Il produttore Valsecchi compra la casa di Pasolini a Roma e la dona alla città
Nell'anno del centenario della nascita, la casa di Pier Paolo Pasolini a Rebibbia andrà al Comune per creare un luogo dove ricordare il poeta, regista, attore e drammaturgo
Un gesto d’amore per Roma: così il sindaco della capitale, Roberto Gualtieri, ha accolto la donazione della casa di Pier Paolo Pasolini da parte del produttore cinematografico e televisivo Pietro Valsecchi. Acquistata a un’asta, la casa romana di PPP a Rebibbia diventerà – su indicazione dello stesso fondatore della Taodue Film, la casa nota per aver prodotto i film multimilionari di Checco Zalone – il luogo dove tenere viva la memoria del grande poeta, regista, attore e drammaturgo scomparso misteriosamente nel novembre del ’75. “Sono molto felice di poter restituire alla cittadinanza un luogo dal forte valore simbolico”, ha detto Valsecchi, “dove una figura fondamentale del Novecento come Pasolini ha vissuto i suoi primi anni, in quella Roma che ha poi magistralmente raccontato in romanzi, poesie e film. E sono ancora più felice di potermi riallacciare con questo gesto ai miei primi passi a Roma, quando accompagnai Laura Betti in un’inchiesta proprio su Pasolini”.
LA CASA DI PASOLINI A ROMA
La casa di via Giovanni Tagliere 3, dove l’intellettuale ha vissuto dal 1951 al 1953, sarà donata a Roma Capitale e alla cittadinanza in concomitanza con il centenario dalla sua nascita, in occasione del quale la città ha già risposto con numerose iniziative culturali. “Appena entreremo in possesso dell’immobile lavoreremo per farne un luogo della memoria di quel grande scrittore che è stato Pier Paolo Pasolini“, ha detto l’assessore romano alla Cultura Miguel Gotor. Due camere e cucina, la “casa di poveri, all’estrema periferia, vicina a un carcere” dove Pasolini si trasferì con la madre era fino a oggi di un privato: dopo il fallimento del progetto di farci una Casa internazionale della Poesia, era arrivata la prima asta giudiziaria, conclusasi senza acquirenti. A quel punto diverse realtà radicate sul territorio, come il centro popolare San Basilio, il circolo Arci locale e persino la Cgil, lanciarono una petizione per fermare l’asta e riconoscere il valore storico e civile dell’appartamento in cui furono composti i primi capitoli di Ragazzi di vita. Dopo una prima asta deserta, è arrivata la decisione del produttore e della sua famiglia di subentrare: un regalo, dice Valsecchi, legato anche alla speranza che “intellettuali, produttori, persone capaci in questo Paese e soprattutto a Roma si uniscano per fare qualcosa per questa città che ha bisogno di gesti forti. Spero che sia l’inizio di un lungo percorso per tanti amici che vogliono investire nella città“.
– Giulia Giaume
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