Una mostra-performance al Teatrino di Palazzo Grassi a Venezia
Inaugura il 15 ottobre un nuovo ciclo di progetti nella cornice del Teatrino di Palazzo Grassi, “costola” veneziana della Collection Pinault. Si inizia con una mostra a carattere performativo, di cui abbiamo parlato con Bruno Racine, direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana.
![Una mostra-performance al Teatrino di Palazzo Grassi a Venezia](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Caterina-Gobbi-What-time-are-you-performing-tonight-2019.-Installation-view-at-Chalton-Gallery-Londra-2019.-Courtesy-the-artist-1024x683.jpg)
Il Teatrino di Palazzo Grassi, avamposto lagunare, insieme a Punta della Dogana e Palazzo Grassi sesso, della Collection Pinault, inaugura un nuovo ciclo progettuale con una prima mostra performativa, Gestus, divisa in due atti. Il primo, Rifare il corpo, avrà luogo a partire da oggi, 15 ottobre, fino al 24 novembre. La seconda parte, Il montaggio delle azioni, andrà in scena fra dicembre e gennaio 2022.
Tra gli ospiti ci sono artisti visivi e performativi, italiani e internazionali, chiamati a lavorare sul tema del corpo e delle sue declinazioni, che insieme costruiscono una drammaturgia espositiva, con la curatela del collettivo milanese VideoSoundArt.
Abbiamo intervistato sull’argomento Bruno Racine, direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, ex presidente del Centre Pompidou parigino, della Biblioteca Nazionale di Francia e dell’Accademia di Francia a Roma.
![Driant Zeneli, No wise fish would escape without flying, 2019, still da film 4K](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Driant-Zeneli-No-wise-fish-would-escape-without-flying-2019-still-da-film-4K.jpg)
Driant Zeneli, No wise fish would escape without flying, 2019, still da film 4K
INTERVISTA A BRUNO RACINE
Gestus non è una mostra, ma “un paesaggio in continua evoluzione” composto di opere video, installazioni, performance. Quali nuovi percorsi vuole aprire il format di questa “mostra performativa” per la Collection Pinault a Venezia?
Il format espositivo che sperimentiamo il 15 ottobre è il primo pensato appositamente per gli spazi del Teatrino realizzato dall’architetto Tadao Ando, che ha curato anche il restauro degli spazi di Punta della Dogana. In entrambi i luoghi l’architettura compone una scenografia ritmata, non asettica, che suggerisce nuove attinenze, tra antico e contemporaneo, dove le opere d’arte “vanno in scena” creando ogni volta nuove relazioni. Direi che ciò che lega la programmazione è l’obiettivo di dare forma a progetti originali, mai uguali a se stessi, scardinando la tradizionale relazione tra dispositivo espositivo e pubblico.
E per quanto riguarda il tema?
Il tema di Gestus è incentrato sul corpo partendo dalle riflessioni dei grandi maestri teatrali del Novecento sul linguaggio fisico, attivatore di una dinamica trasformativa spirituale e sociale. L’esposizione è pensata come un’unica pièce teatrale che si sviluppa in due atti complementari. I linguaggi sono diversi: video, scultura e performance fino alla ricerca sonora. Il primo atto, dal titolo Rifare il corpo, si concentra sul concetto di un corpo nuovo che elabora le proprie potenzialità per espandersi nello spazio e ricombinarsi nel secondo atto, dal titolo Il montaggio delle azioni, dove si immaginano altri possibili modelli sociali e relazionali.
![Andrea Di Lorenzo, Foglie di fico, 2019, stampa fotgrafica inkjet, 90x58 cm, ed. di 3+1 pda](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Andrea-Di-Lorenzo-Foglie-di-fico-2019-stampa-fotgrafica-inkjet-90x58-cm-ed.-di-31-pda.jpg)
Andrea Di Lorenzo, Foglie di fico, 2019, stampa fotgrafica inkjet, 90×58 cm, ed. di 3+1 pda
I PROTAGONISTI DI GESTUS
In quale modo il Teatrino di Palazzo Grassi dialoga con il programma di Gestus?
Mi sono rivolto a VideoSoundArt, centro di produzione e festival di arte contemporanea di Milano, per produrre insieme un progetto che rispondesse alle specificità di questo luogo unico, non solo a partire dalla sua architettura, ma anche dalla sua storia e dalla sua funzione attuale. Apertura, dialogo e accoglienza si sono delineati subito come naturali caratteristiche della mostra Gestus. Lo spirito del luogo è quello del teatro, l’arte delle relazioni che si manifesta attraverso il movimento ritmico del corpo umano nello spazio. Spazio che al Teatrino è stato progetto da Ando con elementi altrettanto ritmici che si inseriscono nel dialogo tra opere di artisti e performer.
Annamaria Ajmone, Ludovica Carbotta, Andrea di Lorenzo, Caterina Gobbi, Enrique Ramirez, Luca Trevisani, Driant Zeneli: cosa hanno in comune gli artisti invitati da VideoSoundArt?
