Futuro Antico. Intervista all’ambientalista Fulco Pratesi
Lo sguardo è rivolto al domani nella rubrica curata da Spazio Taverna, che stavolta ospita la voce di un ecologista al centro di numerose battaglie per la salvaguardia dell’equilibrio del pianeta. Ecco cosa pensa del futuro il fondatore del WWF Italia
Romano, classe 1934, l’architetto Fulco Pratesi è il fondatore di WWF Italia – di cui oggi è presidente onorario ‒ e da decenni si batte per la difesa dell’ambiente. Gli abbiamo chiesto che cosa si aspetta dal futuro.
Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
Non ne ho mai avuti, se non quelli ricevuti dalla Natura.
Qual è il progetto che ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
L’aver creato una Associazione in difesa dell’ambiente e della biodiversità oggi al vertice del mondo ambientalista.
Che importanza ha per te il Genius Loci all’interno del tuo lavoro?
Sull’importanza del Genius Loci nel mio lavoro, penso che quanto ho già espresso o dirò nelle prossime risposte faccia capire l’importanza del mio legame con esso.
PASSATO E FUTURO SECONDO FULCO PRATESI
Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credi che il futuro possa avere un cuore antico?
Come in tutte le cose attinenti alla Natura che stiamo devastando, il passato anche recente può fornirci utili insegnamenti.
Quali consigli daresti a un giovane che voglia intraprendere la tua strada?
Di considerare ogni forma di vita del Pianeta, importante e non replicabile una volta distrutta, dalle balene e la sequoia, all’insetto e alla pianta più insignificante.
In un’epoca definita della post verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
Per me il concetto di sacro è legato a quanto ci insegna Baruch Spinoza ‒ Deus sive Natura ‒, ricorrendo a un nuovo panteismo inviso a molte religioni e credenze mondiali, comprese le nostre.
Come immagini il futuro? Sapresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
Il futuro lo immagino, come qualsiasi essere pensante, come la continuazione di una crescita incontrollata di popolazione e consumi avidi e irresponsabili, per i quali purtroppo non vedo segni reali di ravvedimento da parte della specie Homo sapiens, che negli ultimi cinquant’anni ha raddoppiato la sua invadente presenza ai danni del Pianeta.
– Marco Bassan
https://www.fulcopratesi.it/
https://www.spaziotaverna.it/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati