Intervista a ruangrupa, il collettivo artistico che cura documenta 15
Dal 18 giugno, e per i consueti 100 giorni, Kassel diventa teatro di documenta, la grande mostra quinquennale istituita nella città tedesca nel 1955. Stavolta la curatela è affidata a ruangrupa, il collettivo di Giacarta la cui pratica, a base comunitaria, si ispira alle idee di sostenibilità e partecipazione
Mentre Art Basel si avvia al termine, si alza il sipario sulla 15esima edizione di documenta, la rassegna a cadenza quinquennale che dal 1955 affonda le sue radici a Kassel, trasformando per 100 giorni la città tedesca nel fulcro della sperimentazione creativa più attuale. La kermesse, in programma dal 18 giugno al 25 settembre, quest’anno trae spunto dall’idea di “lumbung” – termine indonesiano per indicare un deposito di riso comunitario ‒ suggerita dal collettivo di artisti e attivisti ruangrupa, alla guida di documenta 15. Li abbiamo intervistati poco prima che l’organizzazione fosse contemporaneamente oggetto di accuse di antisemitismo e vittima di atti islamofobi.
Siete un collettivo artistico e l’idea alla base della vostra documenta è “lumbung”, un luogo strettamente connesso alla comunità. Credete che un approccio collettivo all’arte e alla curatela possa essere una buona risposta all’individualismo narcisistico spesso legato a questi ambiti?
Per noi la collettività non è una risposta, è piuttosto una necessità. Abbiamo iniziato tentando di far confluire più deliberatamente nella nostra pratica i valori nel solco dei quali siamo cresciuti.
La ministra Angela Dorn ha dichiarato che documenta dà consapevolmente spazio a una visione non europea. Quale punto di vista offrite al pubblico della vostra documenta?
Molteplici punti di vista, poiché le dicotomie non sono qualcosa a cui teniamo particolarmente.
DOCUMENTA E IL MONDO PANDEMICO
documenta è stata istituita all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. Qual è il suo ruolo in un’epoca in cui una nuova guerra sta minacciando l’Occidente, e in particolare l’Europa?
Ciò che possiamo fare in ambito artistico è mostrare come le cose possano essere fatte in maniera differente, incluse le istituzioni, nell’ottica di un ecosistema artistico che sia più plurale, attento, duraturo e trasparente. Non siamo dei politici, ma forse istituzioni come gli Stati-nazione, che rispondono ai conflitti con le guerre, potrebbero agire in maniera diversa. Noi non possediamo di certo soluzioni per risolvere i problemi del mondo, ma crediamo nella sperimentazione di altri meccanismi che possano generare nello stesso tempo risposte diverse.
La Biennale di Venezia è stata il primo, grande evento artistico dell’epoca post pandemica. Come artisti e curatori, in quale modo vi relazionate ai cambiamenti globali causati dalla pandemia?
Fortunatamente il nostro approccio è malleabile e flessibile, quindi, senza sottrarci alle sfide, inclusa la pandemia che si stava verificando durante il nostro lavoro preparatorio, abbiamo modificato numerosi piani approntati in precedenza. Molte sensibilità e qualità a cui aspiravamo sono andate perdute, ma ne abbiamo guadagnate altre alle quali non avevamo pensato.
INTENTI E IDEE DI RUANGRUPA
Qual è il tema della vostra documenta?
Lumbung non è un tema. È un modo di fare, quindi i nostri collaboratori, membri e artisti sono coloro che abbiamo ritenuto capaci di intraprendere con noi questo impegnativo viaggio. Sono emersi questioni e argomenti che ciascuno di loro affronta da molto tempo, e si spera che continui ad affrontare anche dopo i cento giorni di documenta.
Il vostro approccio artistico-curatoriale è radicato nell’idea di dialogo e sostenibilità. La vostra documenta rispetta e sviluppa tutto ciò?
Intendiamo sostenere le molte idee che emergono durante il processo di realizzazione di documenta 15. Stiamo cercando di garantire la longevità di questo processo attraverso iniziative (sviluppate con i nostri collaboratori, artisti e membri) come lumbung gallery, lumbung kiosk, lumbung publishers, forum di studenti, materiali da costruzione riciclati e le future iterazioni di lumbung.
– Arianna Testino
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