Storia di Ise Frank, la donna dimenticata del Bauhaus
Ise Frank, moglie di Walter Gropius, è stata un personaggio fondamentale, che ha cambiato profondamente la storia del design. Eppure il suo nome e la sua vicenda, legata all’esperienza del Bauhaus, sono stati condannati all’oblio
Ise Frank (Wiesbaden, 1897 – Lexington, 1983) è forse una delle figure chiave dimenticate del Bauhaus: moglie di Walter Gropius, è stata soprannominata per il suo ruolo all’interno della celebre istituzione la “signora Bauhaus”. Fondato nel 1919, il Bauhaus ha segnato una linea fondamentale per la crescita a livello mondiale delle arti figurative e dell’architettura, introducendo nuovi materiali e tecnologie all’avanguardia per il periodo.
LA STORIA D’AMORE TRA ISE E WALTER
Ise Frank, una donna estremamente moderna ed emancipata, conobbe il suo futuro marito nel 1923 durante una conferenza nella quale Gropius, direttore del Bauhaus, espose la filosofia dell’istituto. Da quel momento scoppiò la scintilla: lei, 26 anni proveniente da una famiglia ebrea borghese di Berlino, lui un architetto squattrinato di 40 anni. Si sposarono lo stesso anno, e Ise scelse di aiutare il marito con il progetto Bauhaus abbandonando la sua carriera di scrittrice, ma ogni testo, ogni articolo pubblicato da Gropius veniva redatto e corretto da lei.
Ise Frank contribuì attivamente alla progettazione di alcuni arredi, pur non essendo un architetto, come ad esempio nel caso della cucina all’interno dell’abitazione del direttore del Bauhaus dove lei viveva. L’idea era quella di realizzare uno spazio sulla base delle sue esigenze razionaliste, inserendo gli elettrodomestici più innovativi per l’epoca, il tutto nel 1925. È significativa questa data perché precede di due anni la “cucina di Francoforte”, progetto della viennese Margarete Schütte-Lihotzky, che idealmente è lo spazio moderno dove viviamo quotidianamente.
IL METODO BAUHAUS SI DIFFONDE NEL MONDO
Dal 1923 al 1928 Ise Gropius, che sposandosi aveva cambiato il cognome con quello del marito, determinò la filosofia didattica e compositiva del movimento: fu la prima a rendersi conto dei pericoli che potevano sorgere con l’avvento del partito nazista in Germania. Decise quindi di esportare il “Metodo Bauhaus” fuori dai confini tedeschi, creando delle mostre che potessero dare risonanza e rilievo alla scuola, passando dalla Turchia alla Francia fino agli Stati Uniti. Con questo stratagemma creò un ricordo indelebile della scuola attraverso numerosissime fotografie scattate dall’amica Irene Hecht, che raccontò la scuola dall’interno. Senza l’intervento tempestivo della “signora Bauhaus”, il ricordo di questa istituzione sarebbe andato perduto durante la Seconda Guerra Mondiale. La reazione del partito nazista fu quella di dichiarare gli organizzatori “nemici del Reich”, limitando progressivamente le libertà dell’istituto, fino alla chiusura avvenuta nel 1933.
Prima di questa data Ise iniziò a pubblicare, con il proprio nome, diversi articoli basati sulle sue passioni e i suoi viaggi, sempre con una chiave estremamente moderna e innovativa.
ISE FRANK, LA DONNA NELL’OMBRA
Dal 1934 al 1937, la coppia fuggì dalla Germania, passando da Londra e raggiungendo infine gli Stati Uniti, dove Walter accettò un posto come professore di architettura all’università di Harvard. Ise idealmente vedeva questo trasferimento come una svolta per entrambe le loro carriere, identificando l’America come un luogo in cui la figura femminile poteva sentirsi totalmente emancipata. Non fu così. Dopo aver presentato l’articolo Nonna era una ragazza in carriera per l’Atlantic Monthly, ottenne il primo rifiuto. La casa editrice non voleva incoraggiare le “donne lavoratrici”, che durante la Seconda Guerra Mondiale ebbero in realtà un ruolo fondamentale sul territorio americano.
Ise successivamente lavorò all’editing dei testi di Walter Gropius, che le dedicò i suoi libri come “consolazione”. Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1969, continuò a scrivere, sostenendo gli ideali del Bauhaus, firmando a proprio nome, e trasformando la casa in cui viveva, e che aveva disegnato insieme al marito, in un museo soprannominato Gropius House.
Pochi anni dopo donò l’abitazione alla Historic New England, organizzazione non profit che conserva edifici e siti per uso pubblico, ed è incredibile come ancora oggi venga visitata da migliaia di persone ogni anno.
La figura dimenticata di Ise è un grande rimpianto per la storia del design e merita il giusto riconoscimento. È stato un ingranaggio fondamentale per il corretto funzionamento di un motore chiamato Bauhaus, che ha condizionato le generazioni future e i vari istituti nati dopo la chiusura forzata, come ad esempio la scuola di ULM.
‒ Stefano Pasotti
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