Performing art e Tarantismo in Salento. Il progetto dell’artista Romina De Novellis
A Galatina fino al 22 luglio, va in scena la nuova edizione di Domus Artist Residency, il progetto ideato da Romina De Novellis in una tipica casa salentina, trasformata in luogo di accoglienza per artisti e pensatori. Quest’anno il tema è la performance, in dialogo con il Tarantismo e la questione del corpo femminile
Al via un ciclo di appuntamenti a Galatina, in Salento, dal 18 al 22 luglio. Si va da ORLAN a filosofi, pensatori e curatori. Il focus è la pratica della performance, l’analisi di un fenomeno ancestrale come il Tarantismo. E poi dialoghi, incontri pubblici e molto altro. Ne abbiamo parlato con l’artista Romina De Novellis (Napoli, 1982), fondatrice di Domus Artist Residency con Mauro Bordin.
Partiamo dal principio: come nasce il progetto?
Il progetto nasce in seguito all’opera Arachne prodotta nel 2017-18. Ero a Galatina per la conferenza organizzata da Ramdom a proposito del mio progetto e per caso ho visto questa bellissima casa popolare in vendita.
Una struttura classica dell’architettura popolare salentina: corte, volte a stella e a botte, mignano (un balcone sospeso tra la corte interna e la strada esterna, luogo per permettere alle donne di vivere all’esterno della casa segretamente e senza essere viste dai passanti), casa ascensionale con terrazza all’apice della verticale.
Essendo non solo performer e artista visiva, ma anche antropologa, da sempre ho improntato le mie ricerche e la mia pratica artistica alla scrittura di contro-rituali, tra questi anche il fenomeno del Tarantismo va decisamente ripensato e rivalutato nella sua memoria storica, femminista e performativa.
Quali sono i temi di riflessione alla base della pratica di Domus?
Domus si incentra sulle dinamiche di violenza legate alle relazioni nel Mediterraneo: il Tarantismo come lotta di genere, il disseccamento degli ulivi come resistenza ambientale e la questione dei flussi migratori come fenomeno di ribellione al colonialismo. Tutti questi corpi, tarantati, ulivi, persone migranti e rifugiate, meritano di essere riascoltati e di essere ricordati nella memoria collettiva.
Attraverso il dialogo trasversale, l’incontro tra culture (a Domus si parlano tutte le lingue, ognuno parla la sua), tra conoscenze e pratiche di ricerca e di creazione, ogni anno accogliamo artisti, attivisti, ricercatori, giornalisti, e tutti insieme tentiamo di contribuire all’analisi, alla riscrittura e alla costruzione di una memoria comune ai Paesi del Bacino del Mediterraneo. Il punto di vista è quello del Sud, si parte dal Sud e si resta al Sud, per raccontare e denunciare quanto “troppe cose nel nostro Sud muoiono da sé, senza che la coscienza e la ragione ne traggano alcun merito” (Ernesto De Martino, La terra del rimorso).
LA NUOVA EDIZIONE DI DOMUS IN SALENTO
Raccontami della nuova edizione. Come è articolata? Quali sono i temi su cui si discuterà maggiormente?
Perform(Her) è la nuova edizione Domus 2022, avrà luogo dal 18 al 22 luglio. Lavoreremo tutti insieme durante una settimana sulla questione relativa alla “performatività dei corpi”, concetto ampiamente sviluppato dagli studi queer, gli studi sulla disabilità e le teorie ecofemministe. Nel nostro approccio aggiungiamo anche un’osservazione antropologica e un riferimento agli studi CRIP che integrano gli approcci queer a quelli sulla disabilità, ridando spazio e valore a tutti i corpi minorizzati. Partendo dal fenomeno locale del Tarantismo, ne denunciamo prima di tutto l’assenza di una memoria storica, se non quella legata al folclore e all’aspetto musicale. Inoltre, noi di Domus, abbiamo proposto un quesito: e se invece le tarantate le considerassimo delle artiste performer di Art Brut? Che sguardo porteremmo su di loro se, invece di considerarle pizzicate dalla tarantola, le paragonassimo alla stessa necessità di utilizzare il corpo nello spazio pubblico alla stregua di Gina Pane, Marina Abramović, ma anche delle attiviste politiche come le Femen?
Come si strutturerà la settimana?
Durante una settimana di vita comune, alterneremo momenti di riflessione pubblica e privata. Tre giorni (18-20 luglio) di tavole rotonde, ma anche una serata di video installazioni (21 luglio) nel centro storico di Galatina (con video di artiste performer internazionali) e un’ultima serata conclusiva (22 luglio) che vede la creazione di un’azione pubblica collettiva. Tutti insieme, rioccuperemo la piazza di Galatina, così come facevano le tarantate provenienti dal Salento.
Entriamo nel merito degli ospiti. Sono artisti, pensatori, storici dell’arte, curatori. Con quali criteri li avete coinvolti?