Questi artisti di nuova generazione hanno una grande attitudine a riformulare un’estetica che li identifica dentro il dibattito contemporaneo anche grazie all’uso di materiali nuovi e non convenzionali. Sono artisti con cui VideoSoundArt ha già avuto modo di collaborare in passato e di cui sostengono la ricerca. Per certi aspetti possiamo considerarli attivisti culturali che, dentro la forma dell’opera d’arte, intendono esplorare nuove prospettive di convivenza, anche attivando i sensi percettivi: per fare qualche esempio cito le opere bioplastiche realizzate anche con elementi edibili di Luca Trevisani o le opere sonore di Enrique Ramirez, artista presente nella Collection Pinault, o ancora Ludovica Carbotta che metterà in scena un processo giudiziario utopico con la partecipazione di Benedetta Barzini…
![Driant Zeneli, No wise fish would escape without flying, 2019, still da film 4K](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Driant-Zeneli-No-wise-fish-would-escape-without-flying-2019-still-da-film-4K--768x432.jpg)
![Driant Zeneli, No wise fish would escape without flying, 2019, still da film 4K](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Driant-Zeneli-No-wise-fish-would-escape-without-flying-2019-still-da-film-4K-1-1-768x432.jpg)
![Driant Zeneli, No wise fish would escape without flying, 2019, still da film 4K](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Driant-Zeneli-No-wise-fish-would-escape-without-flying-2019-still-da-film-4K-768x432.jpg)
![Andrea Di Lorenzo, Foglie di fico, 2019, stampa fotgrafica inkjet, 90x58 cm, ed. di 3+1 pda](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Andrea-Di-Lorenzo-Foglie-di-fico-2019-stampa-fotgrafica-inkjet-90x58-cm-ed.-di-31-pda-768x503.jpg)
![Caterina Gobbi, But a rose by anny other name apparently smells as sweet, 2019](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Caterina-Gobbi-But-a-rose-by-anny-other-name-apparently-smells-as-sweet-2019-768x513.jpg)
![Caterina Gobbi, In centinaia di migliaia di anni abbiamo imparato che quando gli uccelli cantano tutto va bene, Castello Gamba, Aosta, 2019](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Caterina-Gobbi-In-centinaia-di-migliaia-di-anni-abbiamo-imparato-che-quando-gli-uccelli-cantano-tutto-va-bene-Castello-Gamba-Aosta-2019-768x512.jpg)
![Caterina Gobbi, What time are you performing tonight, 2019. Installation view at Chalton Gallery, Londra 2019. Courtesy the artist](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Caterina-Gobbi-What-time-are-you-performing-tonight-2019.-Installation-view-at-Chalton-Gallery-Londra-2019.-Courtesy-the-artist-768x512.jpg)
![Enrique Ramirez, Foque invertido, 2018, neon, 13x20 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Enrique-Ramirez-Foque-invertido-2018-neon-13x20-cm-768x1045.jpg)
![Enrique Ramirez, L’homme sans image, 2020, still da video HD](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Enrique-Ramirez-Lhomme-sans-image-2020-still-da-video-HD-768x512.jpg)
![Enrique Ramirez, Ocaina, 2021](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Enrique-Ramirez-Ocaina-2021-768x512.jpg)
![Luca Trevisani, Daniel Day Lewis, 2021. Photo Andrea Rossetti. Courtesy l'artista & Pinksummer & Mehdi Chouakri](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Luca-Trevisani-Daniel-Day-Lewis-2021.-Photo-Andrea-Rossetti.-Courtesy-lartista-Pinksummer-Mehdi-Chouakri--768x512.jpg)
![Luca Trevisani, Daniel Day Lewis, 2021. Photo Andrea Rossetti. Courtesy l'artista & Pinksummer & Mehdi Chouakri](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Luca-Trevisani-Daniel-Day-Lewis-2021.-Photo-Andrea-Rossetti.-Courtesy-lartista-Pinksummer-Mehdi-Chouakri-1-1-768x1152.jpg)
![Luca Trevisani, Daniel Day Lewis, 2021. Photo Andrea Rossetti. Courtesy l'artista & Pinksummer & Mehdi Chouakri](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Luca-Trevisani-Daniel-Day-Lewis-2021.-Photo-Andrea-Rossetti.-Courtesy-lartista-Pinksummer-Mehdi-Chouakri-768x512.jpg)
![Ludovica Carbotta, Monowe, 2019. Photo Giorgio Perottino. Installation view at Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2019](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/10/Ludovica-Carbotta-Monowe-2019.-Photo-Giorgio-Perottino.-Installation-view-at-Fondazione-Sandretto-Re-Rebaudengo-Torino-2019-768x512.jpg)
GESTUS E IL PUBBLICO
A chi si rivolge Gestus? Come si relaziona con la città e i suoi abitanti?
Al pubblico giovane, che sempre di più, dopo questo periodo, suggerisce la necessità di eliminare le barriere, di rompere i confini, ma anche a coloro che sono interessati alla ricerca artistica contemporanea in Italia e non solo. Si tratta di una piattaforma aperta, come suggeriscono gli stessi curatori, dove si attivano rispondenze tra azioni e reazioni, opere e performance, proprio attraverso la presenza e la partecipazione del pubblico. Inoltre, sono stati coinvolti alcuni studenti liceali a introdurre la mostra e a condurre il pubblico nel dialogo con le opere in mostra.
‒ Chiara Pirri
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati