ci rendono femminili, e quindi maschi meno realizzati, allora finiremo tutti per recitare una parte che non ci permette di essere in contatto con la nostra vera natura, le nostre emozioni, i nostri gusti. Fin dalla più tenera età i maschi imparano a rispondere con la violenza agli attacchi e a ricacciare giù le lacrime, e questo poi li rende adulti violenti o emotivamente esplosivi. Ci sono i femminicidi, ma anche i suicidi, che in Gran Bretagna sono la causa principale di morte per gli uomini sotto i 45 anni.
Il maschilismo poi, che per definizione subordina la donna al maschio, il femminile al maschile, insegna ai bambini fin dalla più tenera età che discriminare è lecito, persino se si tratta della propria madre, nonna o sorella. E questo insegnamento spiana la strada ad altri tipi di discriminazione come l’omobitransfobia, il pregiudizio religioso, la xenofobia e persino lo sfruttamento indiscriminato della natura.

Sei sempre più impegnato nella tua attività di scrittore. Prosegui anche nel tuo essere artista? Stai lavorando a nuove opere o a un progetto di mostra?
In questo momento sto nuovamente scrivendo, ma è presto per parlarne.

– Arianna Rosica

Sebastiano Mauri – La Nuova Terra
Guanda, Milano 2020
Pagg. 416, € 19
ISBN 9788823528093
www.guanda.it

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Arianna Rosica

Arianna Rosica

 Curatrice e critica d’arte. Attualmente insegna tecniche della comunicazione allo ISIA di Pescara. Ha fatto parte del team curatoriale del Madre – museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli. È stata responsabile dei progetti speciali di Artribune e co-direttore del MACTE…

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