L’automobile d’artista firmata Jeff Koons per BMW
Compie cinquant’anni il progetto sostenuto da BMW che invita gli artisti a realizzare una speciale Art Car. Stavolta tocca a Jeff Koons, protagonista della mostra in corso a Palazzo Strozzi a Firenze
La notizia è ufficiale: in occasione dei 50 anni di rapporto tra BMW e il mondo della cultura, Jeff Koons tornerà a lavorare per l’industria automobilistica tedesca con un nuovo progetto che ha visto l’artista americano coinvolto nella realizzazione di un’edizione speciale della M850i xDrive Gran Coupe, che verrà presentata in anteprima mondiale alla fiera Frieze Los Angeles a febbraio 2022. “Sono emozionato e onorato di lavorare ancora con BMW, e ho pensato intensamente a quale fosse l’essenza della 8 Series Grand Coupe”, ha dichiarato Koons, il quale nel 2010 aveva realizzato l’edizione unica della BMW M3 GT2 Art Car, che aveva corso nel circuito delle 24 ore di Le Mans. Un colpo da maestro per la BMW, impegnata da anni nel sostegno all’arte contemporanea, attraverso una strategia cominciata mezzo secolo fa. Abbiamo chiesto a Thomas Girst, Global Head of Cultural Engagement, di raccontarla in esclusiva per Artribune.
BMW E L’ARTE CONTEMPORANEA
Il rapporto di BMW con l’arte contemporanea comincia nel 1971, con la commissione di un dipinto all’artista tedesco Gerhard Richter. Quali furono le ragioni che portarono alla scelta di Richter?
Vorrei sottolineare che l’opera di Gerhard Richter intitolata Yellow Blue and Red è stata realizzata espressamente per la lobby del nostro quartier generale a Monaco, terminato nel 1972. La scelta di Richter non è stata una coincidenza: nel 1972 la città di Monaco aveva ospitato le Olimpiadi, e diversi artisti contemporanei (come Tom Wesselmann e altri) erano stati coinvolti per progettare poster e multipli per l’occasione. Richter aveva lasciato da poco la Germania dell’Est per raggiungere l’Ovest, ed era stato contattato per realizzare un grande dipinto murale per la piscina olimpica che non fu mai realizzato, mentre le opere per la BMW sono state eseguite in uno studio, affittato apposta per stendere le tele di grandi dimensioni.
Il primo grande progetto del gruppo è BMW Art Cars, avviato nel 1975 con la commissione di un’automobile da corsa BMW ad Alexander Calder, che poi partecipò alla 24 ore di Le Mans. Quali circostanze hanno dato vita al progetto?
A quell’epoca i capi della comunicazione di BMW si interrogarono a lungo sulle possibili strategie per posizionare il nostro brand nel mondo dell’arte contemporanea, e grazie alla passione per le gare automobilistiche ci siamo riusciti. Il nostro uomo è stato il pilota francese Hervé Poulain ‒ poi fondatore della casa d’aste Artcurial ‒, che nel 1975 dichiarò al fondatore di BMW Motorsport Jochen Neerpasch che avrebbe corso a Le Mans con una BMW, ma a condizione che fosse stata dipinta da un artista come Alexander Calder.
Poulain aveva già l’idea di iniziare una serie?
Credo proprio di no, ma quando l’auto dipinta uscì dal pit stop il pubblico la accolse in maniera entusiasta; così BMW decise di continuare la serie con artisti come Frank Stella, Roy Lichtenstein e Andy Warhol. Personalmente sono molto orgoglioso di continuare la serie delle BMW Art Cars anche nel Ventunesimo secolo!
COME FUNZIONA BMW ART CARS
Chi scelse gli artisti per proseguire il progetto?
Da quello che so, fu proprio Poulain a suggerire questi nomi, anche grazie alla sua amicizia con Leo Castelli e altri galleristi: so che anche Jasper Johns fu contattato ma senza successo. Le Art Cars sono tornate a correre a Le Mans nel 1999 con una macchina realizzata da Jenny Holzer, e da allora la scelta è affidata a una giuria, che ha invitato artisti come Olafur Eliasson o John Baldessari.
Da chi è composta la giuria?
Cambia a ogni edizione ed è composta da direttori e direttrici dei maggiori musei del mondo, in rappresentanza dei cinque continenti. Nessun rappresentante di BMW fa parte della giuria: il processo di selezione dev’essere aperto e trasparente, senza intromissioni da parte della nostra azienda, che si occupa di realizzare l’automobile. Nell’ultima giuria abbiamo voluto includere lo stesso Hervé Poulain, che era molto orgoglioso di farne parte.
BMW, LA CULTURA, L’ITALIA
Negli ultimi decenni BMW ha sviluppato un programma di iniziative culturali che va oltre il progetto BMW Art Cars. Quali sono le principali attività nei diversi settori della cultura e a quali strategie corrispondono?
Nel 2021 abbiamo festeggiato i nostri cinquant’anni di attività. È chiaro che produciamo automobili, ma nel mondo della cultura siamo interessati alla produzione di contenuti con un forte valore estetico. Desideriamo proteggere e promuovere la bellezza, e siamo fieri di essere considerati un’azienda che sostiene la cultura, non semplicemente come sponsor ma come autentici partner per attività a lungo termine.
La continuità è un valore forte per l’impegno di BMW nella cultura?
Il caso delle BMW Art Cars è un perfetto esempio di questa modalità. Tutti sappiamo che la pittura si è evoluta molto al di là di tele e pennelli, nei territori del digitale. Non è un caso che l’artista cinese Cao Fei abbia voluto proiettare la BMW Art Car numero 18 nel mondo della realtà virtuale, a dimostrazione della continuità del progetto nel rispetto dell’evoluzione dell’arte contemporanea.
Concludiamo con un focus sull’Italia. Quali sono le attività culturali che sostenete nel nostro Paese?
Abbiamo attivato da anni collaborazioni con La Scala, Fondazione Prada e il festival La Milanesiana. Sono felice di annunciare che il 21 febbraio 2022 verrà presentata a Firenze in anteprima europea la nuova macchina M850i xDrive Gran Coupe realizzata da Jeff Koons, protagonista di una grande mostra a Palazzo Strozzi, dove è stato insignito del “Palazzo Strozzi Renaissance Man of the Year Award 2021”. Un segnale forte del legame di BMW con l’Italia, che abbiamo voluto sottolineare con questo importante evento.
‒ Ludovico Pratesi
www.artcar.bmwgroup.com/en/art-car/
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