Da ORLAN a Rada Akbar, ma anche Alice Anderson e Silvia Giambrone, Alessia Rollo e Giulia Crispiani. Il dialogo sarà trasversale e transdisciplinare. Le artiste dialogheranno con filosofi, curatori e antropologi come David Zerbib e Massimiliano Mollona, Mara Montanaro, Maria Alicata e Marta Federici. Attivisti, artisti e ricercatori sono stati invitati dal nostro collettivo scientifico composto da Fabienne Brugère (filosofa), Ilaria Conti (curatrice), Guillaume Le Blanc (filosofo) e Paola Ugolini (curatrice). A loro abbiamo presentato il nostro quesito e ne abbiamo condiviso le intenzioni. Nella giornata di video installazioni accoglieremo anche video di Chiara Fumai e numerosi altri artisti non in residenza. Inoltre, negli spazi della Domus sarà possibile visionare i lavori prodotti dalle artiste e curatrici in residenza durante l’autunno e la primavera scorsi. Abbiamo anche costituito un programma di vari progetti paralleli, oltre alla residenza e alle giornate di studio. Domus quest’anno accoglie lo studio per la scrittura del documentario Corps Mordus che Apulia Film Commission sta sostenendo e il progetto Teaser video: brevi video di promozione dello spettacolo dal vivo e in dialogo con la video arte promosso da Tuttoteatro e sostenuto da Erasmus Plus. Perform(Her) è dunque uno spazio di condivisione, di ricerca, di studio e di creazione di una rete internazionale del Mediterraneo.
PERFORMANCE E CORPO FEMMINILE
L’ospite più attesa di quest’anno è ORLAN. Come nasce il rapporto di collaborazione con lei?
Gli ospiti più attesi per noi di Domus sono tutti. Non lo dico per essere politicamente corretta nei confronti degli altri invitati, ma perché anche ORLAN ha accettato di venire per le stesse ragioni che hanno motivato tutti gli altri a viaggiare fino a Galatina. La collaborazione con ORLAN è quindi dello stesso tipo di tutte le altre collaborazioni degli altri invitati Domus.
Le relazioni sono fondate sulla fiducia, sul voler condividere lo stesso luogo e le diverse pratiche di lavoro. ORLAN ha trovato interessante il progetto, il lavoro svolto negli anni passati e il sostegno che, soprattutto in Francia, Domus ha ottenuto in questi quattro anni di attività. Inoltre, per parlare di corpi, di corpi stigmatizzati, di corpi violati, non potevamo non pensare a ORLAN, che ha fatto del suo corpo uno strumento di denuncia.
In questo momento il Salento accoglie run space, progetti di curatori e artisti e altri impegni retti da privati. Domus come si pone rispetto a questo contesto?
Sin dal reperimento della casa, la sua acquisizione e infine la donazione della stessa alla gestione dell’associazione Domus come bene comune, ci siamo confrontati con le realtà del territorio e immediatamente abbiamo creato ponti con l’estero. Tutta l’équipe, composta da Mariacristina Lattarulo, Pauline Rossignol e me stessa, vive tra Galatina, Parigi e New York.
I primi sostegni importantissimi per lo sviluppo di Domus si devono alla Galleria di Gigi Rigliaco, ma anche a Nunzia Perrone (che successivamente chiuse il suo spazio). Immediatamente ci confrontammo con loro e li integrammo nel progetto. Successivamente abbiamo collaborato con realtà salentine più simili alla nostra, sia per forma giuridica che per intenti (non commerciali) di promozione dell’arte: LO.FT, Il festival del cinema del reale, M.E.D.U.S.E., Free Home University, Accademia di Belle Arti di Lecce… Lo scorso anno invitammo a partecipare ai nostri talk tutti gli spazi indipendenti del Salento: La casa delle agriculture, Kora, Tarantarte, Teatro Koreia, La casa delle donne, Progetto, Ciaru…
Progetti per il prossimo futuro?
Domus ogni anno crea collaborazioni anche con alcune istituzioni internazionali. Nell’autunno prossimo Domus presenterà il video The Last Supper, creazione collettiva e partecipativa che abbiamo prodotto l’anno scorso con tutte e tutti i partecipanti alla residenza. La performance collettiva, sulla tematica della xylella, è diventata un’opera video corale che è entrata a far parte degli archivi di antropologia di Stato francesi tramite l’EHESS e la sua presentazione ufficiale sarà fatta al Museo d’arte contemporanea Mac Val a Parigi (che ha già acquistato l’opera Arachne da cui è nato tutto il progetto Domus). Inoltre, con il nostro partner di quest’anno per il progetto Perform(Her), Périféries – Saint Denis Capitale de la Culture 2028, stiamo progettando un festival di performance dedicato “agli artisti del Sud e delle periferie” a seguito della residenza estiva che si terrà a Galatina dal 18 al 22 luglio. Con il nostro partner principale Les Amis de Domus, un’associazione di miei collezionisti francesi che ogni anno contribuiscono al finanziamento delle attività di ricerca a Galatina, stiamo invece pensando all’ingrandimento di Domus immaginando una sede anche parigina, così da poter continuare i nostri scambi tra l’Italia e la Francia.
‒ Lorenzo Madaro
https://www.domus-artistresidency.com/
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