Sio, il fumettista che voleva diventare un sasso
Fenomeno assoluto del fumetto contemporaneo “made in Italy”, Sio è in libreria con una nuova storia illustrata per bambini. Ne abbiamo approfittato per intervistarlo, invitandolo come ospite su Artribune Magazine #65
I suoi canali social sono seguiti da milioni di utenti, mentre in edicola e in libreria sbanca con i suoi fumetti pieni di non sense e umorismo. Sio, nome d’arte di Simone Albrigi (Verona, 1988), è un fenomeno della comicità disegnata. E noi lo abbiamo intervistato.
Cosa significa per te essere fumettista?
Fare i disegni con le parole! Raccontare storie! Aver realizzato il sogno che avevo fin da bambino! Tutte queste cose sono vere, ma la risposta principale è la più semplice: amo leggere i fumetti, e da sempre ho voluto anch’io provare a fare in prima persona ciò che amavo di più. Con tanto lavoro insieme a un bel po’ di fortuna ci sono riuscito.
Per chi legge fumetti il tuo nome non è certo una novità. Mi aiuti a presentarti a chi non ti conosce? Chi si nasconde dietro il nickname Sio?
Sono Sio, mi hanno sempre chiamato così dalla mia adolescenza, quindi è diventato anche il nome con cui firmo tutto quello che faccio. Che sono diverse cose: fumetti online, fumetti su carta con Shockdom, in edicola (Scottecs Megazine è arrivato al numero 30 lo scorso aprile) e in libreria. Ho scritto anche un po’ di sceneggiature per Topolino, ho un canale YouTube seguito da più di due milioni di persone, ho scritto e disegnato le vignette che appaiono dal 2021 sul Cucciolone, e sono papà di un bambino di tre anni.
FUMETTI, LIBRI E VIDEO ANIMATI SECONDO SIO
Sul web fai numeri straordinari. Ma anche con il cartaceo non scherzi. Come coniughi questa doppia anima, fisica e digitale?
Il web è il posto dove stanno la maggior parte delle persone, la maggior parte del tempo. Non ci si può permettere di non esistere sul web nel 2022, a mio avviso. Ma ci sono diversi lati negativi del digitale, in primis la forma mentis dell’utente dei social: ha pochissima attenzione e pochissimo tempo a disposizione. Di conseguenza bisogna produrre contenuti creati tenendo conto di questo: di fatto, la mia produzione più importante sono strisce giornaliere di tre, massimo quattro vignette per Instagram e gli altri social. Sul cartaceo mi posso invece permettere di pensare che chi ci si approccia ha deciso di fare un investimento di denaro e soprattutto di tempo, che permette a me di scrivere qualcosa di più lungo di una pagina.
E la tua attività di editore? Per Shockdom sei ideatore e autore delle riviste Scottecs Megazine, Evviva e Shonen Ciao. Alla faccia della crisi della carta stampata…
Più che editore sono un catalizzatore. La crisi della carta stampata dipende da diversi fattori, ma la volontà di leggere e di esperire storie è insita nell’essere umano. Io non ho fatto altro che catturare l’attenzione di alcune delle persone che magari avevano visto distrattamente un mio video su YouTube e invitarle a sfogliare qualche pagina di fumetto.
Da questo punto di vista sei davvero un’eccezione, perché guadagni consensi indifferentemente dal canale che decidi di utilizzare. Sei d’accordo con me se dico che, al di là del mezzo di comunicazione, l’importante è avere qualcosa di originale da raccontare?
Avere qualcosa di originale da raccontare è necessario, ma non sufficiente. E non conta nemmeno il qualcosa, a volte basta il come. E a volte non è nemmeno necessario essere originali. Insomma: è complicato. Io, personalmente, amo sperimentare con molti modi diversi di raccontare, che siano cartoni sul web, canzoni, fumetti cartacei o il mio podcast Power Pizza nel quale recensiamo film, libri, videogiochi in fette di pizza. Non riesco a fare una cosa sola, è tutto così divertente!
Torno al web: oltre alla tua pagina Instagram (seguita da mezzo milione di follower) spopoli su YouTube con le tue pillole di comicità. La sparo grossa: a quando un cartone animato?
Mentirei se dicessi che non ho progetti e non ci sto pensando. Quindi: non ho progetti di questo genere e non ci sto pensando (disse sudando e guardandosi intorno furtivamente).
L’ULTIMO LIBRO DI SIO
La bambina che voleva diventare un sasso è il tuo primo libro illustrato per bambini, uscito per Feltrinelli. Com’è nato il libro?
Con mio figlio ho avuto un periodo durante il quale gli raccontavo una storia mentre lo dondolavo per addormentarlo. Il tutto accadeva al buio. Quindi, non avendo la possibilità di poter leggere alcunché, ero costretto (nonostante il mio sonno e la mia stanchezza) a inventare delle storie. Una delle prime è stata proprio questa. L’ho perfezionata facendo beta testing ogni sera e aggiungendo dettagli o togliendo parti che non funzionavano, e poi l’ho proposta a Feltrinelli. Ho chiamato Ariel Vittori a colorarla, perché i suoi stupendi colori sono la perfetta rappresentazione dei colori dei ricordi della mia infanzia.
Se fossi una battuta di un tuo fumetto, quale saresti?
Quella di “Fufos, la vuoi la pallina?”, perché è sempre la stessa, a volte non fa ridere, ma non smette mai di reinventarsi e di riprovarci ogni volta.
‒ Alex Urso
Sio – La bambina che voleva diventare un sasso
Feltrinelli Comics, Milano 2021
Pagg. 42, € 12
ISBN 9788807550911
https://www.feltrinellieditore.it/
https://www.instagram.com/instasio/
Versione estesa dell’articolo pubblicato su Artribune Magazine #65
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