I dimenticati dell’arte. Carlo Romagnoli, il pittore della campagna romana
Riscoperto solo in epoca recente, Carlo Romagnoli è stato un protagonista della tradizione pittorica romana nella prima metà del Novecento. Scegliendo il ritratto e il paesaggio come terreno su cui intervenire
Non sappiamo molto della vita del pittore Carlo Romagnoli (Roma, 1888-1965), talentuoso pennello attivo a Roma nella prima metà del Novecento. Si forma nell’atelier del pittore orientalista Emilio Simonetti e frequenta la Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti in via Ripetta, dove disegna figure maschili e femminili con notevole maestria intorno agli Anni Dieci, come dimostra un Autoritratto dall’espressione scanzonata e ammiccante eseguito a matita intorno al 1910.
I RITRATTI DI ROMAGNOLI
Negli stessi anni il giovane artista comincia a partecipare ad alcune prestigiose collettive, come le rassegne organizzate dalla Società Amatori e Cultori dove espone tele come Maria Teresa nel 1908, Riflessioni infantili nel 1909 e La famiglia dell’artista nel 1912, secondo le ricerche condotte da Mario Finazzi.
Sono anni che vedono Romagnoli eseguire intensi ritratti di personaggi della nobiltà e dell’alta borghesia romana, come testimonia una rara immagine fotografica che lo mostra intento a riportare su tela i tratti di un pingue signore in abiti eleganti, che posa nel suo studio affollato di opere. Un illuminante esempio del talento di Romagnoli è l’austero Ritratto maschile (1913) di collezione privata, attualmente esposto presso la galleria Carlo Virgilio, dove il volto del soggetto appare trattato con maestria e precisione, grazie a un’espressione volitiva e consapevole.
I PITTORI DELLA CAMPAGNA ROMANA
Nel 1921 il pittore entra a far parte del sodalizio dei XXV della Campagna Romana, un gruppo di artisti che dipingono scene campestri all’aperto tutti insieme la domenica , quando partono con “cavalletti ombrelloni e tavolozze in spalla – tanto da essere scambiati in più di un’occasione per cacciatori, civettari, pescatori, cinematografari intenti a girare qualche esterno di un film – per una determinata località della Campagna Romana, alla ricerca di motivi ispiratori direttamente dal vero e nella loro vera luce”, racconta Renato Mammuccari. Una volta entrato nel gruppo, Romagnoli continua a eseguire ritratti per committenti privati, mentre presenta vedute e paesaggi alle mostre pubbliche come la III Biennale romana del 1925, dove espone Pecorai della campagna romana e Il Veggente, o la Biennale di Venezia, dove viene invitato nel 1934 da Antonio Maraini, che lo aveva già fatto partecipare alla collettiva Modern Italian Art alla Great Center Gallery a New York. L’anno successivo è presente nella sezione di arti figurative all’Expo di Bruxelles, forse con il dipinto Cacciata dal Paradiso, mentre nel 1936 si dedica anche a soggetti sportivi, come In guardia e Lanciatori di giavellotto in allenamento, esposti alla Prima Mostra Nazionale di Arte Sportiva.
ROMAGNOLI, DAL SUCCESSO ALL’OBLIO
Artista poliedrico e multiforme, in grado di affrontare temi diversi e disparati, Romagnoli conosce negli Anni Trenta una promettente affermazione, ribadita da Arturo Lancellotti sulle pagine della rivista Emporium con queste parole: “Carlo Romagnoli è un ingegno pittorico versatile, che passa dal ritratto al paesaggio, dal nudo e agli interni della Campagna Romana con pari valentia”. Una notorietà sancita dal successo della sua ultima mostra, tenutasi presso la sala argento del Grand Hotel di via delle Terme a Roma. Dopo la Seconda Guerra Mondiale di Romagnoli si perdono le tracce per quaranta anni, fino a quando nella primavera del 2011 un erede lontano riesce a entrare nell’atelier dell’artista, in un sottotetto affacciato su via Nizza, rimasto intatto fino a quel momento, dove si trovavano ancora decine di opere realizzate in epoche diverse. La clamorosa riscoperta, documentata da un video girato nell’atelier, è stata oggetto della mostra L’Atelier Retrouvé (2012) alla Cappella Orsini a Roma. Nel 2013 la galleria Simone Aleandri ha proposto la mostra Carlo Romagnoli. Gli anni della Scuola Libera del Nudo, curata da Francesco Parisi.
– Ludovico Pratesi
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