Futuro Antico. Intervista allo scrittore Hanif Kureishi
Come vede il futuro uno degli scrittori più in vista del tempo presente? A rispondere è Hanif Kureishi
Nato a Londra da padre pachistano e madre britannica, Hanif Kureishi, classe 1954, ha raggiunto il successo muovendosi tra cinema, teatro e letteratura. Alcuni dei suoi romanzi più celebri sono Il Budda delle periferie e The Spank.
Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
Sono sempre stato un grande ammiratore di tre artisti in particolare: Pablo Picasso, Francis Bacon e Paula Rego. Questa pittrice portoghese mi piace molto e credo che abbia ispirato il mio lavoro. Mia madre aveva frequentato scuole d’arte e sono cresciuto circondato da libri d’arte fin da piccolo, quando abitavo con la mia famiglia a Bromley, a sud di Londra, e potevo andare spesso in città a visitare le mostre alla Royal Academy, alla Tate o alla National Gallery. Ho sempre amato la gente e questo mi ha portato ad apprezzare la Pop Art e in particolare la figura di Andy Warhol, la Factory e il suo rapporto con i Velvet Underground.
Qual è il testo che ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
L’ultimo, un’opera teatrale intitolata The Spank, che è andata in scena a febbraio al teatro Parioli di Roma. Si tratta di una commedia tragica che si svolge in un pub dove due amici maschi hanno una lunga conversazione. L’ho concepita come una sorta di esperimento: i due uomini di mezza età si raccontano le loro vite per due ore, parlando delle famiglie, della moglie, delle amanti, dei figli e del lavoro. Sono molto contento di come è andata in scena a Roma.
Che importanza ha per te il genius loci all’interno del tuo lavoro?
Il mio lavoro è stato sempre legato alla Gran Bretagna e in particolare a Londra. Mi riferisco alla Londra descritta da Dickens, che amo moltissimo, e da tanti altri scrittori. Credo che si possano trarre idee e ispirazioni da ciò che ci circonda: il mio studio si affaccia sulla strada e io osservo dalla finestra gente di razze, colori e tipologie diverse. La politica, la moda, l’economia, la musica… tutto ciò che mi circonda mi può ispirare.
PASSATO E FUTURO SECONDO KUREISHI
Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credi che il futuro possa avere un cuore antico?
È molto importante per noi che viviamo nel presente ricordarci il razzismo. Mio padre è cresciuto nell’India coloniale, occupata dagli inglesi. Bisogna sempre tenere presente il valore della libertà, che considero molto importante per me e per le persone che mi circondano.
Quali consigli daresti a un giovane che voglia intraprendere la tua strada?
I miei due figli, entrambi ventenni, sono diventati scrittori: uno nel mondo della soap opera e l’altro per la BBC. Sono contento perché penso che facciano una bella vita, difficile ma comunque più facile rispetto ad altri tipi di vita. Il mio consiglio per i giovani è quello di trovare un lavoro che sia eccitante, interessante e stimolante.
In un’epoca definita della post-verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
Se si crede che il sacro sia stato un valore, come credo, ovviamente sì. I valori dell’individualità, la libertà, la democrazia e l’autoaffermazione sono molto importanti e quindi anche il sacro è fondamentale. Si tratta di valori dei quali bisogna garantire la continuità e l’espansione.
Come immagini il futuro? Sapresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
Il futuro mi appare molto oscuro e cupo, soprattutto per i giovani. Abbiamo tante sfide davanti, tra le quali spiccano per gravità il cambiamento climatico e la diseguaglianza sociale, cresciuta grazie al neoliberalismo, e i ragazzi di oggi devono affrontarle tutte. Non li invidio: quando ero adolescente negli Anni Settanta avevamo molti obiettivi davanti, e molti giovani si sono inseriti facilmente nella vita sociale e culturale del mio Paese. Buona fortuna!
‒ Ludovico Pratesi
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